Accorsi in massa sul circuito di Marina Bay, i tifosi del capoclassifica olandese, la orange army di Max Verstappen, sono in silenzio. Tutti zitti. Sul podio suona l’inno di Mameli. Moltissimi dei 250’000 spettatori presenti sventolano bandiere tricolore e rosso Ferrari. Carlos Sainz alza le braccia al cielo, mentre i media affidano all’universo multimediale un messaggio chiarissimo: la Ferrari torna a vincere. Sul podio, primo è lo spagnolo. Secondo: Norris di McLaren. Terzo: Hamilton di Mercedes. Verstappen, il capoclassifica predestinato alla vittoria della attuale stagione iridata, partito dalle ultime posizioni, non è riuscito a rimontare. Forse alla Red Bull iniziano a ricordare che la porta che segna il cammino verso il successo, allinea due scritte: entrata ed uscita. E così è stato. Le sinora invincibili monoposto del team anglo-austriaco oggi hanno gareggiato in retromarcia.
Ma andiamo con ordine. Il Grand Prix di Singapore, 15° gara delle 22 in calendario per la stagione in corso, era già iniziato sotto buoni auspici per le rosse di Maranello. La starting grid trovava Sainz, al volante di una velocissima Ferrari, seguito da George Russell di Mercedes, poi l’altro ferrarista Leclerc, poi Lando Norris di McLaren, e quinto Lewis Hamilton ancora di Mercedes.
A complicare le strategie, due fattori di disturbo. Innanzitutto, le condizioni climatiche: a Singapore le vetture hanno gareggiato sfidando un clima talmente torrido da surriscaldare le componenti tecniche e complicare lo smaltimento termico dei motori. Altra particolarità: il tracciato è corto, appena 5 km, da ripetere 62 volte, di derivazione cittadina. Questo complica i sorpassi, e si aggiunge alla presenza di inevitabili sconnessioni dell’asfalto. Ricordiamole, perché queste avvertenze confermeranno il loro significato in corso di cronaca. Alla partenza la Ferrari di Sainz non solo difende la pole position, ma la conserva sino alla fine. Il pilota spagnolo pare aver superato l’ansia da prestazione che lo ha bloccato nella prima parte del campionato. Il motivo: ancor più del compagno Leclerc, Sainz si è sempre personalmente occupato dell’assetto della sua vettura, e quindi psicologicamente si trova a disagio quando la sua Ferrari non è performante. A Singapore invece è successo il contrario: una macchina perfettamente a punto gli ha ridato fiducia e vittoria. Tanto da tranquillizzare i meccanici Ferrari già all’11° dei 62 giri regolamentari: “oggi posso farcela”, informava Sainz. Positiva la prestazione anche del compagno Leclerc, forse con una vettura meno competitiva rispetto alle rivali, e quindi invitato dai box a difendere la posizione e non superare il collega di scuderia.
Per Red Bull, Verstappen e Perez, basta un commento: quando non è giornata, meglio non insistere; e quindi anche noi non insistiamo.
Le difficoltà del tracciato causano un incidente a Lance Stroll che va in furi pista, distrugge la sua Aston Martin e si ritira già in qualifica. Lo stesso accade al compagno Fernando Alonso: spesso perde la traiettoria, al 42° giro avverte i suoi meccanici che “la macchina è inguidabile”, ed al 47° finisce fuori pista.
Voti positivi per la McLaren di Lando Norris, in costante miglioramento. Partito in quarta posizione, terminerà secondo dopo essersi difeso dagli attacchi delle due Mercedes, sempre temibili.
Parliamo di strategie. Torniamo alle condizioni stradali ed alla meteo. La temperatura torrida spesso ha portato al surriscaldamento di motori e freni. Per lunghi tratti i piloti addirittura hanno preferito allinearsi e, in attesa di sorpasso, procedere distanziati, per evitare il calore del motore degli avversari che li precedevano. Se ne è avuta conferma agli ultimi giri di gara. Sainz, in testa, diversamente da quanto si potrebbe immaginare, ha preferito concludere la gara senza forzature, lasciando alla McLaren di Lando Norris, in seconda posizione, il compito di ostacolare l’attacco di George Russell di Mercedes, che al terzo posto proprio non voleva rimanere, anche per non farsi raggiungere dal compagno Hamilton che lo incalzava in attesa di un eventuale imprevisto, poi verificatosi. All’ultimo giro, pregustando il podio, la Mercedes di Russell sbanda sull’asfalto di Singapore, si infrange contro le protezioni laterali, e viene soccorsa dal personale di assistenza per spegnere l’incendio dell’impianto frenante. Il resto è storia. Lo confermano le rilevazioni cronometriche e le classifiche iridate che seguono. Primo classificato è Carlos Sainz, seguito da Lando Norris a solo 0.81 millesimi di secondo. Terzo Lewis Hamilton di Mercedes, a +1’26’’; quarto Leclerc, a + di 21.17 secondi; quinto Max Verstappen, distante dal vincitore di 21.44 secondi. La classifica mondiale piloti ritrova Verstappen al comando, con 374 punti, seguito da Sergio Perez a 223, Lewis Hamilton a 180, Fernando Alonso a 170 e Carlos Sainz a 142 lunghezze. La graduatoria iridata invece conferma Red Bull capoclassifica con 597 punti, seguita da Mercedes a 289, e Ferrari con 265.
La Formula 1 prosegue la sua trasferta asiatica tra sette giorni con il Grand Prix del Giappone. La Ferrari sogna. Il team Red Bull sarà impegnato a difendere il titolo e soprattutto il morale del suo campione.
di Andreas Grandi