Forza Italia si sta ristrutturando e punta a vincere le elezioni nel 2018
È la convinzione espressa da Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. “Qualcuno ha detto che Forza Italia è in via di liquidazione, è vero il contrario, è in via di ricostruzione – ha affermato – ma anche in espansione sul territorio, abbiamo dato il via ad assemblee in ottomila comuni, cerchiamo portabandiera anche nei piccolissimi comuni, anche dove finora i nostri si sono presentati in liste civiche”. “Abbiamo deciso – ha spiegato il leader azzurro – di essere presenti in ogni comune, con forte attività in ambiti sociali, sostegno a chi non ce la fa, a chi ritiene di essere vittima della giustizia. Nelle rilevazioni il nostro movimento è quotato al 16-17%, ma siamo assolutamente convinti che ci siano milioni di milioni di persone che non hanno votato Fi perché non c’era Silvio Berlusconi in tv. Oggi ho ripreso e sono in campo come sono sempre stato. Abbiamo fatto diversi esperimenti in diversi comuni, quel 50% di elettori che non sono andati a votare non sono elettori di sinistra, che sono mentalmente militanti”. Quelli che non sono andati a votare “non sono nostri antagonisti ma rassegnati. E Forza Italia – ha concluso Berlusconi – si sta strutturando in maniera veramente organizzata; alle prossime elezioni, se avremo il tempo, come io penso, e saranno nel 2018, andremo con l’intenzione di vincere”.
Sempre durante la conferenza stampa alla Camera Silvio Berlusconi dice sì alla proposta di Matteo Renzi sulle unioni gay. “La legge tedesca sulle unioni civili è il giusto compromesso tra le libertà di tutti e il rispetto profondo dei valori cristiani e della famiglia”. Anticipata dalla battaglia pro gay della sua compagna Francesca Pascale con tanto di cena ad Arcore con Luxuria e selfie incluso, la svolta azzurra sui gay nasce da un necessario “adeguamento alla realtà che è cambiata”, aggiunge Berlusconi, “è evidente quindi che per le coppie omosessuali e le coppie di fatto ci vuole un cambio di passo”. Ma non finisce qui, il leader di Forza Italia apre anche sullo Ius soli. “Dare la cittadinanza ai figli degli stranieri che vivono in Italia è doveroso”, soprattutto al termine di una “ciclo scolastico di studi” che “gli consente di parlare la nostra lingua e conoscere la nostra storia”. Nel frattempo l’asse con Renzi è confermato, anche sulle modifiche all’Italicum. “Siamo sempre disponibili a modifiche della legge elettorale, cioè del famigerato Patto del Nazareno. Fino ad ora però, Brunetta ha calcolato ben nove richieste di modifica dalla sinistra e noi le abbiamo accolte. Ci stiamo confrontando con Renzi per trovare una soluzione”.
Proprio per l’approvazione di Berlusconi dello “Ius soli”, sono seguiti commenti e critiche, come quella di Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega al Senato, che critica l’appoggio dicendo che “forse Berlusconi non ricorda più che il suo partito una volta faceva parte del centrodestra. Non ci interessa rincorrere politiche sinistrorse e falsobuoniste: per noi il governo deve occuparsi dei problemi degli italiani, delle aziende in crisi, della tassazione insopportabile” e continua “noi i clandestini vogliamo respingerli, non dare loro hotel a 4 stelle e ospitalità da 1.200 euro al mese. Risorse che devono essere spese per i nostri pensionati e disoccupati: prima i nostri”.
Sulla questione anche il segretario federale della Lega, Matteo Savini, su Facebook si è detto “assolutamente contrario” all’ipotesi di dare la cittadinanza ai bambini figli di immigrati dopo un ciclo scolastico su cui si è espresso favorevolmente il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. “Io sono assolutamente contrario. L’emergenza del momento non è regalare cittadinanze o diritto di voto. Emergenza è rilanciare il lavoro in Italia. Siamo noi gli immigrati in casa nostra”. È seguita poco dopo sul commento di Salvini anche la presa di posizione di Mariastella Gelmini, vice presidente vicario dei deputati di Forza Italia: “Matteo Salvini sbaglia nell’interpretare le parole di Silvio Berlusconi. Forza Italia è un partito di centrodestra liberale, pienamente ancorato al contesto internazionale in cui viviamo. In tutti i Paesi occidentali, in tutte le democrazie più avanzate, la cittadinanza arriva alla fine di un percorso che ha alla base due pilastri: il rispetto delle regole e l’integrazione culturale. Nessuno ‘regala’ la cittadinanza: si fissano le condizioni per ottenerla. Un ciclo scolastico – aggiunge Gelmini – non è una passeggiata, è un impegno pubblico e duraturo da parte delle famiglie e dei ragazzi”. E conclude “Non possiamo essere superficiali: l’Italia non è un asteroide che vaga solitario nello spazio, vive in un sistema di relazioni internazionali. Certo, i controlli e il percorso devono essere seri e severi. Regole certe e non porte aperte a chiunque, ma la speranza di un futuro migliore alla gente onesta che vuole essere parte del nostro Paese, questo sì”.