Ore di terrore e paura in diverse città europee
Tutto comincia giovedì scorso con un furgone bianco che invade la Rambla, seminando terrore e morte a Barcellona. Passano poche ore e, nella notte tra giovedì e venerdì, a Cambrils, in Costa Brava – 100 chilometri a sud del capoluogo della Catalogna – c’è un altro attacco, rivendicato ancora una volta dall’autoproclamato Stato islamico. Qui cinque attentatori vengono uccisi in uno scontro a fuoco con la polizia.
Meno di 24 ore e, nel pomeriggio di venerdì 18, a Turku, in Finlandia, due persone vengono accoltellate a morte e almeno 6 restano ferite (tra cui un’italiana) da un 18enne di origini marocchine, arrestato dopo essere stato ferito ad una gamba dalla polizia. Sull’attacco si sta indagando per terrorismo.
Nelle stesse ore una persona viene uccisa – e un’altra viene ferita – in un attacco a colpi di coltello a Wuppertal-Elberfeld, in Germania. In questo caso, la polizia tedesca è a caccia dei responsabili e la matrice non è chiara.
Sabato mattina. Poche ore dall’ultima aggressione in Europa e almeno 8 persone vengono ferite – sempre con un coltello – a Surgut, in Siberia. L’assalitore viene ucciso dalla polizia ma, riporta l’agenzia Ria Novosti, i motivi del gesto non sono ancora chiari.
Una sequenza ravvicinata di attacchi e aggressioni (per alcune delle quali le autorità stanno indagando per decifrarne contesto e motivazione) che contribuisce inevitabilmente ad alimentare la sensazione di sentirsi sotto attacco, tra paura e sospetto.
Ucciso il killer della Rambla
Younes Abouyaaquoub, l’autore materiale dell’attentato di Barcellona, è stato ucciso dalla polizia a Subirats, a circa 50 km dalla città. I Mossos, la polizia catalana, hanno annunciato su Twitter che “la persona uccisa a Subirats è Younes Abouyaaqoub, autore dell’attentato terrorista di Barcellona”.
La Vanguardia inizialmente ha annunciato l’arresto del killer nella località di Sant Sadurní d’Anoia. Poi, ha reso noto che il 22enne è stato ucciso dalle forze dell’ordine. Abouyaaquoub sarebbe stato notato da una donna. La signora avrebbe chiesto al giovane cosa stesse facendo e il ricercato sarebbe fuggito in direzione della campagna. All’arrivo della polizia, il sospetto avrebbe mostrato una cintura esplosiva e sarebbe stato colpito a morte.
La polizia catalana ha quindi confermato che la presunta “mente” della cellula jihadista degli attacchi di giovedì scorso, l’imam di Ripoll Abdelbaki Es Satty, è morto nell’esplosione provocata per errore dagli stessi jihadisti nel loro covo di Alcanar. “È del tutto confermato”, ha detto il capo della polizia della Catalogna, Josep Lluís Trapero, aggiungendo che nello scoppio è morta anche un’altra persona che ancora non è stata identificata. Una terza è invece ricoverata in ospedale. Secondo i media spagnoli, il 45enne è considerato dagli inquirenti l’indottrinatore e il leader dei baby-terroristi.
Con la morte di Abouyaaqoub è stata così smantellata la cellula di Ripoll, composta da 12 persone. Prima di Younes, cinque terroristi erano infatti stati uccisi a Cambrils all’alba di venerdì, quattro persone sono in manette e due sono morte nel covo di Alcanar. Le indagini rimangono tuttavia aperte.
“Non abbiamo paura”
“Sono giorni di molte lacrime e di molta umanità”. Così il vescovo di Barcellona Sebastià Taltavull, aprendo la messa solenne alla Sagrada Familia per commemorare le vittime degli attentati di Barcellona e Cambrils, costati la vita a 14 persone (tra le quali tre italiani). Ma il popolo spagnolo, ha aggiunto, “non ha paura e vuole godere del dono della pace”.
Adnkronos
foto: Ansa