La Svezia conquista la vetta dell’Eurofestival seguita da Russia e Serbia. Nono posto per l’italiana Nina Zilli. Eliminati in semifinale i ticinesi Sinplus
Giunto al termine l’Eurovision Song Contest 2012 vede trionfare Loreen con la sua “Euphoria”. La cantante svedese così si giudica l’edizione di quest’anno tenuta a Baku, in Azerbaijan e ambientata in uno studio gigantesco allestito per accofgliere l’Eurofestival e la cui totale organizzazione è costata all’amministrazione più di 134 milioni di dollari, investimento considerato un’occasione dorata per il turismo, l’economia e l’immagine del paese. Con la vittoria di Loreen, la Svezia diventa la prossima nazione che ospiterà la gara europea canora, secondo quanto dice il regolamento. Quest’anno L’Eurofestival è stato seguitissimo, non solo ha spopolato sui social network, con l’hashtag eurovision che è stato il tema più discusso/citato su Twitter, ma ha anche raccolto molti consensi dalla “tradizionale” televisione, dal 7,51% di share per quel che riguarda l’Italia fino ai picchi di oltre 17 milioni di telespettatori e lo share del 43,5% sul canale spagnolo La1, passando per gli ottimi ascolti registrati in Francia, Inghilterra e Germania, dove sul primo canale della ARD lo share è stato del 36.6%. Con ben 372 punti Loreen riesce a conquistare la giuria con il suo brano in cui alterna le grandi aperture vocali e il lirismo della prima parte ad un incedere da disco-dance della seconda, riportando in Svezia il trofeo tredici anni dopo la vittoria di Charlotte Perelli con “Take me to your heaven”. Secondo posto per “Party for Everybody” delle russe Buranovskiye Babushki e terzo posto per “Nije ljubav stvar” del serbo Zeljko Joksimovic. Poca fortuna per i fratelli ticinesi, Gabriele e Ivan che compongono il duo Sinplus, il loro brano Unbreakable non ha avuto il succeso desiderato ed è stato eliminato in semifinale.
Più vicina, invece, è andata la rappresentate italiani, Nilla Zilli, che si è piazzata al nono posto con la sua “L’amore è femmina”, il brano che l’artista aveva scelto e adattato in parte in inglese per l’occasione: “Scrivo quasi sempre in inglese le mie canzoni” – ha raccontato in un’intervista – “poi le traduco in italiano, o almeno traduco quello che è possibile perché ci sono delle cose che sono intraducibili in italiano e altre che non puoi tradurre in inglese. Ecco anche perché ho scelto di lasciare in italiano la parte del ritornello de “L’amore è femmina”: è un concetto che in inglese sarebbe difficile da rendere, perché la lingua è priva del genere. E volevo che rimanesse la chiave del brano, attorno al quel far girare tutto il resto”. Per quanto riguarda il metodo di scelta del vincitore, fino al 1997 ogni paese disponeva di una giuria, dal 1997 è stato introdotto il televoto. Dopo una serie di verdetti contestati, oggi il televoto conta per il 50%, mitigato dalle restaurate giurie nazionali per il restante 50%. Molti vociferano il fatto che la nostra connazonale non sia stata sostenuta come si deve per il timore di dover affrontare le spese di una manifestazione di questa grandezza. E la povera Nina Zilli non ha nascosto il suo malcontento per il risultato ha così commentato dal suo account Twitter: “come sempre non vinco mai, sono troppo r’n’r. grazie a tutti”. L’Eurofestival, proprio perché ospitato in Azerbaijan, paese accusato di violare i diritti umani, è stato investito anche di commenti politici che hanno interessato e coinvolto un po’ tutti. In maniera particolare si è distinta Anke Engelke, la celebre presentatrice e attrice tedesca, nel collegamento dalla Germania, ha lanciato un messaggio politico, che non ha mancato di suscitare reazioni anche nel nostro paese. La presentatrice e responsabile di giuria per la Germania ha detto: “Questa sera nessuno può votare per il proprio paese. Ma è cosa buona votare, così come è buono avere la possibilità di votare”. E poi ha aggiunto: “Buona fortuna per il vostro viaggio, Azeirbaigian. L’Europa vi tiene d’occhio”.
Engelke è stata l’unica persona che, davanti a oltre 100 milioni di telespettatori, ha avuto il coraggio di criticare il regime azero, coraggio che le ha portat i complimenti da parte della stampa tedesca e anche da parte della Svizzera. Stella Jegher di Amnesty International Svizzera, ritiene azzeccata la formulazione della critica della presentatrice tedesca, definendola “perfetta”. “Mi ha impressionato il suo stile” ha detto la Jegher, che non nasconde la sua delusione per una Svizzera che, secondo lei, si è “lasciata sfuggire l’occasione di sensibilizzare il pubblico con i problemi dell’Azeirbaigian”. Collegata dalla Svizzera, invece, Sara Hildebrand ha mandato un bacino con la mano. Secondo la direzione della Televisione Svizzera la presentatrice di “Glanz&Gloria” ha svolto correttamente il suo compito. “L’Eurofestival è una trasmissione di puro intrattenimento e non è adatta per fare politica” ha spiegato ieri il portavoce della Televisione Svizzera SRF Bernard Strapp a 20min.ch. Di tutt’altra opinione è Geri Müller, consigliere nazionale argoviese dei Verdi ed esperto di politica estera. “In eventi di questo genere la miscela tra cultura e politica avviene in maniera automatica” ha detto Müller.