Che trionfo per la Svizzera, un vero plebiscito! Era impossibile un risultato diverso con la carica e l’originalità dell’artista designato a rappresentare la Confederazione Elvetica all’Eurovision Song Contest di Malmö, in Svezia.
Nemo, un artista che ha spiccato sin dalla prima apparizione, è emerso tra gli altri partecipanti, la sua performance ha coinvolto, il suo carisma ha catturato tutti, la sua vittoria non è apparsa poi tanto una sorpresa, è sempre stato tra i preferiti. La Svizzera ha accolto con trionfo il giovane artista 24enne di Bienne, la sua vittoria si affianca a quella di Lys Assia nel 1956 e quella di Céline Dion nel 1988. Il brano, The Code con influenze che vanno dall’opera all’hip hop, è un testo profondo che racconta la difficoltà nell’accettare un’identità sessuale non binaria. Nemo, infatti, è il primo cantante non binario dichiarato che vince il contesto musicale e ha anche portato sul palco della kermesse europea un necessario spunto di riflessione sull’importanza della presa di coscienza della propria identità sessuale. Dice il vincitore “Rendermi conto della mia identità sessuale mi ha reso libero”. La libertà è quella cosa che dovrebbe essere garantita a tutti gli individui sulla terra – anche se non è sempre così – e per la quale vale la pena di lottare, di esporsi, di sopportare a muso duro tutte le contrarietà che ti piovono addosso. E addosso a Nemo, all’indomani del trionfo, stanno piovendo davvero diverse critiche proprio per il suo modo di essere libero senza temere di doverlo mostrare da un palco così importante! È questo che spiazza il pubblico e lo spacca tra quelli che lo hanno adorato e quelli che invece lo vedono come la rappresentazione plastica del male assoluto sul palco. Nel pezzo completamente personale, Nemo fa chiaramente riferimento al “code”, appunto un codice binario che distingue l’individuo o di genere maschile o femminile che lui infrange (“I broke the code”) per affermare una comunità multiforme (quella Lgbtqia+), così come la sua musicalità che va dall’opera al rap, dalla musica dance, all’elettronica con riferimenti classici. Dopotutto, se ci pensiamo bene, anche la Svizzera con il suo plurilinguismo affermato, la varietà dei suoi abitanti, è una realtà multiforme!
Così Nemo spacca, il palco, la platea, il premio appena ricevuto (sigh!) ma soprattutto spacca i pareri e se da un lato la sua apertura e libertà di essere e di espressione viene ben accolta, dall’altro c’è chi invece non ha visto bene questa vittoria, chi critica fortemente, chi polemizza e strumentalizza. Tra questi Roberto Vannacci, nonché candidato alle europee con la Lega, che commenta facendo squallidamente riferimento al suo testo “Il Mondo al Contrario è sempre più nauseante”. L’ex Generale (è stato sospeso dall’esercito) non perde l’occasione per citare il suo libro e coglie il pretesto per portare alla ribalta i concetti che lo distinguono nella sua corsa alle europee. Idee che certamente trovano terreno fertile nei vari commenti social che descrivono il Festival europeo come il palco della perdizione! Perfino qualche artista della canzone, come il popolare cantante italiano Amedeo Minghi, si è lasciato andare con un commento dai toni disgustati rivolti all’intero evento (“Sodoma e Gomorra”) dove ha vinto “uno svizzero con la gonnellina (Nemo ndr)”.
Che dire, di spaccare Nemo “ha spaccato”…non solo figurativamente nel senso che sul palco è stato un grande, ma ha spaccato “The code”, la platea, la critica, il premio (anche quello!) e pure le “scatole” a qualcuno! Ha “spaccato” perfino l’idea un po’ retrograda della Svizzera senza eccessi, di luogo che non sconvolge mai gli equilibri e improvvisamente invece si ritrova sul tetto della musica europea!
Redazione La Pagina