Ecco l’estratto dello scritto a cui si riferisce il nostro lettore
Vorrei segnalare un presunto esempio di «Fake News» su LaPagina nel numero di fine febbraio (Nr. 7 del 15.02.17 ndr). In quell’occasione l’onorevole Farina scriveva dell’eminente chiusura della Casa D’Italia di Zurigo. In risposta ad una mia E-Mail di chiarimento a lui indirizzata confermava la notizia: «alla luce delle ispezioni ministeriali italiane e delle disposizioni cantonali sulla sicurezza degli edifici pubblici, da tempo prevista, la chiusura avverrà probabilmente entro l’estate del 2017.» E ancora «Mi risulta che l’autorità consolare, in accordo con il comune, abbia già individuato lo stabile all’uopo». Ritenendo la notizia autentica, ho voluto chiedere all’Onorevole che ritengo una persona seria e credibile, un ulteriore chiarimento chiedendo di una valida fonte riscontrabile della notizia. Supponendo che l’autore abbia prima di scrivere verificato, una fonte credibile. Sono ancora in attesa di una risposta, che a questo punto dubito mai avverrà. Essendo ovvio che ad’ ogni «Fake News» esiste un interesse reale non svelato, chiedo ancora oggi e non solo, al diretto interessato, se la Casa D’Italia farà la stessa fine di quella di Lucerna, o magari verrà occupata dal consolato (per risparmiare sull’affitto)? In tutto questo supposto (o inventato) marasma sono curioso che ruolo avranno i Comites, CGIE e le varie associazioni italofone. Se invece come noi tutti ci auguriamo, è una “Fake News” o se preferiamo “bufala”, chiedo all’Onorevole Farina in forma ufficiosa un chiarimento sulle ragioni e motivazioni di tale notizia.
Mario Pluchino
Fatevi avanti!
Gentile signor Pluchino,
accettiamo con piacere il suo invito alla trasparenza e cerchiamo di far chiarezza su un paio di punti che lei ha trattato. Pubblicando il suo intervento, speriamo di rendere chiaro che la cosa che ci interessa maggiormente è dare spazio all’argomento “Casa d’Italia”, non solo attraverso i suoi scritti ma anche attraverso gli interventi di chi, come lei, ha voglia di esprimere il proprio parere sul futuro del nostro punto d’incontro più importante di Zurigo. I genitori delusi, le persone “sconcertate”, gli assidui frequentatori della Casa d’Italia, chi è d’accordo col progetto di restauro, chi non lo è: tutti possono avere la possibilità di esprimersi in proposito e trovare spazio sul nostro giornale, sempre nelle possibilità redazionali. Siamo disponibili alla pubblicazione di un dibattito aperto, a dar visibilità alle vostre opinioni e cercare di far valere le vostre ragioni, ma deve esserci l’interesse da parte dei lettori attraverso una diretta partecipazione. Solo in questo modo possono prendere realmente parte al nostro progetto divulgativo di cui lei parla.
Vede, una voce si può non sentirla, due potrebbero essere ignorate, ma quando le voci sono tante fanno rumore. Che si facciano avanti! Noi, come vede, il passo in avanti lo abbiamo fatto, in nome non della trasparenza che lei ci recrimina ma della trasparenza che ci appartiene a priori.
La redazione