Arrestati otto italiani che operavano tra l’Italia e la Svizzera, ma gl’inquirenti pensano che dietro di loro ci siano complicità di alto livello
Tutto si può dire ma non che i falsari che hanno contraffatto i quasi sei miliardi di dollari in titoli di Stato americani non abbiano pensato in grande. Il valore in dollari ammonta esattamente a 5973 miliardi, cioè più di .tre volte il debito pubblico italiano che, euro in più euro meno, si ferma a 1600 miliardi. Altro che giocolieri delle tre carte! Altro che falsificatori da quattro soldi che si arrabbattono ad imitare con forbici e pennarelli una manciata di banconote da venti miseri euro! Qui si tratta di titoli di Stato emessi dalla Federal Reserve Bank of Chicago in data 1934! Pensate a tutta l’organizzazione che ci è voluta e al tempo impiegato per realizzare i titoli. Già falsificarli su carta talmente speciale che ci sono voluti periti americani per stabilire la falsità dei titoli, la dice lunga sul lavoro ben fatto. Chapeau, dicono i francesi. Quei titoli sono un concentrato di abilità, di conoscenze, di competenze interdisciplinari, di tecnologie d’avanguardia, di complicità che solo il tempo dirà quali sono e a che livello si situano. Senza contare la collocazione storica della grande contraffazione: 1934, un anno sufficientemente lontano dalla conclusione della prima guerra mondiale, ma abbastanza vicino da giustificare quella massa di bond, parte degli enormi scambi di danaro tra le potenze vincitrici per le spese di guerra. Per non parlare poi della copia del Trattato di Versailles e uno dei documenti firmati al termine della Grande Guerra. Roba da specialisti, fini conoscitori di caratteri dell’epoca, della carta, dell’inchiostro, delle firme dei sottoscrittori, a ben guardare la più facile delle falsificazioni. Il tutto in cilindri di piombo e in casse d’epoca. I falsari hanno pensato in grande e a tutto: sia detto sottovoce un po‘ di ammirazione se la meritano. Sono otto gli arrestati, tutti italiani, ma nessuno crede che a mettere su una simile impresa siano solo loro. Intanto i titoli sono stati sequestrati presso la sede di una fiduciaria di Zurigo, dove erano arrivati nel 2007 passando per Hong Kong. Dunque, c’è una ramificazione internazionale di vasta e capillare portata. Gli otto italiani che hanno gestito la commessa probabilmente hanno avuto come teatro e area di lavoro la Basilicata e la Svizzera, ma che l’ex sindaco di Montescaglioso, in provincia di Matera, insieme ai suoi complici, possa aver ideato la ”più grande operazione di sempre”, secondo l’espressione del procuratore capo di Potenza, Giovanni Colangelo, con tutto quello che abbiamo cercato di elencare all’inizio, nessuno la beve.
Abbiamo l’impressione che di questa vicenda si parlerà molto a lungo, probabilmente prima che il giornale arrivi agli abbonati ci saranno novità e sviluppi, perché troppo elevati ed eccellenti devono essere le complicità per rimanere nel silenzio. Intanto, sono note delle intercettazioni telefoniche in cui si accenna ad un possibile traffico di plutonio proveniente dalla Nigeria. Il plutonio non è roba che si mette in una borsetta o che si trova in qualche supermercato, è materiale che serve per costruire bombe, armi mididiali, capaci di distruggere città e intere aree. Non si scherza. Deve esserci una mente o delle menti che formano una specie di grande Spectre in grado di muoversi ad alto livello con banche, personaggi addentro nella finanza, magari servizi segreti, insomma, la cosa può far paura. Già il fatto stesso che i bond servissero come garanzia per chiedere prestiti implica un giro dove non è possibile immaginare che i vari autori dei diversi passaggi fossero degli allocchi. E poi: pensate a una truffa in stato magari non avanzato, ma in grado di mettere in crisi, una volta scoperta, banche e funzionari, istituti di credito e via dicendo. Per fortuna che se sono otto italiani quelli già beccati, italiano è anche chi non ha creduto alla trasparenza dell vicenda e, con la collaborazione fondamentale delle autorità elevetiche, ha bloccato il grande colpo, facendo cadere nella depressione più nera chi l’aveva sponsoritzzato e chi ci aveva creduto. Poi, può darsi che tutte le congetture fatte poggino sul vuoto e che dietro gli otto falsari non ci sia nessuno (cosa tuttavia molto difficile da credere): se così fosse, comunque la tentata truffa entrerebbe nella storia e, per l’audacia, farebbe impallidire tutte le altre messe a segno o semplicemente tentate fin qui. Ma, appunto, è estremamente difficile credere alla genialità presunta di otto sbandati con manie di grandezza e di ricchezza. A proposito: quanto avranno speso per idearla, prepararla, realizzarla? Sicuramente un patrimonio che loro non possedevano e che non avrebbero mai potuto permettersi.