La Commissione europea dice no alle richieste dell’Italia di una maggiore flessibilità nell’assegnazione delle quote di CO2.
“I tetti non sono più negoziabili” ha detto chiaramente Barbara Hellfrich, portavoce del commissario europeo all’Ambiente Stravos Dimas, interpellata sulla notizia di una lettera di Silvio Berlusconi al presidente Barroso con la quale si chiedeva di rivedere i tetti stabiliti dalla Ue per le emissioni di Co2.
“I tetti sono stati definiti e adottati dalla commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea – ha precisato la Hellfrich – e non sono rinegoziabili”.
L’assegnazione annua di quote di emissione, stabilita dalla Unione europea, è fissata in 195,8 milioni di tonnellate di CO2, il 6,3% in meno di quanto chiedeva invece il governo italiano.
Al di là delle considerazioni di merito sui piani dell’Ue per contrastare i cambiamenti climatici, il no europeo alle richieste di Berlusconi è diventato l’ennesimo motivo di scontro tra maggioranza ed opposizione.
Il Pd ha definito la lettera inviata da Berlusconi al presidente dell’esecutivo europeo Barroso come “un tentativo imbarazzante” di rinegoziare le quote.
Sandro Gozi, capogruppo del Pd in Commissione politiche dell’Unione europea della Camera, si è detto “stupefatto dalla notizia, giunta proprio il giorno dopo in cui all’Onu lo stesso Berlusconi ha invocato, dopo Obama, la responsabilità di tutti gli Stati per il futuro del mondo” ed ha affermato che “il presidente del Consiglio italiano non vuole ancora accettare che in Europa ci sono le leggi”.
“C’è solo da chiedersi se accetterà la precisazione della portavoce della commissione Ue, Barbara Hellfrich, oppure se chiederà le sue dimissioni” ha concluso Gozi. Secondo Massimo Donadi, capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, con la lettera indirizzata a Barroso Berlusconi “chiede la libertà di inquinare” proprio mentre “Obama vara la svolta ambientalista”.
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