Il Consiglio nazionale approva la modifica della legge sulla procreazione assistita
Il Consiglio nazionale ha approvato la settimana scorsa con 157 voti contro 22 e 6 astensioni l’idea di modificare il diritto in vigore della legge sulla procreazione assistita e il relativo articolo costituzionale per permettere l’analisi genetica degli embrioni in vitro prima che vengano impiantati nell’utero della madre al fine di impedire l’insorgere di malattie ereditarie gravi.
Il Consiglio degli Stati vuole permettere analisi genetiche sugli embrioni in vitro destinati a coppie con difficoltà nella procreazione per evitare la comparsa di gravi malattie ereditarie (come la mucoviscidosi), ma non intende estendere tale possibilità per determinare la presenza di anomalie cromosomiche (come la trisomia), né permettere la creazione di cosiddetti “bambini salvavita”, concepiti per curare un fratello o una sorella malati. Torniamo quindi a parlare della questione in cui ci si chiede fino a che punto il progresso della medicina e l’etica possano essere compatibili.
Oggi la fecondazione artificiale funziona con l’impianto di tre embrioni nell’utero della madre, ma fare dei test sulla genetica degli embrioni è vietato. Il cambiamento della legge, previsto dal Consiglio federale, però vuole che siano messi a disposizione otto embrioni che vengono analizzati geneticamente su malattie ereditarie, nell’utero poi viene impiantato soltanto un embrione, quello senza malattie ereditarie. Il Consiglio nazionale ha approvato questo cambiamento, quanto però sia difficile la tematica lo ha dimostrato il dibattito che ne è seguito. Maya Graf dei Verdi ad esempio ha detto: “Vogliamo veramente aprire completamente la porta a questa selezione di vita degna di essere vissuta o non?”. Kathy Riklin del PPD ha sostenuto che: “Quando inizia la selezione della vita umana, quando le preferenze del genere sessuale e altri segni umani? Non tutto che nella riproduzione moderna è possibile dev’essere anche permesso”.
La maggioranza del Consiglio nazionale però è convinta che sia giusta la modifica di legge. “Siamo del parere che non devono essere le paure a guidarci, non quello che io personalmente ritengo giusto o moralmente sostenibile, ma quello che oggi nella medicina è possibile per aiutare le coppie sofferenti senza figli, con l’apposita disposizione genetica”, sostiene Rosmarie Quadranti del BDP. “Se riusciamo a far uso del progresso nella medicina così che queste persone possono avere un cammino meno doloroso, che si avvera il sogno di un figlio escludendo gravi malattie, allora questa possibilità la dovrebbero avere”, ha dichiarato Chantal Galladé del PS.
Il Consiglio nazionale ha perfino allargato le possibilità che la proposta di modifica prevista dal Consiglio federale dovrebbe permettere. Ci dovrebbe essere inoltre la possibilità di poter fare inoltre lo “Screening dei cromosomi”, vedere quindi anche anomalie come la trisomia 21, chiamato anche la sindrome di Down. Questa idea ha causato forti dibattiti e insicurezze, soprattutto le associazioni che si impegnano per i diritti degli handicappati hanno reagito in modo indignato, dicendo che i bambini con il sindrome di Down così sarebbero sempre meno voluti, e che così si creerebbe sempre di più il trend del “bambino perfetto”. “Credo che sia stata aperta una porta molto pericolosa, perché con questa possibilità sarebbe possibile per tutte le fecondazioni artificiali esaminare anomalie di cromosomi e eliminare questi embrioni colpiti”, dice Christa Schöne, co-direttrice dell’organizzazione “Insieme” alla SRF.
Ma oggi le donne incinte possono fare già il test prenatale del feto, questo test include anche il test dei cromosomi.
“Si deve essere a conoscenza del fatto che i genitori che fanno la fecondazione artificiale, vivono già una situazione difficile, già che il test prenatale è permesso, è molto più logico fare questo test prima dell’impianto dell’embrione. Questo permetterebbe di evitare gravidanze che forse più tardi sarebbero interrotte. Per gli interessati questo è molto più doloroso”, sostiene la levatrice e Consigliera degli Stati del PS, Liliane Maury Pasquier sempre alla SRF. La modifica ora tornerà al Consiglio degli Stati, alla fine però sarà il popolo svizzero a decidere sulla modifica.