Fiorello non tradisce: il suo nuovo show scivola via col sorriso sulle labbra e il piacere di vedere uno spettacolo in cui si divertono tutti tra gag ed improvvisazioni varie
Il premier dimissionario Silvio Berlusconi, il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, in platea, Carla Bruni alle prese con la ninna nanna: sono solo alcuni dei bersagli presi di mira da Fiorello nella puntata di debutto del suo nuovo varietà ‘Il più grande spettacolo dopo il weekend’, seguito da quasi 10 milioni di telespettatori con uno share del 39.18%. Anche se aveva annunciato che non si sarebbe occupato di politica, Fiorello non ha potuto fare a meno di ironizzare sulle dimissioni del premer: «Ad Arcore bandane a mezz’asta», ha infatti esordito, aggiungendo subito dopo: «Bondi piangeva e declamava poesie, ‘Ei fu’, la Santanché invece piangeva… Lacrime solcavano il suo volto, è passata dalla plastica all’umido». Tanti gli ospiti nel parterre: oltre alla Hunziker, anche Alessia Boni, Nicola Savino, Luca Giurato, Marta Marzotto e Marco Borriello, mentre Marco Baldini, spalla storica, ha supportato Fiorello, soprattutto come voce fuori campo, in molti sketch. Ospiti musicali della puntata i Negramaro e Giorgia. In Passerella è arrivata anche Eva Riccobono. Tra i monologhi di Fiorello più applauditi quello sul papà alle prese con la figlia adolescente, già rodato in teatro. Divertenti anche gli ‘approcci amorosi’ con il direttore di Raiuno, ricordando i baci sulla bocca con il suo predecessore Fabrizio Del Noce. Anche il direttore generale della Rai, Lorenza Lei, è stata evocata da Fiorello che ne ha proposto l’imitazione in brevi pillole video in cui, con la presunta voce della Lei, invitava a pagare il canone. Jovanotti, a cui Fiorello si è ispirato per il titolo dello show (dal brano ‘Il più grande spettacolo dopo il big bang’), ha subito commentato su twitter: «vai Fiore! Bella la versione del mio pezzo con una nota diversa per non pagarmi i diritti». «Sono contento ma non mi cullo nel successo. Mi è piaciuto il fatto che i complimenti siano arrivati prima dei dati di ascolto»: è stato l’entusiastico commento di Fiorello in merito all’esordio dello show. Anche il Direttore generale della Rai, Lorenza Lei, ha commentato lo straordinario successo di pubblico ottenuto dallo show: «È sempre più difficile raggiungere risultati come quello che ha fatto registrare Fiorello. Sfiorare il 40% di share con circa dieci milioni di telespettatori di media e raggiungere punte del 49% di share con 12 milioni e 800 mila spettatori sono risultati che si commentano da soli». La Rai, ha sottolineato il Dg, «ha dimostrato ancora una volta di saper svolgere appieno il suo ruolo di servizio pubblico, da una parte raccontando in tempo reale l’emergenza alluvione e la crisi politico-economica nazionale e internazionale, dall’altra offrendo ad una platea così vasta un nuovo grande evento televisivo che sicuramente resterà negli annali della televisione, così come i grandi show che l’azienda ha prodotto e realizzato nel corso della sua storia». «Un risultato straordinario che riempie di soddisfazione e orgoglio: un Fiorello formato ‘mundial’ che, visti gli ascolti, entra di diritto nella storia della tv»: questo invece il commento del presidente della Rai, Paolo Garimberti. «Fiorello – fa notare – ha dimostrato che quando si declina la qualità, per dirla con Morgano e Ariso, si arriva. Un grazie convinto dunque a lui e a tutto il personale Rai». Orgoglio e soddisfazione condivisi anche dal direttore di Rai 1, Mauro Mazza, per il quale “si tratta di un record assoluto di ascolto che consacra l’artista mattatore assoluto, protagonista di un evento che premia, con lui, la nostra scelta di mettere in campo una potente macchina editoriale e produttiva degna di una grandissima azienda televisiva. Come promesso – conclude il direttore di Rai 1 – di fronte ad ascolti così strepitosi, stappiamo una bottiglia di spumante. «Gli ascolti? Ma a noi degli ascolti non importa niente, pensiamo solo al prodotto. Anche se fossero stati bassi saremmo stati contenti lo stesso e invece… Avemo fatto il bottooooo!»: esulta Fiorello.Lo show, iniziato con il monologo su Berlusconi, è terminato con l’Inno di Mameli in versione rap, un modo per Fiorello per celebrare a modo suo i 150 anni dell’Unità d’Italia, caduti proprio in un’annata particolare per la nazione, ‘in cui è successo di tutto’, dice en passant lo showman. L’operazione di Fiorello ricorda molto da vicino quella già fatta per San Martino, trasformata in una hit che ha insegnato a un’intera generazione la poesia del Carducci e si collega ‘idealmente’ all’esegesi dell’Inno fatta da Benigni a Sanremo 2011. Fiorello ha riscritto la natura del varietà, il suo pallino da anni, mescolandola con quella a lui più congeniale dell’one man show, suo vero cavallo di battaglia, che si alimenta ed esplode con la verve della diretta. E se la struttura non cambia (le immancabili critiche hanno puntato sulla sua ripetitività, sulle idee sempre uguali e già note e sulla formula ormai conosciuta), si rinnova continuamente nell’insuperabile capacità di coinvolgere in modi non convenzionali i suoi ‘superospiti’, personaggi di spicco solitamente soffocati “dalla liturgia dell’ospitata” che insieme a lui si lasciano andare, sicuri di essere valorizzati e non ridicolizzati. Fiorello ha saputo sfruttare al meglio il piacere della ripetizione che spinge i telespettatori a ricercare situazioni già note per godere appieno della gioia dell’evasione, facendo leva allo stesso tempo sul piacere della variazione, lasciando a sé e al pubblico quel margine di imprevedibilità che si concretizza nell’improvvisazione con i vip in platea o in battute buttate lì davvero per caso. Insomma Fiorello fa Fiorello e offre al pubblico quel che meglio sa fare.