La Guardia di Finanza ha controllato migliaia di persone denunciando 3556 finti poveri accusati di false dichiarazioni per sconti e vantaggi per un posto negli asili nido della Capitale
Li chiamano “furbi” o “furbetti”, ma in realtà sono dei piccoli, medi e grandi ladri. Migliaia di persone, a Roma, chiedevano di non pagare la retta, di avere la precedenza nelle liste di attesa, di avere la mensa gratis per i loro figli all’asilo. Si dicevano poveri, ma era solo un modo per fregare il prossimo e lo Stato. In realtà facevano false dichiarazioni, ma li vedevi sfrecciare su Suv oppure in giacca e cravatta negli studi professionali.
Comunque, la Guardia di Finanza ne ha denunciati 3556 “per aver indebitamente beneficiato di prestazioni sociali agevolate”, tipo, appunto, asili nido ed altri prestazioni sociali agevolate o completamente gratis. Le dichiarazioni non riguardano solo gli asili nido, riguardano anche i buoni libri per studenti, le agevolazioni di pubblica utilità, come la luce, il gas, i trasporti. Ecco la dichiarazione del comandante generale della Guardia di Finanza: “L’attuale periodo di crisi ci ha obbligato ad innalzare il livello di attenzione sui temi della tutela delle risorse dello Stato. Le istituzioni sono molto più impegnate ad individuare le migliori pratiche per ridurre sprechi e inefficienze ed anche l’opinione pubblica è più attenta di fronte agli episodi di mala gestione o di sperpero delle risorse”. Tutto bene, ma c’è qualcosa che non va in questa dichiarazione. Il comandante quasi si scusa perché la Guardia di Finanza ha proceduto ai controlli. Non solo: lo attribuisce alla crisi economica, altrimenti, pare di capire, non ci sarebbero stati controlli. I quali avvengono a campione o su segnalazioni precise di terzi. Poi, una volta individuata persona segnalata e una volta che la si è sottoposta ai controlli riguardanti i redditi, gli immobili, il possesso di auto o barche, si passa alla denuncia o all’arresto, a secondo della gravità dei casi.
A Roma le scoperte sono state tante. C’era gente che dichiarava di essere nullatenente e invece aveva da poco acceso il mutuo per l’acquisto di una casa; gente che faceva false dichiarazioni nascondendo macchine lussuose e potenti; gente che aveva studi legali ben avviati che o piangevano miseria o dicevano che si erano sbagliati. Non si parla di professioni modeste, ma di liberi professionisti di grido nel loro campo, gente che viaggiava su macchine di grossa cilindrata, gente facoltosa che ha truffato per pochi spiccioli. Va da sé che le truffe di molti si sono ripercosse sul bisogno di tanti che si vedevano scavalcati da chi aveva un altro e un alto tenore di vita. Non si tratta solo di false dichiarazioni per avere piccoli vantaggi a scapito di chi di questi piccoli vantaggi ne aveva estremo bisogno, si tratta anche di truffe ben orchestrate e messe in atto per mesi ed anni nel settore della previdenza. Le frodi sono costate allo Stato ben 103 milioni di euro ed hanno portato alla denuncia di 9632 persone. Ecco il campionario delle truffe: fondi andati a 1.047 falsi invalidi e a 3.297 falsi braccianti agricoli, 395 casi di pensioni pagate a persone morte da tempo, 569 casi di assegni sociali dati sempre a persone decedute, 655 casi di fondi andati ad altre tipologie di sostegno, 72 milioni di euro truffati al servizio sanitario nazionale (2550 controlli per 1781 denunciati). Insomma, la banda del buco ha fatto man bassa di soldi pubblici indebitamente usufruiti.
Infine, la Finanza ha effettuato circa mille verifiche tra i dipendenti pubblici, segnalandone 1274 per incompatibilità o doppio lavoro. Complessivamente sono state erogate sanzioni per 15 milioni di euro.
Un quadro a dir poco desolante.