Appello dell’Ue al G20, Fmi scende in campo
L’Europa da sola non può farcela a risolvere la crisi dei debiti, ed esce allo scoperto: in una lettera ai partner del G20, i presidenti di Consiglio e Commissione, Van Rompuy e Barroso, chiedono ”l’aiuto di tutti” e si appellano al ”senso di comune responsabilità” per ridare all’Unione Europea la spinta necessaria a rimettersi in piedi. Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) intanto annuncia che è in corso un’operazione di revisione degli strumenti di finanziamento a sua disposizione per aiutare di più chi ne avrà bisogno. Che l’accordo della scorsa settimana non fosse la soluzione a tutti i problemi in molti lo sospettavano fin da subito, i mercati lo hanno dimostrato prontamente e il presidente uscente della Bce, Jean Claude Trichet, lo ha confermato: ”La crisi non è finita, anzi, ci ha fatto vedere per la prima volta la debolezza dell’Europa”, caduta dopo Usa e Giappone nella stessa spirale negativa dell’economia, ha infatti dichiarato Trichet in un’intervista. E anche l’Europa stessa non è per niente sicura che il complicato meccanismo anti-crisi che ha messo in piedi funzioni davvero, con numeri ancora ballerini nonostante fossero pensati per dare sicurezza ai mercati, e i dubbi sulla capacità di attrarre investimenti esterni all’Europa.”Noi abbiamo fatto la nostra parte, ma serve l’aiuto di tutti per assicurare ripresa globale e crescita”, scrivono Barroso e Van Rompuy, assicurando che l’Europa, nel frattempo, non siederà sugli allori di un accordo non ancora pronto a decollare. ”Applicheremo le misure anti-crisi in fretta e con rigore – promettono i due presidenti – fiduciosi che ciò contribuirà ad una rapida soluzione della crisi”. Ma se ciò non dovesse bastare, come sembra chiaro a tutti, il G20 – leggi Cina e Usa in primis – non può abbandonare i suoi partner europei: ”C’è una continua necessità di azione comune da parte di tutti i partner del G20, in spirito di comune responsabilità e identico obiettivo”, spiegano in quello che suona come un vero appello. Per capire se la richiesta di aiuto e il richiamo al senso di responsabilità sarà sufficiente, bisognerà aspettare Cannes. Ma, nel frattempo, dopo le decisioni ‘epocali’ dei leader europei, cresce la sfiducia. Da parte britannica, non è solo sfiducia ma anche boicottaggio, con Londra che annuncia che non aiuterà in alcun modo il fondo salva-Stati, nemmeno tramite il Fmi. E anche il contributo Usa, tramite il Fondo monetario, è tutto da verificare, considerate le difficoltà di Obama già con la crisi americana. In campo da subito invece il Fmi che, attraverso una nota, come già accennato, informa di una ”revisione degli strumenti di finanziamento a sua disposizione”, con l’obiettivo di gestire i bisogni degli stati membri e in linea con le riforme in corso per aumentare l’efficiacia e la flessibilità degli strumenti di prevenzione delle crisi e mitigare i rischi di contagio. Gli economisti di Washington spiegano che ”l’obiettivo della revisione è rafforzare la capacità del Fondo di mitigare il contagio fornendo liquidità ai paesi che hanno politiche e fondamentali forti e che sono colpiti da stress sui mercati finanziari. Il rafforzamento degli strumenti punta a gestire i bisogni dei paesi membri. Strumenti che non sono mirati a particolari Stati”.