40mo dei sismi in Friuli all’Università di Basilea: il „Modello Friuli“ per una fedele ricostruzione nell’Italia centrale
La commemorazione dei tragici terremoti che hanno devastato il Friuli nel maggio e settembre 1976 ha acquistato una tragica attualità con i recenti eventi nell’Italia centrale. Con il patrocinio del Consolato italiano promosso dal Console Michele Camerota ed in collaborazione con l’ASRI di Basilea ha avuto luogo recentemente nell’Aula magna dell’Università, gremita da folto e qualificate presenze una serata dal tema „Morte e rinascita di una terra. L’Italia die terremoti: il modello Friuli“ . Il messaggio che l’incontro voleva lanciare é stato pienamente raccolto: un forte incoraggiamento a quelle regioni, con una positiva esperienza come quella che da anni viene considerato a livello internazionale il „Modello Friuli per la ricostruzione e sviluppo“. Numerose le rappresentanze istituzionali ed associative, tra le quali un folto gruppo dell‘ ANA (Assoc. Nazionale alpini) in Svizzera. Il Cantone di Basilea città era rappresentato dal vicecancelliere Marco Greiner che ha espresso il compiacimento per l’immane opera di ricostruzione e sviluppo realizzata in Friuli, augurando una pronta ripresa nell’Italia centrale. Il presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia Franco Iacop, ha tracciatouna significativa sequenza della operatività di quegli anni: delega dello Stato italiano alla Regione Friuli-V.G. che a sua volta ha coordinato, coinvolgendoli direttamente, i sindaci die Comuni terremotati.
Un rappresentante di essi, Ivo Del Negro, ha informato sui punti essenziali della ricostruzione ed efficacia a livello comunale, senza dare mai adito a corruzione o scandali di sorta. Le esposizini degli oratori sono state integrate da video ed esposizioni multimediali che hanno documentato testimonianze dell’aiuto dei Friulani dei oltre 160 Fogolârs riuniti nell’Ente Friuli nel mondo. Per la Svizzera é stato ricordato il generoso contributo affluito nel „Comitato Pro Friuli Svizzera“ che raccolse, investendoli in 6 progetti mirati, ben un milione di franchi.
Il Fogolâr di Basilee ha voluto portare le immagini e testimonianze di una terra e del suo popolo, dove le case erano povere, ma il senso di comunità era forte. Questo per suscitare una riflessione su cosa siamo diventati e su come affrontare le sfide difficili di un’epoca dominata dall’incertezza. La stessa che, in fondo, ci sovrastava pochi giorni dopo il terremoto.