Il Consiglio federale vuole risolvere la disparità di trattamento per le coppie sposate nei confronti dei concubinati. Per le aziende sgravi fiscali limitati e aumento degli assegni famigliari
Due anni fa il popolo svizzero aveva bocciato l’iniziativa del Partito popolare democratico (PPD) sulla famiglia, che chiedeva di eliminare nell’ambito dell’Imposta federale diretta (IFD) gli svantaggi fiscali nei confronti dei concubini con una situazione finanziaria simili. Il Consiglio federale vuole risolvere questa controversia che dura da decenni e ha inoltrato al Parlamento il messaggio per la modifica della legge federale sull’IFD. “Dal 1984 una decisione del Tribunale federale dice la situazione attuale è anticostituzionale” ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer nella conferenza stampa di presentazione.
Il modello proposto dal Governo prevede un calcolo alternativo per le coppie sposate. L’autorità calcola dapprima l’onere fiscale sulla base attuale della tassazione congiunta. Per la coppia viene poi effettuato il calcolo alternativo con tassazione individuale come se fossero concubini. Dei due importi alla fine verrà fatturato alla coppia l’importo più basso. “La soluzione è un compromesso politico” ha spiegato Maurer “e non ci saranno più disparità. L’IFD non sarà dunque un motivo per non sposarsi”. Aumenterebbe così la tassazione fiscale per le coppie non sposate con figli, perché gli eccessivi sgravi sarebbero, secondo il Consiglio federale, le cause della penalizzazione per i coniugi con figlie. Il modello prevede ora di applicare a tutte le persone non coniugate con figli la tariffa base invece della tariffa per coniugi. Per evitare che la misura provochi un carico fiscale per le famiglie monogenitoriali ci sarà una deduzione di 11.500 franchi.
La nuova misura proposta riguarda circa 80.000 coppie sposate e nell’ambito pensionistico 250.000 coniugi pensionati. Il progetto comporterà una diminuzione del gettito fiscale IFD di 1.15 miliardi di franchi, dei quali circa 950 milioni in meno per la Confederazione e circa 200 milioni per i Cantoni. Le minori entrate non porterebbero a programmi di risparmio. “Ce lo possiamo permettere, perché la situazione finanziaria è buona” ha promesso Maurer.
Promessa che vale anche per il Progetto fiscale 17 (PF17) che riguarda le aziende svizzere e internazionali. Dopo la bocciatura popolare alla Riforma III dell’imposizione delle imprese, il Governo ha elaborato il progetto che ricalca in parte la riforma. Rimane l’obiettivo principale con l’abrogazione entro il 2019 dei privilegi fiscali concessi alle società holding con sede in Svizzera e criticate dalle comunità internazionali. Anche questo progetto è secondo Maurer “un compromesso equilibrato” ed è sostenuto dai cantoni e ora anche dalle città e dai comuni. Il PF17 presenta tre misure principali. Introduce un limite agli sgravi fiscali per le aziende che i Cantoni potranno concedere. Ci sarà l’incremento della quota di imposta federale diretta (IFD) destinata ai cantoni dal 17% al 21.2% che porterà nelle casse cantonali altri 990 milioni. Con la nuova quota cantonale, i cantoni dovrebbero ottenere maggiore libertà d’azione per ammortizzare le perdite fiscali che si creerebbero con l’abolizione dei privilegi fiscali. Il progetto prevede inoltre l’introduzione dei così detti “patent-box” e appropriate concessioni di detrazioni fiscali per le spese di ricerca e sviluppo e le deduzioni devono essere incentrate prevalentemente sulle spese per il personale. La novità è una componente sociale. C’è anche lo “zuccherino” per i privati, per favorire l’accettazione popolare del PF17. Gli assegni famigliari minimi aumenteranno da 200 a 230 franchi a figlio e da 250 a 280 franchi per i figli in formazione. La riforma porterebbe a mancati introiti di 2.2 miliardi di franchi, ma solamente per una breve durata. In futuro la Confederazione si aspetta maggiori entrate fino a 6.1 miliardi. Il progetto passa al vaglio del Parlamento e si prospetta un duro dibattito, poiché dei partiti principali solo il PPD sembra soddisfatto, ma visto che la riforma è urgente e dovrà entrare in vigore nel 2019, alla fine un compromesso è auspicabile. Un secondo fallimento la Svizzera non può permetterselo.
Gaetano Scopelliti