Fiorentina sola in vetta, il Napoli superlativo, sorridono Roma e Lazio, si salva l’Inter e riparte la Juventus, in coda vittorie per Empoli e Carpi
Sono 18 i punti dopo sette gare. Nella sua storia alla Fiorentina non era mai riuscito e grazie alla sesta vittoria, guarda tutte le altre dal vertice della classifica. Contro l’Atalanta, la squadra di Sousa non sbaglia e a parte un piccolo calo di tensione, domina la gara con un calcio moderno e di spiccate qualità offensive. Il tecnico è certamente la sorpresa d’inizio stagione, perché in pochi si aspettavano i viola lassù. Sousa impressiona nella gestione del gruppo, ritenendo tutti titolari. Ruotano i giocatori nei diversi moduli senza che la qualità del gioco e la mentalità ne risentano. La Fiorentina non ha una formazione fissa, ma la determinazione di giocarsela sempre, indifferentemente dall’avversario. La gara contro l’Atalanta è stata condizionata dall’episodio iniziale. Dopo cinque minuti la Fiorentina va in vantaggio su rigore e si ritrova in superiorità numerica per l’espulsione (forse severa) di Paletta. È qui si vede il lavoro svolto da Sousa. La sua squadra non si illude, non si scompone e gioca con un atteggiamento autorevole e chiude la gara con Borja Valero e Verdù. La parola scudetto anima i tifosi, ma Sousa resta realista. I prossimi due impegni contro Napoli e Roma daranno maggiori indicazioni. Sfortunata l’Atalanta, che è in un momento positivo, per aver dovuto cambiare tattica e non avere potuto giocarsela in parità numerica. I bergamaschi non hanno avuto la forza di reagire, anche per merito della Fiorentina bravissima a non farli rientrare in partita gestendo con intelligenza la gara.
È un Napoli stratosferico e se Sarri sarà bravo a dare continuità al gioco, ai risultati e al momento positivo potrà dire la sua sullo scudetto. È stata invece una disfatta per il Milan di Mihajlovic, che con quattro sconfitte ha una classifica peggiore di Inzaghi. La lezione di calcio impartita dal Napoli lascia un segno profondo e infittisce il mistero su una squadra che va da male in peggio. Il Milan non ha un’identità e ha fatto vedere in tutti i reparti molti limiti sia tattici sia tecnici. Il tecnico serbo avrà sopravvalutato la rosa e ora sarà costretto a rivedere i suoi piani tattici e dare al Milan un assetto che curi meglio la fase difensiva, ma soprattutto lavorare sulla mentalità. Ottimo invece il Napoli che continua con le goleade, migliora di partita in partita ed è la squadra più forte del momento. Sarri sta dando equilibrio tra i reparti, costruendo la squadra dalla difesa diventata solida (solo un gol subito). Impressionante la tenuta fisica del Napoli che a fine gara correva più del Milan nonostante la partita fosse decisa. Il progetto Sarri funziona e dopo la sosta, la sfida di vertice contro la Fiorentina dirà, dove può arrivare il Napoli.
In campionato la Roma cambia volto rispetto alla Champions League e vince con autorità a Palermo confermando la formazione che a Minsk aveva quasi rimontato lo 0-3. Basta mezzora ai giallorossi per sbrigare la pratica Palermo con le reti di Pjanic, Florenzi e Gervinho. Nella ripresa la Roma si concentra a gestire il risultato, ma è svagata e concede la possibilità di rimonta a un Palermo più determinato che si porta sul 2-3 al 91’. Gervinho la chiude subito con il suo secondo gol dando tregua per due settimane alle polemiche sul tecnico Garcia con un’importante vittoria, che non risolve però i cali mentali che condizionano le gare della Roma. Per il Palermo dai due volti è la quarta sconfitta dopo sette gare e ora Iachini avrà abbastanza tempo per invertire la rotta, premesso che Zamparini non si rimangi la promessa di non esonerarlo.
