Partiamo dalle vostre origini artistiche, da dove venite e come nasce il vostro gruppo?
Siamo nati e cresciuti a Capo di Leuca, profondo Salento. Abbiamo vissuto la riscoperta della musica popolare salentina che è esplosa a fine anni novanta. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare e suonare per diversi anni con i cantori più importanti del Salento, da Uccio Aloisi ai Menamenamò. Abbiamo così potuto apprendere gran parte della musica tradizionale direttamente dagli “alberi di canto”, gli anziani. Finché non abbiamo sentito il bisogno di contestualizzare la musica tradizionale che loro ci hanno insegnato ai giorni nostri. Ecco come nasce Kalàscima. Dalla voglia di creare una nuova musica popolare.
Quale è stato il vostro percorso artistico?
Il gruppo, fondato nei primi anni 2000, ha da subito iniziato a sperimentare, cercando di utilizzare gli strumenti della tradizione salentina per raccontare le storie dei giovani salentini, ma anche per dare luce ad alcuni avvenimenti importanti della storia moderna, che nei libri non vengono raccontati. Inoltre, si è sempre cercata una sperimentazione musicale, unendo gli strumenti della tradizione ai suoni della modernità, per rendere la musica salentina internazionale e attuale. È iniziato così un percorso che ci ha portati a varcare i confini regionali, nazionali e continentali e che l’11 ottobre ci ha portati finalmente per la prima volta in Svizzera, a Basilea.
Perché il nome Kalàscima ?
Kalàscima è un composto di due parole della lingua GRIKA, che è un misto tra il dialetto salentino e il greco antico, e oggi ancora si parla in pochi comuni di una parte del Salento chiamata appunto Grecia Salentina. La prima parola è KALA, che significa BENE. La seconda è ASCIMU o ASCIMA che significa MALE quindi Kalàscima significa, in griko, il bene e il male. Questo perché nelle nostre canzoni raccontiamo spesso di storie della nostra vita quotidiana o del passato della gente del Salento, che a volte sono belle storie, a volte sono difficili e brutte perché raccontano di eventi tragici, ma comunque importanti.
Che musica suonate ?
Ci piace definire la musica che facciamo come “NUOVA MUSICA SALENTINA”
Quali sono i vostri punti di riferimento musicali ?
Ascoltiamo di tutto, dalle musiche tradizionali del mondo ai più sperimentali progetti internazionali, ma cerchiamo di creare una musica che sia unica
Cosa provate quando cantate?
Sicuramente siamo felici di poter cantare nella nostra lingua in ogni parte del mondo. Siamo orgogliosi di essere ambasciatori del Salento. L’emozione più grande viene sempre dal contatto con il pubblico. Cantare con loro, ballare e gioire insieme durante i concerti è un’emozione che si rinnova sempre e che ci sorprende ogni volta di più.
I vostri testi e musica cosa trasmettono?
Oltre a cantare, con una veste nuova, alcuni importanti canti di tradizione, scriviamo canzoni che raccontano di persone o avvenimenti che per noi sono dei riferimenti importanti per quello che siamo oggi e degli esempi per quello che dovremmo essere. “La rivolta dell’Arneo” racconta la rivolta dei contadini salentini della zona dell’Arneo che si ribellarono ai padroni reclamando la loro terra. “8 agosto 56” è un brano dedicato ai minatori morti nella strage di Marcinelle. “Per Guido Rossa” è un brano che racconta la storia di un eroe contemporaneo, Guido Rossa, assassinato dai terroristi perché non si è piegato a loro, ma ha portato avanti i valori in cui credeva fino alla fine. Come dicevo, Kalàscima vuole raccontare a quante più persone possibile queste storie che per noi sono importantissime, ma che sfortunatamente non troviamo nei libri di storia. Sono eventi che ci dovrebbero insegnare come vivere o ci fanno ricordare quanti gravi errori sono stati commessi nel passato per non commetterli di nuovo nel presente o nel futuro. La musica deve avere un ruolo di memoria sociale e deve essere inserita nel contesto musicale del 2000. Questo è Kalàscima
Tra le vostre esperienze e partecipazioni, quali ricordate con soddisfazione?
Ogni incontro musicale è unico e indimenticabile. E ci piace sempre allargare quanto più possibile i nostri confini. Ad esempio, durante lo scorso agosto, all’interno del Festival della notte della Taranta, abbiamo presentato un concerto speciale con uno straordinario musicista della Mongolia, Bukhu, che abbiamo incontrato nel nostro ultimo tour in Australia. Il mix è stato incredibile, un altro concerto da ricordare.
Avete dei particolari progetti per il futuro?
Al nostro rientro da questo tour Europeo, che finisce con la tappa a Basilea, uscirà il nostro nuovo cd che troverete tra qualche giorno su Itunes. È ricco di sorprese, speriamo di tornare in Svizzera per potervelo presentare!
Sabato 11 ottobre 2014 in ambito del progetto “Tarantacaffe” della Manù-Art management di Basilea vi siete esibiti con un vostro concerto. Come è andata secondo voi?
Benissimo, tutto è andato come al solito: tanta musica, tanta energia e un viaggio nel Salento partito dal Tarantacafè di Basilea. Un abbraccio a tutti!