Il caso di cronaca che ha investito la seconda carica dello Stato Ignazio La Russa sta davvero infuocando le polemiche estive, sia per le conseguenze dirette che investono per forza di cose la stabilità interna della maggioranza di Governo, sia per le conseguenze indirette, come la vicenda che ha coinvolto il giornalista di Libero Filippo Facci, per la quale ci ha rimesso la trasmissione Rai che sarebbe iniziata il prossimo settembre: “I Facci Vostri”.
Facci, dalle pagine di Libero, ha commentato il caso che vede il figlio minore del Presidente del Senato denunciato da una ragazza che sostiene di essere stata stuprata da Leonardo Apache La Russa.
“Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa”: è questa la frase incriminata che ha destato sgomento generale, se non vi è capitato di leggerla. È vero, ne potevamo fare tutti a meno di un pensiero così “alto e illustre” del giornalista Facci, che in questo caso ha messo per iscritto uno dei pensieri più retrogradi e bigotti “mai sentiti prima”. E cadono le braccia in terra se si tratta di un giornalista a cui la Rai, la televisione Italiana di Stato, ha deciso di dare spazio, soprattutto se il tenore dei suoi pensieri risultano essere come questo, tutt’altro che colti e sensati.
Cosa vuol dire, in termini spiccioli, la frase di Facci? Vuol dire che la ragazza che ha denunciato violenza sessuale si è meritata quello che è accaduto perché non era (volutamente) cosciente o almeno il suo stato psichico era alterato dalle sostanze (volutamente) ingerite. È la stessa cosa, più o meno, che qualcuno si prenda un pugno dritto tra i denti semplicemente per i toni arroganti e ignoranti che usa (volutamente) quando parla o scrive. Una violenza giustificata dalla sua ignoranza. Eh no Facci, la violenza non è mai giustificata né giustificabile e “purtroppo” il pugno in faccia che l’arrogante di turno si prenderebbe sarebbe ingiusto e denunciabile. Chi ha ragione e come si sono svolti i fatti, lo deciderà chi ne ha la competenza, ma soprattutto non ci si può permettere di pronunciare certe frasi che celano pensieri così contorti.
Ma soprattutto come poteva sperare Filippo Facci che dopo una frase del genere, commentando un caso talmente delicato e che riguarda determinati personaggi, potesse passarla liscia?
Le polemiche inerenti al caso si sono moltiplicate esponenzialmente e se l’intendo del giornalista era quello di favorire una sorta difesa per l’accusato, ha fatto un grosso buco nell’acqua. Così oggi dai vertici Rai hanno fatto sapere che la striscia quotidiana de “I Facci Vostri” è stata cancellata.
“La mia sconfitta professionale consiste tipicamente nell’illudersi che i più ti leggano per intero prima di esprimersi, che magari conoscano i tuoi trascorsi, addirittura i tuoi libri, che abbiano cognizione di causa prima di attribuirti odiosi reati – dice Facci – l’illusione, insomma, che non ti trasformeranno in carne da cannone per alimentare le polemiche politiche di cui ti ritrovi a essere lo strumento del giorno, da trascurabile vittima secondaria. Riscriverei quella frase? No, perché conta un fatto solo: che la frase non ha portato niente di buono, ho fornito ingenuamente un pretesto a chi non cercava altro, e più in generale ho fatto malintendere un intero articolo. La professionalità innanzitutto, l’orgoglio personale poi”.
La frase non ha portato a nulla di buono per le lotte a favore della parità di genere, contro il sessismo e soprattutto nei confronti del rispetto di una eventuale vittima, è questo il motivo principale che proprio non si vuol capire!
E ora “Facci suoi”…
Redazione La Pagina