Esordiamo con una avvertenza: “nessuno mi può giudicare”. E’ quanto sarebbero costretti ad ammettere, ma per opposti motivi, due scuderie al termine del Formula 1 Crypto.com Miami Grand Prix 2023.
Da un lato troviamo il team Red Bull, ingiudicabile a causa di un dominio di gara pressoché assoluto, tradottosi nella consueta doppietta sul podio dei suoi piloti.
All’opposto, preferiamo sospendere il giudizio per la scuderia Ferrari, dominata dalla sfortuna più che dalla superiorità degli avversari.
Segnaliamolo subito: la prestazione di Charles Leclerc è stata condizionata da un brutto incidente occorso in qualifica.
La sua rossa si è schiantata contro il cemento dei muri di protezione e ha costretto i meccanici di Maranello a sostituire trasmissione, fondo, insieme ad alettone e parte posteriore: insomma la vettura del pilota monegasco a Miami non era competitiva.
Lo stesso dicasi, ma per carenze nella impostazione tecnica, anche per la monoposto del compagno di scuderia Carlos Sainz, la cui vettura ha purtroppo rinnovato limiti di messa a punto anche senza incidenti di rilievo.
Chiarita questa premessa, non resta che iniziare l’elenco dei dettagli rivelatori.
Innanzitutto, con il Grand Prix edizione 2023, la Formula 1 è alla seconda gara disputata sul circuito cittadino dell’International Autodrome del distretto di Miami Garden, nelle vicinanze dello Hard Rock Stadium dei Miami Dolphins, campioni della National Football League-NFT americana. Ecco giustificato l’entusiasmo dei 270’000 spettatori presenti, e parimenti confermare anche la progressiva spettacolarizzazione della Formula 1, dove non solo un terzo dell’attuale pubblico segue questi eventi da meno di quattro anni, ma con uno share che per il 40% ha rappresentanza femminile.
Comprensibile pure che per l’occasione la pavimentazione della pista dell’International Autodrome sia stata asfaltata con materiali di ultima generazione.
Quindi a Miami, le strategie dei team avrebbero dovuto considerare anche la presenza di un inedito asfalto green, ovvero che non usura gli pneumatici e quindi richiede ai piloti poche soste ai box.
Lo hanno capito i consulenti di gara di Verstappen, abili amministratori proprio di questa novità.
Partito in 9° posizione, il campione olandese ha corso una gara attendista ma costante sino alla vittoria.
Al 4° dei 57 giri regolamentari, era rimontato in quarta posizione; al 15° giro Verstappen era invece già secondo, dietro al compagno di scuderia Sergio Perez.
Quest’ultimo invece era partito in pole position, in prima fila, ma a tutta velocità, con una vettura in perfetto stato e certo di vincere.
Comprensibile che in seguito il messicano sia stato costretto ad anticipare la sosta ai box per cambiare i suoi pneumatici, ormai logori: e cosi’ ha perso la gara.
Perché a quel punto Verstappen si è portato comando, ed a Perez, rientrato in pista, non è restato che inseguirlo, anche superarlo, addirittura tornare primo, ma sino all’inevitabile colpo di scena finale.
Perché al 46° dei 57 giri regolamentari, dunque a gara quasi ultimata, Verstappen infatti monta nuove gomme, il suo unico cambio di pneumatici, e riprende la gara.
Insegue Perez, e dopo due tornate di pista, con una monoposto in perfette condizioni di gommatura, il campione olandese lo supera.
Al messicano, con pneumatici usurati e disorientato dal recupero del compagno, non è restato che: primo, chiedere al box di Red Bull e sperare che la monoposto di Verstappen avesse qualche problema; secondo, ricevere una risposta negativa dai tecnici del team anglo-austriaco; terzo rassegnarsi alla delusione per un secondo posto in una gara che avrebbe certamente vinto.
Nessuno può giudicare, dicevamo, anche la Ferrari, non solo messa in difficoltà da un team Mercedes ancora in condizioni non ottimali, ma addirittura costretta a duellare con la Haas, che sinora non si è mai distinta come pretendente alle posizioni altre della classifica.
Ancora una volta i valori cronometrici e di graduatoria dei presenti riassumono meglio di ogni altro commento la graduatoria al traguardo, e nelle classifiche iridate di categoria.
Vincitore si conferma Max Verstappen di Red Bull, che si aggiudica anche il giro più veloce.
Secondo, il compagno Sergio Perez, a soli 5 secondi di distacco.
Terzo Fernando Alonso, di Aston Martin, quest’anno abbonato al podio, ma distanziato di 26 secondi dal vincitore.
A seguire George Russell, di Mercedes, staccato di 32 secondi, e che al 31° dei 57 giri, è stato addirittura lasciato passare dal compagno di scuderia Lewis Hamilton.
In quinta posizione troviamo il primo ferrarista, Carlos Sainz, con un distacco di 42 secondi.
A seguire Lewis Hamilton, a più 51 secondi.
Sesto Charles Leclerc, con oltre 52 secondi.
Per i colori italiani, ricordiamo infine la coppia Alfa Romeo, purtroppo entrambi fuori dalla zona punti: Valtteri Bottas, 13° ma con un minuto e 11 secondi di ritardo, mentre 16° sui venti piloti in gara il compagno Zhou Guanyu a + 1 minuto e 18 secondi.
Il terzetto della graduatoria mondiale piloti ritrova Verstappen a 119 punti, Perez a 105, e Fernando Alonso a 75.
Prevedibile anche la classifica iridata dei team, che segnala Red Bull a 224 punti, seguita da Aston Martin a 102, Mercedes con 96; in quarta posizione, la Ferrari, con 78 lunghezze.
di Andreas Grandi