Venerdì scorso si è aperta la 32esima edizione dell’Expo a Milano
Il primo edificio che si apre davanti agli occhi di chi arriva dall’ingresso Ovest – Triulza è il padiglione Zero, curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi, quello che introduce al tema dell’Expo milanese: “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita”. Un paio di scatti per immortalare il momento poi si corre lungo il Decumano, la principale via del sito espositivo su cui si affacciano i 54 padiglioni dei 144 Paesi che partecipano.
“Ce l’abbiamo fatta. Milano si è svegliata con uno straordinario primo maggio. Oggi apriamo la città all’Expo con gioia. Siamo pronti ad accogliere milioni di uomini e donne che amano la pace e si impegnano a migliorare il futuro”. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha parlato all’inaugurazione dell’Expo 2015 dal palco della Lake Arena del sito espositivo a Rho-Pero. Usa parole entusiaste per l’apertura dell’evento dedicato al tema “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”. “A tutti – afferma – dico venite a Milano all’Expo. In città abbiamo preparato oltre 20mila eventi ed esperienze straordinarie, vi aspettano Michelangelo e Caravaggio, Verdi e la Scala, il futurismo e il design. Troverete la moda, l’arte, la cucina ma soprattutto la solidarietà. Milano con voi sarà ancora più bella, sarà la casa di tutti, benvenuti! L’Italia e Milano vi stupiranno”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha iniziato il suo saluto con “oggi inizia l’Expo, oggi inizia il domani”, riferendosi ad un’Italia che “ha voglia di futuro e lo fa abbracciando il mondo”, un obiettivo, ha proseguito Renzi, “non facile in questo momento di tragedie nel Mediterraneo e difficoltà nel dialogo interreligioso”.
“Sono grato di unire la mia voce” all’Expo, e la mia “è la voce dei pellegrini nel mondo intero, è la voce di tanti poveri che fanno parte di questo popolo e con dignità cercano di guadagnarsi il pane col sudore della fronte”. Così il Papa nel videomessaggio alla inaugurazione dell’Expo. La fondazione Triulza ha inaugurato con una parata multietnica l’Expo Milano 2015, un’iniziativa che riafferma il valore del dialogo fra i popoli. E denuncia un ordine economico e sociale nemico delle energie della vita aprendo un cantiere di idee per costruire un mondo migliore. “La Parade Artistica Multietnica – ha detto Sergio Silvotti, presidente di Fondazione Triulza – è una scelta con cui vogliamo ricordare come il viaggio dei popoli sia un fondamentale veicolo di incontro fra culture che moltiplica le energie, un fattore di arricchimento per le comunità e come sia necessario superare un ordine economico e sociale nemico della persona e delle comunità”. Compito delle organizzazioni della società civile è anche promuovere una tensione collettiva e popolare perché “è criminale – aggiunge Saviotti – fare in modo che donne e uomini rischino la vita fuggendo dalle loro terre”.
I No Expo
Secondo Askanews il corteo No Expo partito da piazza XXIV maggio, dopo un avvio pacifico e a suon di musica, è poi degenerato in una serie di scontri cominciati intorno a via Carducci, e proseguiti per molto tempo tra alcune delle vie più note del centro meneghino. Alcuni manifestanti, identificati come Black Bloc, hanno letteralmente devastato automobili, molte sono state date alla fiamme, e anche negozi, banche, abitazioni. Il fumo nero, misto ai gas lacrimogeni, ha invaso le strade e lunghe colonne si sono levate sinistre nel cielo sopra la città. La Questura di Milano ha confermato il fermo di alcuni No Expo. Da più fonti è confermato che i dimostranti violenti hanno fatto ampio ricorso a bottiglie incendiarie, oltre che a lanciare bombe carta, razzi pirotecnici e pietre grosse come un pugno contro gli schieramenti delle forze dell’ordine che impedivano che il corteo potesse uscire dal percorso che era stato autorizzato dalla Questura. Mentre a Rho Pero si è celebrato l’orgoglio della città chiamata a ospitare l’Expo, con una giornata di festeggiamenti e cerimonie che hanno attirato già 200mila visitatori, nelle vie di Milano la violenza ha lasciato il segno una volta di più, confermando i timori della vigilia per un primo maggio che, in tema di sicurezza, era annunciato come una data molto delicata.