Beati gli ultimi, se i primi son discreti. Ma in questo caso, agli ultimi dovremmo augurare anche un po’ di fortuna, come vedremo fra breve. Allo United States Grand Prix 2023, disputato nel fine settimana sul Circuit of the Americas di Austin, Texas, ad imporsi ancora una volta è stata la Red Bull guidata da Max Verstappen, ovvero la coppia che ha già oltrepassato la qualificazione matematica nel campionato mondiale piloti e costruttori 2023 della categoria automobilistica d’eccellenza.
Gli altri due principali pretendenti alla notorietà sportiva hanno invece dovuto confrontarsi con la sfortuna. Ci riferiamo a Charles Leclerc e Lewis Hamilton, le cui Ferrari e Mercedes avevano tagliato il traguardo in sesta e seconda posizione ma sono poi state squalificate al termine della gara per irregolarità tecniche accertate dai commissari della Federazione Automobilistica Internazionale-FIA.
In particolare, come hanno poi ammesso le rispettive scuderie, il fondo delle due monoposto ha manifestato una eccessiva usura. Dato che a pensar male è facile trovare una giustificazione, partiamo da un dato di fatto: il segreto della invincibilità delle Red Bull sta proprio nella formula magica trovata dai tecnici anglo-austrici che permette alle loro vetture un “effetto suolo” ottimale, una perfetta aderenza all’asfalto della pista, ed è proprio questo che consente di sfruttare al meglio tutta la potenza del motore.
Il problema è non eccedere: a chi sbaglia, come accaduto a Ferrari e Mercedes, non resta che scusarsi per l’errore ed accettarne le dovute conseguenze.
Torniamo al vincitore, al solito Verstappen. Con il successo sulla pista di Austin ha collezionato il 50° primo posto in carriera ed il 15° nel 22 gare previste dalla stagione in corso.
Anche nelle qualifiche della tappa texana il campione olandese ha impartito una lezione di pre-tattica e, spiace ammetterlo, ancora una volta gli avversari si sono trovati ad impararla. Partito nelle retrovie e lamentando problemi ai freni, il capoclassifica ha lasciato spazio alle ambizioni degli avversari, ormai rassegnati a gareggiare solo per il secondo posto ad ogni confronto con la sua Red Bull, e lasciato altrettanta opportunità di media coverage a tutti coloro che della informazione fanno il loro mestiere.
Ma al 28° dei 56 giri regolamentari, Verstappen, partito al sesto posto, ha superato la McLaren di Lando Norris, l’unico pilota ad impensierirlo, per poi avviarsi alla vittoria senza neppure più controllare lo specchietto retrovisore.
E le stelle stanno a guardare: le due Ferrari, ed in particolare quella di Leclerc, si è mantenuta nelle posizioni di testa, prima di soccombere all’altro Red Bull, il messicano Sergio Perez, e poi accettare la squalifica per le irregolarità tecniche di cui si è detto.
Meglio è andata al compagno Carlos Sainz, che con la sua Ferrari almeno si è qualificato terzo.
Procediamo con il rituale esame dei valori cronometrici raggiunti al traguardo, ricordando che classifica ha subito alterazioni dopo le squalifiche di cui abbiamo riferito.
Dietro al vincitore Verstappen, al secondo posto troviamo la McLaren di Lando Norris, staccato di oltre 10 secondi. A seguire, dal terzo al decimo rango, troviamo Carlos Sainz, Sergio Perez, George Russell di Mercedes, Pierre Gasly di Alpine Renault, Lance Stroll di Aston Martin, Yuki Tsunoda di Alha Tauri (ex-Minardi corse), infine il duo di Williams-Mercedes ovvero Alexander Albon e l’americano Logan Sargeant; doveroso ricordare che quest’ultimo, partito come riserva a campionato in corso, sulla pista statunitense di Austin ha avuto il privilegio di aggiudicarsi il suo primo punto in carriera proprio davanti ad un pubblico USA.
Per completezza di cronaca é altrettanto necessario segnalare che nella gara texana il distacco del gruppo di piloti che abbiamo appena elencato parte da un +10 secondi fino a raggiungere un imbarazzante minuto e mezzo di ritardo.
Campioni del mondo erano arrivati, e campioni del mondo ripartono dal Circuit of the Americas, Max Verstappen e la sua Red Bull, ora già in viaggio per il Grand Prix del Messico di domenica prossima.
di Andreas Grandi