Gassani: “In Italia l’amore malato uccide più della mafia”
“L’efferato femminicidio avvenuto a Roma sabato notte ai danni della giovanissima Sara dimostra che il fenomeno della mattanza di genere contro le donne è ancora la prima piaga sociale del nostro Paese, nonostante il varo di leggi che dovrebbero reprimere e prevenire determinati reati”. A dirlo Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, sottolineando che in Italia “l”amore malato’ uccide più della mafia”.
“La questione è fondamentalmente culturale. Ormai le leggi non bastano più – spiega l’avvocato – Occorre una politica di formazione delle coscienze fin dai banchi di scuola per creare una nuova cultura che garantisca rispetto del mondo maschile verso quello femminile. Nel 1981 fu abrogato il delitto d’onore nel nostro Paese. Tuttavia, nella testa di molti uomini, il delitto per così dire ‘d’onore’ è tutt’altro che abrogato. Ragion per cui la scelta della donna di finire una relazione, per alcuni uomini, significa la lesione della propria immagine e del proprio onore” ha spiegato il presidente dell’Ami.
Sara: la studentessa bruciata viva
Cosparsa di alcol e data alle fiamme con un accendino mentre era ancora viva. È così, secondo la ricostruzione della polizia, che sarebbe stata uccisa Sara Di Pietrantonio, la studentessa di 22 anni trovata carbonizzata nei pressi della sua auto in fiamme, in via della Magliana, alla periferia di Roma. Per l’omicidio è stato fermato Vincenzo Paduano, l’ex fidanzato della vittima, di 27 anni. Il giovane ha confessato l’omicidio dopo un interrogatorio durato 8 ore. È accusato di omicidio volontario premeditato.
“In 25 anni di questo lavoro non ho mai visto un delitto così atroce”, ha detto il capo della squadra mobile di Roma Luigi Silipo in una conferenza stampa in Questura con il procuratore aggiunto Maria Monteleone. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, “Sara usciva da una storia malata, un rapporto morboso” con il suo ex. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la ragazza era apparsa preoccupata nell’ultima settimana per la morbosità del giovane, tanto da averne parlato anche ad alcuni amici.
La sera dell’omicidio, Sara è uscita per andare in un pub con un’amica e dopo si è vista con il suo nuovo ragazzo. Intanto l’ex, che faceva la guardia giurata in una portineria poco distante dal luogo del delitto, si è allontanato dal lavoro e si è appostato con l’auto sotto casa del nuovo compagno della 22enne. Una volta che Sara l’ha accompagnato a casa, ha atteso che il giovane rincasasse e l’ha inseguita con l’auto per poi accostarsi e costringerla a fermarsi.
Dalle indagini sull’auto del fermato sono stati riscontrati dei danni a uno specchietto e alla fiancata dell’auto, compatibili con la dinamica ricostruita dagli investigatori. Secondo la ricostruzione, Paduano è poi entrato nell’auto di Sara e ci sarebbe stata un’animata discussione. A un certo punto il giovane ha cosparso l’auto con l’alcol gettandolo anche contro la vittima. La 22enne a quel punto sarebbe scesa dall’auto per cercare aiuto ma invano. Il giovane quindi, dopo aver dato alle fiamme l’auto, avrebbe raggiunta la ex, a circa 200 metri e le avrebbe dato fuoco con un accendino. Dopo il delitto, Paduano sarebbe tornato al lavoro all’Eur.
Secondo quanto ricostruito, almeno due auto avrebbero visto la ragazza chiedere aiuto mentre il suo ex stava dando alle fiamme la sua auto. Ma nessuno si è fermato né ha chiamato le forze dell’ordine. Gli investigatori hanno rintracciato le auto grazie ai filmati delle telecamere presenti nell’area del parcheggio di un ristorante dove la giovane stava cercando di scappare. Sentiti in Questura, i proprietari hanno riferito di non aver capito cosa stesse accadendo e di temere per la propria incolumità.
Il procuratore aggiunto Monteleone, che ha coordinato le indagini sull’omicidio, ha lanciato un appello: “Voglio rivolgere un invito a chi si imbatte in una donna che chiede aiuto, anche di notte, a non restare indifferenti e voltarsi dall’altra parte e a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Se questo fosse accaduto Sara sarebbe ancora viva”.
Adnkronos