Ottobre: ritarda il solito freddo autunnale che caratterizza in questo periodo i territori Svizzeri, mentre si conferma una tendenza che negli ultimi anni sembra sempre più consolidarsi, ovvero il rialzo dei contagi da Covid-19.
Si tratta di un rialzo considerevole, in verità, anche se non abbiamo più avuto il sentore della diffusione dei contagi, il dato non ha mai registrato un ribasso considerevole e, meno che mai, non ha mai segnato zero contagi, cioè il Covid ha continuato ad infettare la gente anche se – per fortuna o grazie alle azioni intraprese – non in numeri critici. Ma in questi giorni di metà ottobre in Svizzera stiamo assistendo ad un rialzo non indifferente del numero di casi di coronavirus, come testimoniano anche un maggiore numero di test effettuati dalla popolazione.
Tornano in voga l’uso delle misure di protezione base che ultimamente avevamo un po’ tutti trascurato: lavare le mani frequentemente, uso del gel disinfettante, tenere le distanze, arieggiare i locali e mettersi in regola con le vaccinazioni risultano sempre una buona norma. Ma quello che sta facendo storcere il naso a chi è più insofferente alle regole imposte del Covid-19, è il fatto che le autorità annunciano una possibile ripresa dell’inasprimento delle norme per contrastare questo ritorno dell’aumento dei contagi. Pare infatti che la direzione sanitaria cantonale potrebbe decidere di rendere di nuovo obbligatorio l’uso delle mascherine in determinati luoghi. Si tratta per lo più di luoghi al chiuso, affollati o anche durante gli incontri con persone a rischio. Inoltre si userà una maggiore accortezza proprio nelle strutture sanitarie e sociosanitarie.
Insomma, nulla di nuovo, era comunque attesa una ripresa dei contagi durante la stagione delle influenze, ma il Covid ha lasciato in tutti noi delle cicatrici emotive e fisiche che ad ogni minimo campanello d’allarme è facile andare nel panico. La domanda che viene in mente a tutti e che forse non osiamo neanche porci apertamente è se sia possibile un ritorno all’emergenza da Covid: insomma si ricomincia? E quando parliamo di emergenza pensiamo al periodo buio di quando siamo stati costretti a stare chiusi in casa, pensiamo ai numeri delle morti e dei casi gravi che erano davvero alti; pensiamo a quando non si poteva lavorare, a quando non si poteva avere una vita sociale.
Purtroppo la parola “emergenza” ormai sta diventando quasi di uso comune, tanto che la situazione di emergenza non è più una “situazione eccezionale” ma diventa quasi la “normalità”. Pensiamo a quante situazioni emergenziali stiamo vivendo: giornalmente sentiamo parlare di emergenza-guerra, emergenza-carovita, emergenza-povertà, emergenza-lavoro, emergenza-criminalità …
Tra tutte queste emergenze che incombono, forse possiamo accantonare, almeno per ora, quella del Covid accettando le regole che ci suggeriscono per evitare che possa tornare davvero ripresentarsi una situazione critica.
La vera emergenza in questo momento è cercare di ritornare alla normalità, quando l’emergenza era una circostanza imprevista che doveva essere affrontata e magari risolta urgentemente e non la quotidianità.
Redazione La Pagina