La l. n. 207/2024 (legge di bilancio 2025) ha introdotto, a regime, la possibilità di rivalutare le plusvalenze latenti relative al valore di mercato delle partecipazioni, sia che esse siano quotate o non quotate, e dei terreni, indipendentemente dal fatto che siano edificabili. Tuttavia, l’incremento dell’aliquota sostitutiva dal 16% al 18% incide notevolmente sull’attrattiva fiscale per chi decide di usufruire di questa misura.
La normativa, attiva dall’1.1.2025, è destinata a proprietari e titolari di diritti reali su azioni e terreni non detenuti in ambito aziendale, offrendo un’alternativa favorevole rispetto alla tassazione ordinaria prevista al momento della cessione o di altre operazioni realizzative. Oltre all’aumento dell’onere dovuto all’aliquota, vanno considerati anche i costi della perizia giurata, indispensabile per i terreni e per le partecipazioni non negoziate su mercati regolamentati. Se il contribuente sostiene il costo della perizia, questo può essere dedotto dalla plusvalenza, a condizione che superi il valore certificato.
Un’importante innovazione della legge di bilancio 2025 è la stabilizzazione della rivalutazione: non sarà più necessario attendere proroghe annuali. I beni posseduti al 1° gennaio di ogni anno possono essere rivalutati tramite una perizia giurata e il pagamento dell’imposta sostitutiva, o della prima rata, entro il 30 novembre dello stesso anno. Le due rate successive si pagano entro il 30 novembre dei due anni seguenti, con un tasso d’interesse del 3% annuo. Per le partecipazioni quotate, il valore di riferimento sarà la media aritmetica dei prezzi rilevati nel mese di dicembre dell’anno precedente. Sebbene la riforma fiscale prevedesse aliquote diverse in base al periodo di possesso del bene, la legge di bilancio 2025 conferma un’aliquota unica al 18%.
I soggetti esteri che detengono partecipazioni qualificate in società italiane sono esclusi dalla possibilità di rideterminazione fiscale, poiché già beneficiano di regimi speciali come previsto dall’art. 1, comma 59 della legge di bilancio 2024. Tuttavia, la normativa permette di rideterminare il costo fiscale per beni già rivalutati in passato, sottraendo dall’imposta dovuta quella eventualmente già versata per precedenti rivalutazioni, come specificato nella circolare dell’Agenzia delle entrate n. 16/E/2023.
Dr. Paolo Gasparini