La squadra renana allenata da Murat Yakin vince il quarto titolo consecutivo, il sedicesimo della storia
La vittoria per 1-0 sul San Gallo sabato allo St. Jakob Park ha sancito ufficialmente il titolo per il Basilea. Una stagione giocata ad alti livelli e ricca di emozioni per i rossoblù renani, arrivati in semifinale di Europa League persa contro il Chelsea, finalista di Coppa svizzera e alla fine il tripudio davanti al proprio pubblico con la conquista del titolo di campione svizzero. Il Basilea ha dominato la concorrenza anche in questo campionato. Merito va dato al Grasshoppers che è riuscito a mantenere aperta la sfida per il titolo fino all’ultima giornata, dopo essersi tolto la soddisfazione di battere il Basilea in finale di Coppa svizzera. Se la società ha vinto gli ultimi quattro campionati (otto in dodici anni) vuole dire che ha lavorato bene. Anche quest’anno è riuscita a risolvere il problema dell’allenatore, dopo la mancata qualificazione alla fase finale della Champions League e gli 11 punti di ritardo sul Grasshoppers. Sulla panchina è stato chiamato Murat Yakin al posto di Heiko Vogel e l’ex giocatore del Basilea ha saputo trovare continuità per agganciare il Grasshoppers e sorprendere in Europa League. Dietro allo strapotere del Basilea c’è però il vuoto. Nel calcio svizzero la distanza tra il Basilea e le altre squadre è abissale e all’orizzonte non s’intravedono squadre che possano intaccare l’egemonia dei campioni svizzeri e il ruolo di una seconda forza capace di contrastare il Basilea è destinato a rimanere vacante. Per la cronaca ai preliminari di Champions League va il Grasshoppers e in Europa League vanno lo Zurigo, il San Gallo e il Thun. Il Servette retrocede in Challenge League.