Malgrado ancora non abbia raggiunto la notorietà della Formula 1, la Formula E ormai celebra la sua ottava stagione di attività ma condivide un paio di caratteristiche con la sorella maggiore a benzina, le cui origini anagrafiche e presenza sui circuiti mondiali risalgono addirittura al lontano 1950.
Approfittiamo della gara di New York per qualche commento sulla Formula 1 e sul il campionato elettrico, esaminarne alcune caratteristiche forse sconosciute al grande pubblico, ed infine per segnalare la insospettabile presenza di noti professionisti italiani ai vertici di entrambe queste categorie.
Innanzitutto, Formula 1 e Formula E oggi condividono la medesima supervisione organizzativa della Federazione Internazionale Automobilistica-FIA.
Sino al dicembre 2021, cioè sino al subentro del businessman Mohammed Bin Sulayem degli Emirati Arabi Uniti, il presidente della FIA è stato il francese Jean Todt, in Ferrari dal 1993 al 2009 inizialmente come responsabile del team di Formula 1 per poi diventare amministratore delegato della casa di Maranello.
Sempre nel consiglio di amministrazione della FIA ritroviamo altri due italiani. Stefano Domenicali, dal 1991 al 2014 in Ferrari con incarichi crescenti sino a sostituire proprio Jean Todt come leader della scuderia di Formula 1, per passare quindi in Audi, Lamborghini, ed infine accettare la nomina a amministratore delegato di Formula One Group, l’entità che sovraintende tutte le attività organizzative della omonima categoria automobilistica a benzina.
Altro nome famoso è Mattia Binotto, ora responsabile della scuderia Ferrari di Formula 1, che in FIA con l’austriaco Oliver Schmerold si alterna nella carica di Presidente della Commissione dei Costruttori o Delegato della Commissione di Formula 1.
A questo elenco si aggiunge il brasiliano di origini pugliesi Felipe Massa, in FIA come presidente della Associazione Piloti ma che i tifosi certamente ricordano dal 2006 al 2013 nella scuderia Ferrari di Formula 1, per arrivare a fine carriera in Formula E con il team monegasco Venturi, che ritroveremo tra breve.
Un’ultima e doverosa osservazione: come in Formula 1, anche l’azionariato di Formula E registra la presenza del gruppo Liberty Media Corporation, diretto dall’italo americano Greg Maffei.
Ricordiamo che Liberty Media Corp. non solo è uno dei maggiori conglomerati televisivi statunitensi, ma è anche proprietaria della Major League Baseball, una delle glorie sportive americane e la associazione di categoria più antica al mondo.
Esaurite queste premesse, veniamo all’E-Prix di Formula E stagione 2022, disputato a New York nel fine settimana appena concluso.
La gara si è svolta con un double header, una coppia sfide in giorni successivi, sui 2.34 km del circuito di Brooklyn.
È il distretto urbano della Grande Mela con il maggior numero di abitanti e che quest’anno hanno esaurito tutti i posti a disposizione sulle tribune.
Per l’occasione, anche l’Empire State Building, uno dei piu’ noti grattacieli della skyline newyorkese, è stato illuminato nel tradizionale electric blue di Formula E, a festeggiare il quinto anniversario della gara disputato in città.
Facile giustificare tutto questo entusiasmo.
Il piano di rilancio economico deciso dalla Presidenza Biden, e riassunto nello slogan Build Back Better, ripartiamo da basi migliori, prevede anche un forte sviluppo della mobilità elettrica privata.
Ecco dunque spiegarsi il motivo dell’attenzione per le vetture elettriche anche in USA delle maggiori case automobilistiche presenti sul mercato, seguitissime da un crescente numero di consumatori a stelle e strisce disposto a comprarle.
Comprensibile anche l’interesse dei maggiori costruttori mondiali a vedere i loro piloti salire sul podio della gara di New York.
Le cronache della gara di sabato scorso ricordano che, sotto una pioggia torrenziale, il traguardo è stato assegnato al terzetto Nick Cassidy, della squadra britannica Envision Racing, seguito dall’italo-brasiliano Lucas di Grassi e dall’olandese Robin Frijns entrambi del team monegasco ROKiT Venturi Racing, di cui abbiamo appena riferito.
