Renzi frena sui decreti delegati in materia di fisco dopo la bomba scoppiata a causa delle polemiche sulla norma “salva-Berlusconi” che era contenuta nel provvedimento che avrebbe di fatto cancellato la condanna a 4 anni nel processo Mediaset. La riforma del fisco era stata approvata lo scorso 24 dicembre, ma tornerà in consiglio dei Ministri per essere rivista. È questa la decisione del Premier dopo le grandi polemiche scatenate dal M5s, dalla Lega e in parte anche dal Dem. “Il nostro Governo – ha assicurato Renzi – non fa norme ad personam, non fa norme contra personam.
Fa norme che rispondono all’interesse di tutti i cittadini”. Ma le polemiche sono state talmente forti che il premier ha dovuto stoppare i decreti appena approvati. “Renzi ha provato a giustificarsi dichiarando che una nuova legge non potrebbe consentire di cancellare una condanna passata in giudicato, ma la realtà è che l’articolo 19 bis è una furbata che consentirebbe di annullare i 4 anni inflitti a Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset. Estinto il reato penale, per Silvio si schiuderebbero le porte del ritorno in politica. Così il loro amore potrebbe finalmente uscire dalle segrete stanze del Nazareno ed essere dichiarato alla luce del sole”, si legge ancora nel post, intitolato “Il burattino Renzi” e firmato da “M5S Parlamento”, ovvero il post che ha alzato i toni della discussione e che conclude sostenendo: “Se ci fosse ancora qualcuno che si chiede perché il governo ha bloccato la legge sul conflitto d’interessi alla Camera, o quella sull’anticorruzione al Senato e fatto regali alle concessionarie (tra cui Mediaset), la risposta adesso viene servita su un piatto d’argento. Perché Renzi è Berlusconi, e viceversa”.
In effetti, l’introduzione nel decreto attuativo della delega fiscale di un articolo (il 19 bis) che prevede l’esclusione della punibilità “quando l’importo delle imposte sui redditi evase non è superiore al 3% del reddito imponibile dichiarato”, permetterebbe al leader di Forza Italia di ricandidarsi in quanto condannato per una frode fiscale di 7 milioni di euro, pari a meno del 2% dell’imponibile di Mediaset.
“È possibile che tutte le volte che c’è un provvedimento importante sul fisco, che riguarda milioni di italiani, qualcuno si senta obbligato a mettere in mezzo me?”, ad affermarlo è Silvio Berlusconi che, pare, avrebbe saputo del decreto a suo favore solo attraverso la stampa. Così Renzi fa un passo indietro e ferma tutto per smentire un improbabile imbroglio: “Ci fermiamo, non c’è inciucio. Se qualcuno immagina che in questo provvedimento ci sia non si sa quale scambio, non c’è problema: ci fermiamo. La norma la rimanderemo in Parlamento soltanto dopo l’elezione del Quirinale, dopo che Berlusconi avrà completato il suo periodo a Cesano Boscone”.