È uscito “La festa del padrone”, il primo album che segna il sodalizio artistico dei tre musicisti italiani
Abbiamo imparato ad amarli, ma singolarmente, adesso però possiamo ascoltarli assieme. Sì perché Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzé si sono uniti per formare un’affiatata superband e creare il loro disco. Si intitola “La festa del padrone” ed è uscito questa settimana, martedì 16 settembre. I tre cantanti italiani si conoscono da molto tempo, addirittura dagli anni ’90 quando, ognuno con la propria musica, frequentava e cantava negli stessi locali di Roma. Ognuno fa il proprio percorso artistico, quasi parallelo, ed arrivano al grande pubblico registrando grandi risultati. Sì è vero che a volte si sono pure incontrati: nel ’96 Gazzè è bassista di Silvestri per il suo tour; nel ’98 Fabi e Gazzè dominano le classifiche con “Vento d’estate”; Gazzè e Silvestri collaborano in alcuni brani de “Il Latitante” di Silvestri che nel 2011 scrive e interpreta con Fabi il brano “Sornione”. Pur “girandosi attorno”, mai fino adesso i tre artisti si erano artisticamente uniti. Poi finalmente si presenta l’occasione e Fabi, Silvestri e Gazzé stringono un sodalizio musicale palpabile in questo lavoro discografico. Tutto nasce con un viaggio in Sudan, prima che riprendesse la guerra civile, raccontano: “c’è stata l’occasione di organizzare un viaggio in Sudan, molto prima che pensassimo di rinchiuderci in sala di registrazione…
È stato un viaggio splendido assolutamente lontano dal concetto di comodità tipo resort con lettino a bordo piscina. Siamo andati in profondità a noi stessi e abbiamo iniziato a pensare seriamente di scrivere canzoni nuove e di far nascere questo album”. Questa la genesi del loro sodalizio e dell’album che ne garantisce la validità artistica. “La sintonia tra noi c’è sempre stata – spiega Fabi – e sicuramente avremmo potuto decidere di farlo prima. Ma non è casuale esserci arrivati ora. Con fatica, lavoro e sacrificio in questi anni ognuno di noi ha raggiunto una propria identità musicale che ci rassicura. Siamo più tranquilli e maturi: ci si mischia senza aver paura di scomparire nel gruppo”. “Ci siamo voluti sperimentare – aggiunge Gazzè -. Venti anni fa sarebbe stato più difficile. Quello che stiamo facendo è un po’ il nostro Banana Republic”, facendo riferimento all’esperienza che vide insieme Lucio Dalla e Francesco De Gregori, indimenticabile per la storia della musica d’autore. “Banana Republic è stata indimenticabile per i protagonisti, per il momento storico, per la realtà musicale. Era un’esperienza da richiamare alla memoria per un’ambizione musicale, non certo per ripetere l’evento”, spiega Silvestri. Per fare questo passo hanno messo da parte le loro carriere da solista, “Un’idea azzardata metterci insieme, una scelta anacronistica anche fare un disco – dice ancora Silvestri -. Ma la considero una scommessa vinta. Ne esco più ricco, anche più giovane. Ho trovato nuovi stimoli e nuove energie”. “La festa del padrone”, infatti, contiene brani inediti cantati e suonati a sei mani con tutto l’entusiasmo e la voglia di scrivere di quando si inizia, non a caso l’immagine della copertina reca un albero al contrario, come a voler mettere in primo piano il bisogno a questo ritorno alle radici. “È stata un’esperienza positiva per tutti, ma non ci si deve aspettare un prodotto che sia la somma di quello che sappiamo fare – aggiunge Fabi – Non siamo la somma di tre, ma un grande Uno”. L’album, contenente 12 brani, è stato anticipato dall’uscita di ben due singoli: il 25 aprile scorso è uscito “Life Is Sweet” e la ballad “L’amore non esiste” in rotazione radiofonica dal 22 agosto. Finalmente dopo mesi di instancabile lavoro, esce l’intero album svelando tutte le tracce di inediti a cui i tre cantanti si sono dedicati in questo periodo, facendo anche delle scelte importanti come quella di non prendere parte a Sanremo, ma “i tempi erano stretti e avevamo un’idea molto più ampia di ciò che ci sarebbe piaciuto fare, per questo abbiamo rifiutato ma ci ha dato la spinta a scrivere” spiegano gli artisti.
Nell’album è contenuto un concetto molto forte, quasi rivoluzionario, in cui i tre cantanti, tre uomini, auspicano più potere alle donne nel mondo: “Siamo dominati da un mondo che ha un punto di vista totalmente maschile. Prevalgono l’aggressività e la competizione così il nostro augurio è che i posti di potere siano occupati da quante più donne possibili perché hanno una consapevolezza maggiore. Sono madri e molto protettive”, basterebbe questo concetto ad esempio di tutta la complessità e profondità del pensiero dei tre artisti e che si snoda nelle 12 tracce contenute in tutto l’album, e basta questo pensiero per meritare di essere ascoltato.