Non è mai troppo tardi: chi lo dice che la stagione di Formula Uno ormai vicina a concludersi ha perso di interesse, dopo che da tre gare Max Verstappen ed il suo team Red Bull sono matematicamente campioni iridati?
Metti, ad esempio, quanto accaduto al São Paulo Grand Prix disputato ieri sui 305 km del circuito brasiliano di Interlagos. Fatta eccezione per Max Verstappen, che come entra in pista vince la gara e pensa alla prossima, le emozioni sono iniziate in qualifica e terminate a poche centinaia di metri dal traguardo.
Iniziamo dalle qualifiche.
Le sessioni preliminari alla gara brasiliana hanno dovuto essere sospese per un improvviso nubifragio abbinato a raffiche di vento, il che ne reso doverosa la interruzione.
Portiamoci alla starting grid, alla linea di partenza.
La fiera delle vanità allineava Verstappen, Leclerc di Ferrari e Lance Stroll di Aston Martin. Bene, proseguiamo: nel giro che precede l’avvio, per portare in temperatura motori e gomme, un problema di elettronica rende inguidabile la Ferrari di Leclerc, che si infrange contro le barriere a bordo pista.
Risultato: il monegasco è costretto al ritiro ancora prima dell’inizio della gara.
Ad inizio corsa, altro colpo di scena: dopo solo cento metri una collisione tra la Alpine Renault di Albon e la Haas del danese Magnussen costringe entrambi al ritiro.
Sono i primi, ma non gli ultimi, nella lista degli altri piloti che dovranno interrompere la gara anzitempo: i due della Alfa Romeo, Zhou Guanyu e Valtteri Bottas, e George Russell di Mercedes.
Proseguiamo la cronaca di Interlagos 2023. Dopo l’incidente iniziale, il grand prix ha registrato una mezz’ora di ritardo, necessaria a liberare la pista dai detriti.
Per i rimasti in gara, la partita si è giocata equilibrandosi fra le caratteristiche del circuito, i capricci della meteo, ed i dovuti aggiornamenti a seguire.
Le caratteristiche del circuito, e questo in parte aiuta a meglio comprendere le note di apertura che avete appena letto e quelle che ancora vi attendono, invitavano i piloti ad una guida veloce, grazie ad un tracciato regolare che favorisce i sorpassi.
Anche la meteo ha avuto la sua parte. Dopo il nubifragio delle qualifiche, la gara si è svolta in condizioni favorevoli ma che hanno portato i piloti a compromessi sulle gommature, ipotizzando un tempo clemente, ma anche l’opposto. Di conseguenza le strategie brasiliane dei vari team sono rimaste condizionate dalla scelta del momento migliore per recarsi ai box per un cambio, tenendo d’occhio quello che facevano gli avversari e le possibilità di tornare in gara senza perdere troppe posizioni dopo la sosta.
A movimentare la situazione, c’è il fatto che tutte le scuderie hanno seguito questa strategia.
Ora parliamo di tattiche, e siamo all’ultimo set delle novità che vi abbiamo anticipato. Mettiamo da parte Verstappen e l’unico avversario capace di impensierirlo, ovvero Lando Norris e la sua McLaren Mercedes.
Avvincente è stato il finale di gara, per fortuna sviluppatasi senza ulteriori incidenti, tra lo spagnolo Fernando Alonso di Aston Martin e Sergio Perez di Red Bull.
Gli ultimi giri hanno visto il pilota iberico difendere il terzo posto seguito dall’avversario messicano che lo tallonava a pochissimi secondi di distanza.
Quello che sembrava un semplice inseguimento del pilota Red Bull, era invece una lezione di tattica impartita dal pilota di Aston Martin, e che gli guadagna una dovuta menzione d’onore.
Innanzitutto, Alonso, alla guida di una vettura tecnicamente inferiore alla Red Bull inseguitrice, sovente ha portato il pilota avversario ad uscire dalla sua scia, negandogli un vantaggio aerodinamico. Poi, dove possibile, ha rallentato il passo gara, invitando il rivale messicano a superarlo ma poi accelerando improvvisamente, beffando Perez ma soprattutto impegnando le gomme della sua Red Bull a pattinare per un inutile attacco. Trucchi del mestiere, si potrebbe dire. Vero: ma in gara ogni poco giova.
Perché proprio all’ultima tornata di pista, Perez ha spinto la sua Red Bull al massimo e finalmente superato la Aston Martin di Alonso.
Immediata la replica del pilota spagnolo: ha tallonato ed inseguito l’avversario con gli pneumatici usurati ed infine lo ha doppiato proprio in prossimità del traguardo.
E così si è chiusa la gara.
La classifica di giornata segnala al primo posto il solito Verstappen, seguito da Lando Norris ad appena 8 secondi.
In terza, meritatissima posizione, troviamo Fernando Alonso, ma con oltre mezzo minuto dal vincitore.
A scendere, dal quarto al decimo rango, compaiono Sergio Perez, Lance Stroll, Carlo Sainz, Pierre Gasly di Alpine Renault, Lewis Hamilton di Mercedes, Yuki Tsunoda di Alpha Tauri Honda (già nota come Team Minardi), ed Esteban Ocon di Alpine Renault.
Anche stavolta il distacco dal vincitore di questo gruppo di piloti parte dal mezzo minuto e si dilata a superare il giro di ritardo, limite oltre il quale le rilevazioni cronometriche ormai perdono di significato agonistico.
Campioni del mondo per la categoria piloti e quella costruttori erano e restano Verstappen e Red Bull.
La lotta invece continua per le posizioni cadette.
La graduatoria iridata dei drivers, vede al secondo posto Sergio Perez a 258 punti, seguito da Lewis Hamilton, con 226.
Per la categoria teams, seconda è Mercedes con 382 lunghezze, tallonato da Ferrari a 362.
di Andreas Grandi