Durante la pratica in studio può capitare che qualcuno mi chieda di fornire un menu dettagliato con alimenti e dosi elencati giorno per giorno. Anzi, potrei dire che è quasi la norma. Anni di diete lette sulle più diffuse riviste, passate sottobanco dall’amica o pagate profumatamente al dietologo di chiara fama ci hanno indotto a credere che qualcun altro, che non siamo noi, abbia il diritto di dirci cosa e quanto dobbiamo mangiare.
Capiamoci: aspettarsi da un professionista della nutrizione spiegazioni su come il cibo influisca sulla nostra salute e in che modo orientare le proprie scelte alimentari in termini di qualità, modalità di preparazione dei cibi e ripartizione dei pasti è il minimo sindacale.
Questo però non deve significare che la vostra persona di riferimento possa sostituire la vostra individualità. Ciascuno di noi ha i propri gusti e i propri ritmi; inoltre le nostre esigenze energetiche e nutrizionali possono variare a seconda delle attività svolte, delle condizioni di salute e di diverse altre variabili.
Partendo da questo presupposto, è logico aspettarsi che il body-builder di 120 kg non solo debba mangiare quantità e proporzioni diverse rispetto, poniamo, alla fidanzata sedentaria di 60 kg, ma che, a seconda che stia preparando una competizione oppure che sia in vacanza oppure in recupero da un’influenza, debba variare di conseguenza la propria alimentazione.
Eppure, quante persone conoscete che, a dieta, mangiano, magari per settimane, sempre le stesse cose nelle stesse quantità a prescindere dalle proprie condizioni, perché così è prescritto dal loro menu settimanale?
Un approccio del genere non ha alcun logico fondamento, per non dire una base scientifica, ma trova ancora innumerevoli e fedeli adepti. “Mi dica cosa devo fare, dottore!”
É necessario invece riprendere confidenza con l’unico, vero ed affidabile indicatore delle nostre esigenze nutrizionali: il nostro appetito. Una volta eliminati tutti i cibi spazzatura, ripristinato il giusto ritmo dei pasti e imparato a preparare pietanze complete e bilanciate, sarà la fame a dirci se abbiamo mangiato troppo poco o il giusto e ci impedirà di mangiare troppo.
Siamo la persona che ci conosce meglio: sarebbe il caso di iniziare ad ascoltarci.
Individualistici saluti
dalla vostra
Tatiana Gaudimonte
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