Basterebbero pochi fermi-immagine, per riassumere conferme ed aspettative vissute in pista nel Grand Prix di Formula 1 gareggiato nel fine settimana sui 308 chilometri del circuito urbano di Gedda, seconda città dell’Arabia Saudita. Iniziamo dalla fine, dal podio. Il risultato non è cambiato. Se nella tornata precedente, in Bahrein, le posizioni erano state monopolizzate dalla Red Bull di Verstappen e da quella del suo compagno Checo Perez, in Arabia Saudita al traguardo si riconfermavano le due Red Bull, ma con una semplice inversione di graduatoria: primo il messicano, secondo l’olandese. Ed ora iniziamo con la sequenza di fotogrammi e portiamoci alla starting grid, la linea di partenza. In prima fila si è confermata la Red Bull di Perez, imbattibile anche sull’asfalto saudita. È ormai chiaro il motivo della supremazia tecnica delle RB19 austriache. Il fondo delle monoposto è stato completamente ridisegnato, in particolare ha ridotto il porpoising, i sobbalzi che si creano in gara a causa dell’effetto Venturi, riassumibile come segue: a maggior velocità della vettura corrisponde una minore resistenza aerodinamica. Con le dovute proporzioni, succede agli aerei in fase di atterraggio: rallentano e per la pressione atmosferica atterrano con un sobbalzo, provare per credere. In Formula 1 per risolvere questo inconveniente, e guadagnare preziosi secondi, i progettisti hanno a disposizione tre soluzioni. Intervenire sulla altezza della vettura, prassi seguita dalle scuderie Aston Martin e Williams. Oppure modificare la rigidità delle sospensioni. Come alternativa, non resta che riprogettare i flussi d’aria sotto e lungo la carrozzeria, soluzione preferita da Red Bull e anche da Ferrari, ma con risultati non comparabili, come stiamo per vedere. Torniamo infatti alla starting grid, ad inizio gara. La seconda posizione era presidiata Fernando Alonso e la sua Aston Martin che in questo campionato, per gentile e dispendiosa concessione della scuderia austriaca, è un clone della meccanica della Red Bull. Al terzo posto partiva Carlos Sainz di Ferrari; al quarto Lance Stroll e la sua Aston Martin, che per i motivi appena spiegati non dobbiamo sorprenderci di ritrovare nelle prime file. Nelle retrovie, penalizzati da irregolarità nelle componenti meccaniche, Charles Leclerc di Ferrari era relegato in dodicesima fila, seguito dal campionissimo Max Verstappen addirittura 15° sul gruppo dei 20 partecipanti. Avanti veloce, entriamo in gara ed arriviamo al secondo fermo-immagine: dopo soli 10 giri sui 50 previsti, la Red Bull di Verstappen era già risalita in 9° posizione. Proseguiamo: alla 14° tornata di gara Verstappen raggiungeva il 6° posto. Al 22° giro Verstappen era 4°, al seguito del capofila Perez, tallonato da Alonzo e George Russel di Mercedes. Il 25° giro è quello decisivo: Verstappen approfitta di un rettilineo e supera la Aston Martin di Alonzo, che deve arrendersi alla superiorità meccanica dell’avversario. Per completare le note di cronaca riferiamo quanto accade nelle scuderie, anticipando un clima che ritroveremo nei prossimi mesi di campionato. In casa Mercedes, Hamilton si è lamentato con i tecnici che ignorano i suoi suggerimenti per l’assetto della vettura; a fine gara Toto Wolf, responsabile delle frecce d’argento tedesche, riconoscerà l’errore. Verstappen e Perez, rispettivamente, comunicano ai tecnici Red Bull il malfunzionamento di semiasse e pedale del freno delle loro RB19, lasciando gli avversari a sperare, inutilmente, che almeno questi inconvenienti possano ostacolare la vittoria dei due campionissimi. Valtteri Bottas segnala problemi al motore e chiede ai tecnici un controllo a distanza della sua Alfa Romeo: i problemi sono confermati, ed il finlandese concluderà la gara in ultima posizione.
Infine, Charles Leclerc, comunica al team Ferrari “che non sa cosa fare” perché il compagno Carlos Sainz lo precede e non gli lascia strada. E siamo all’ultimo fotogramma, i festeggiamenti dopo il traguardo. Il Grand Prix dell’Arabia Saudita 2023 è vinto dalla Red Bull di Checo Perez, seguito a soli 5 secondi dal compagno di scuderia Verstappen; terzo qualificato Fernando Alonzo di Aston Martin, staccato dal vincitore di ben 20 secondi, una enormità. Quarto e quinto i due della Mercedes, George Russell e Lewis Hamilton, distanziati di 25 e 31 secondi. Sesto e settimo la coppia dei ferraristi Carlos Sainz e Charles Leclerc, separati di 35 e 43 secondi dal vincitore. Trasferta sfortunata per i piloti di Alfa Romeo che stavolta non sono riusciti ad entrare nel gruppo dei dieci che guadagnano punti in classifica: il cinese Zhou Guanyu è 13°, a 76 secondi dal vincitore; il finlandese Valtteri Bottas addirittura staccato da un giro di distanza. La classifica piloti è guidata da Verstappen e Perez, con 44 e 43 punti, seguiti da Fernando Alonzo di Aston Martin, Carlos Sainz di Ferrari, la coppia Mercedes Russell e Hamilton, Lance Stroll e il monegasco Charles Leclerc, allineati da una graduatoria di 30, 20, 20, 18, 8 e 6 punti.
Anche la classifica costruttori riflette nomi ed aspettative dei soliti noti protagonisti della stagione appena iniziata: Red Bull ha 87 punti; Aston Martin e Mercedes 38, Ferrari 26.
Prossimo appuntamento: il 2 aprile, per il Grand Prix di Australia.
di Andreas Grandi