24 ministri e 2 vicepremier: il nuovo esecutivo è pronto! In questo fine settimana appena trascorso, che può essere definito storico per l’Italia, è ufficialmente iniziata l’“Era Meloni”, ovvero – dettaglio non trascurabile – il primo Governo con a capo la prima donna premier in Italia.
Giorgia Meloni ha giurato fedeltà alla Costituzione italiana al Quirinale sabato 22 ottobre 2022 al cospetto di Sergio Mattarella, mentre l’indomani, domenica 23 ottobre, a Palazzo Chigi, c’è stato il tradizionale scambio della campanella con un sorridente Mario Draghi. Adesso Meloni ha davanti tante sfide, oltre quelle di incassare la fiducia alla Camera e al Senato nei prossimi giorni, deve vedersela con la crisi energetica e una situazione critica in generale che farebbe tremare “i polsi” a tutti. Ha anche l’onere di portare il fardello di essere il primo governo “eletto dal popolo” dal 2008, e il governo “più di destra dai tempi di Mussolini”, come amano definirlo. Subito dopo le elezioni, e dopo aver visto il comportamento del tutto inaspettato della neo eletta Giorgia Meloni, una nuova definizione sta etichettando la premier, definita “draghiana”. È così? Davvero la prima donna eletta liberamente dal popolo si è rivelata una fedele seguace della politica del premier uscente Mario Draghi? Eppure proprio Fratelli d’Italia ha fatto una sentita opposizione al governo Draghi per la quale il popolo italiano l’ha preferita e votata.
Ma pensiamo a Cingolani, per esempio: il ministro uscente della Transizione ecologica può essere considerato un tassello importante di questo mosaico grottesco che sta componendo il governo Meloni. L’ex ministro, infatti, figlio di un accordo dichiarato tra Draghi e Meloni, rimarrà al lavoro al governo per “mettere in sicurezza questo periodo” come “consulente per l’energia”. Per non parlare del fatto – altro tassello – che la Presidente del Consiglio trascorra intere giornate a Palazzo Chigi per studiare i dossier lasciatole dal premier uscente. Altro segnale di forte continuità è il fatto che atlantismo ed europeismo non sembrano essere messe in discussione da Meloni, come anche il sostegno in guerra all’Ucraina, proprio come il suo predecessore.
C’è davvero, dunque, la volontà, da parte della nuova premier, di ripartire dai report di Draghi e continuare sulla medesima scia? Tutto è da vedere.
Intanto Meloni è la prima premier donna italiana che sta al centro della nostra politica, delle polemiche certamente, degli affari, dei giochi di potere, delle sfide. E nella sua posizione difficile e controversa, ma assolutamente centrale, ha costretto i due leader di coalizione, facce note alla politica italiana, alla posizione per loro scomoda e quasi sofferta di subordinazione mettendoli di lato. Il resto si vedrà in futuro, non sarà facile, ma gli auguri alla prima donna premier italiana Giorgia Meloni, draghiana o meno, poco importa, sono d’obbligo.
Redazione La Pagina