Vale la pena di notare che, oltre ad avere avuto in passato un azionista di prestigio come l’attore italo-americano Leonardo Di Caprio, oggi ROKiT Venturi Racing ha come azionista di riferimento la scozzese Suzie Wolf, già pilota automobilistica di successo, ma che ora non per caso segnaliamo come moglie di Toto Wolf.
Quest’ultimo, con germanica coerenza, mentre è l’attuale responsabile operativo delle frecce argentate di Mercedes in Formula 1, dedica i suoi risparmi anche alla giovanissima Formula E.
E questa sua scelta, per favore ricordiamolo anche noi, riassume il futuro del campionato elettrico più di mille parole.
Atro giorno, domenica 17, nuova gara, ed altre cronache da riportare.
Al primo posto sul podio si é imposto il portoghese Antonio Felix da Costa, già campione mondiale di Formula E nel 2019, ed oggi al volante della DS-Techeetah.
La denominazione di questo team può sembrare strana, ma solo in apparenza. Perché alleata della casa automobilistica cinese Techeetah è nientemeno che DS, il marchio premium della francese Citroen che proprio con il nome della indimenticabile DS è diventata popolarissima nei ricchi mercati asiatici.
Al secondo posto dell’E-Prix di domenica, troviamo il belga Stoffel van Doorne, di Mercedes EQ Formula E, costruttore automobilistico che almeno alle nostre latitudini non ha bisogno di presentazioni.
È grazie alla partecipazione ai campionati di Formula E che Mercedes EQ in questi anni è riuscita a distinguersi come sinonimo di carbon-free.
Al terzo posto del podio dell’E-Prix di domenica scorsa troviamo il neozelandese Mitch Evans, che ricordiamo per aver vinto le due gare consecutive dell’E-Prix di Roma, disputato sullo spettacolare circuito urbano dell’EUR (https://lapagina.ch/formula-e-prix-roma-2022-il-futuro-dei-motori-si-mostra-nella-citta-eterna/).
Ottimo risultato per lui, ma anche ottimo ritorno di immagine anche per Jaguar TCS Racing, la sua scuderia.
Quest’ultima é uno dei marchi automobilistici che nei prossimi anni ha già dichiarato di voler convertire ai motori elettrici tutta la gamma delle vetture a listino e, possiamo scommetterlo, dopo la vittoria di domenica scorsa anche i consumatori americani avranno un motivo in più per ricordarlo.
Approfittiamo della circostanza per qualche nota di cronaca.
Dal 2000 al 2004 Jaguar Racing è stato uno dei brand più blasonati della Formula 1, malgrado solo raramente sia riuscito a piazzare i suoi piloti ai vertici della classifica. Dunque, a metà anni duemila il management di questo team britannico decise di vendere tutte le sue attività in Formula 1 ad un nuovo gruppo, oggi notissimo: Red Bull, proprio quello del campione Max Verstappen.
Passiamo ora a commentare l a situazione di campionato.
Al termine dell’E-Prix di New York, la classifica generale piloti allinea il terzetto: Stoffel van Doorne di Mercedes EQ Formula E team con 155 punti; l’italo-svizzero Edoardo Mortara di RoKIT Venturi Racing con 144; Mitch Evans di Jaguar TCS Racing con 139 lunghezze, nomi che ormai ci sono familiari.
La graduatoria squadre invece conferma la supremazia di Mercedes E-Q Formula E team con 238 punti, seguita da ROKiT Venturi Racing e DS Techeetah a parimerito con 228 punti, ed infine da Jaguar TCS Racing con 186 lunghezze.
Nuovo appuntamento, sempre con la combinazione double header, il prossimo 30 e 31 luglio per l’E-Prix di Londra, cui farà seguito l’ultima gara di stagione il 13 e 14 agosto dell’E-Prix di Seoul, al debutto in Corea del Sud.
Anche per questa ultima location, una notizia di cronaca ci sta.
Quando si parla del G7, le riunioni annuali delle sette maggiori nazioni industrializzate a livello mondiale, vediamo che l’Italia è invitata di diritto, ma gli addetti ai lavori sanno che è solo per motivi politico-strategici.
Infatti, se la graduatoria fosse preparata solo sui dati economici, la Repubblica Italiana si troverebbe scavalcata dalla Repubblica di Corea.
Quest’ultima, a livello internazionale è ormai nota proprio come Corea del Sud.
di Andreas Grandi
Foto: Formula E & team media