La Sampdoria conquista con l’amaro in bocca un bel punto in casa contro l’Inter. Per oltre un’ora, i nerazzurri soffrono una Sampdoria più precisa e brillante nell’impostare il gioco e a mettere in apprensione la difesa nerazzurra in alcuni casi macchinosa. L’Inter non riesce a incidere in attacco e le occasioni da gol sono casuali. Fa più male la Sampdoria quando riparte con Muriel e Eder e se non fosse stato per un erroraccio di Correa a porta vuota, avrebbe finito il primo tempo in vantaggio. Gol che è arrivato a inizio ripresa con Muriel lasciato solo da una difesa interista distratta e lo stesso giocatore avrebbe potuto chiudere l’incontro poco dopo. Mancini ridisegna la squadra con un modulo più offensivo e l’Inter si sveglia, ma non trova varchi nella difesa genovese. Il gol arriva su azione insistita di Icardi che serve Perisic solo davanti alla porta vuota e salva l’Inter da altre settimane calde, ma non toglie ancora i dubbi a Mancini sull’assetto e il gioco della squadra. Dopo la sosta la gara della maturità contro la Juventus a San Siro.
Alla fine l’assalto respinto dal Frosinone per 80’ minuti premia la Lazio che con la vittoria sale al terzo posto. Una gara complicata e sofferta, risolta da Keita che entra in campo a partita in corso. Il Frosinone, molto tenace, ha giocato a tratti bene anche in fase offensiva e ha messo paura alla Lazio (traversa di Blanchard). Ma la Lazio per ora è uscita dalla crisi e allunga la striscia positiva di risultati. Pioli ha ritrovato la squadra della scorsa stagione, cresciuta sul piano della mentalità.
In settima il presidente Squinzi ha parlato, anche se scherzosamente, di scudetto in casa Sassuolo e sarà un caso, ma alla prima partita post dichiarazione gli emiliani perdono l’imbattibilità sul campo dell’Empoli. Basta il minimo scarto ai toscani per una vittoria pesante e meritata, che l’allontana dal fondo della classifica. L’Empoli ha dominato il gioco, cercando con insistenza il gol arrivato all’85’ con Maccarone. Il Sassuolo è apparso senza idee e si è smarrito e quando aveva ritrovato l’equilibro è arrivato il gol decisivo. Di Francesco ora dovrà far ritrovare ai giocatori l’umiltà che li ha fin qui contraddistinti.
Fa male anche al Torino l’aria dell’alta classifica, perché sul campo del Carpi sfuma il primato in classifica, almeno per una notte, dopo 38 anni. La prima del neo-tecnico del Carpi è positiva. Sannino regala anche al Carpi la prima storica vittoria in Serie A grazie al 2-1 sui granata. La vittoria è figlia della fortuna (autogol sfortunato del portiere granata), ma anche delle scelte tattiche fatte dal tecnico, che hanno cambiato volto al Carpi. Il Torino ha sentino fortemente l’indisponibilità di molti giocatori chiave, ma Ventura si è arrabbiato anche per la manovra lenta e prevedibile dei suoi, che non hanno avuto l’apporto dagli esperti Glick e Quagliarella entrambi in ombra.
La Juventus voleva la svolta anche in campionato dopo le brillanti vittorie in Champions League e allo Stadium arriva la prima vittoria stagionale sul Bologna. I bianconeri iniziano la risalita e dopo la sosta saranno chiamati all’esame Inter. Contro il Bologna, solo un primo quarto d’ora titubante, prima di prendere in mano le redini del gioco e schiacciare gli emiliani nella propria area. Allegri con il rientro di Khedira, centrocampista di personalità, pare abbia trovato l’assetto giusto per tornare protagonista. Il Bologna resta ultimo e in balia dei suoi problemi irrisolti. Il derby di Verona termina in parità, ma a recriminare è il Chievo. Dapprima per il gol irregolare del vantaggio veronese e poi per non avere concretizzato una gara dominata contro un avversario in emergenza e senza vittorie in campionato. Il primo tempo è stato davvero brutto, nella ripresa spinge il Chievo, ma va in svantaggio. L’assalto finale è coronato dal gol di Castro. Amarezza Chievo che poteva salire in classifica, mentre il Verona di questi tempi si accontenta. L’1-1 alla fine è il risultato giusto tra Udinese e Genoa. Meglio i liguri che ripetono la prestazione con il Milan almeno per un tempo, mostrando un calcio migliore con più corsa e organizzazione rispetto all’Udinese. I friulani trovano a sorpresa la rete con Di Natale, tornato al gol, ma non sanno gestire l’assalto del Genoa che pareggia meritatamente su rigore con Perotti.