There is no business like showbusiness. Insomma: gli affari sono affari, ma quando si abbinano allo spettacolo entriamo in un altro mondo.
Che l’appuntamento dello scorso fine settimana all’ International Autodrome di Miami, in Florida, una delle contee piu’ latine degli States, fosse destinato a diventare un appuntamento extra-large era piu’ che intuibile.
A metà strada fra un Superbowl, la finale di campionato di football americano, ed un evento commerciale, la gara di Miami è stata preceduta da tutta una serie di siparietti mediatici.
Ne segnaliamo due.
Il promo della scuderia Toro Rosso, arrivata negli States con una voglia di vincere poi confermata in gara, ironizza su miti e stereotipi del sogno americano (https://www.youtube.com/watch?v=S7oMM6o96UU).
Anche il format di Formula Uno, che negli USA è percepito come una manifestazione piuttosto snob, per l’evento di Miami si è dovuto adattare ai gusti di oltre oceano.
Lo scorso giovedi’ teams, piloti e sponsors, per oltre un’ora si sono esibiti davanti ad una folla di tifosi entusiasti (https://www.youtube.com/watch?v=HDfqPQGrvB4), gli stessi che dopo pochi giorni hanno affollato le tribune del circuito di gara, surriscaldato da una nutrita presenza di vip che come sempre hanno fatto di tutto per farsi notare, ed anche da una meteo abbondantemente oltre i 34 gradi.
Veniamo alla gara: il circus della Formula Uno ha ormai adeguato l’assetto delle vetture ai requisiti imposti al campionato in corso e sulle cui problematiche cui vi abbiamo riferito con le nostre recenti cronache da Imola (https://lapagina.ch/gran-premio-di-italia-sul-circuito-di-imola-la-toro-rosso-vince-e-convince/).
Questa raggiunta normalità ora apre nuove prospettive, perché quando i mezzi tecnici si equivalgono è il fattore umano che fa la differenza.
La regola trova conferma innanzitutto per i piloti di Ferrari e di Toro Rosso, anche in questa stagione 2022 opposti destinati ad attrarsi e respingersi, ma non a litigare, a tutto vantaggio di media, tifosi ed in ossequio ad un politically correct, una sorta di non belligeranza comunicativa, sempre piu’ invadente.
A Miami la Ferrari godeva del favore dei pronostici.
Per esempio, nella prima tornata di qualificazione il ferrarista Charles Leclerc aveva fatto registrare il giro piu’ veloce (1’31’’098) davanti alla Mercedes di George Russell (+0”071), alla Toro Rosso di Verstappen (+0”179), seguiti poi da Sergio Perez, sempre di Toro Rosso, da Pierre Gasly di Alpha Tauri, dall’altro ferrarista Carlos Sainz, ed infine da Lewis Hamilton di Mercedes, ex campionissimo che quest’anno non ha ancora trovato il passo giusto.
Quindi non sorprende che domenica la linea di partenza allineasse sei fra i predestinati a protagonisti del campionato 2022: Leclerc e Sainz, entrambi di Ferrari; Verstappen e Perez; Valtteri Bottas, ex Mercedes ed ora Alpha Tauri, forse fra breve rilevata da Audi; e Lewis Hamilton, sempre alla Mercedes, e che ogni tanto in questa stagione piace ricordare per toglierlo dal cono d’ombra in cui sembra essere caduto.
Allora, ai nostri di Maranello cosa è successo a Miami?
E’ andata come era facile prevedere: i due ferraristi, forse affannati da aspettative di vittoria sbandierate con eccessivo anticipo, sono stati inesorabilmente doppiati dalla Toro Rosso di Max Verstsappen, assecondato dal compagno di scuderia Perez, che hanno condotto una gara da manuale, senza forzature, amministrando la loro migliore condizione mentale.
Stay hungry, stay foolish, ricordava al pubblico mondiale il geniale fondatore di Apple quando lancio’ l’IPhone, anche se sarebbe meglio dire che in Italia il proverbio “la fame aguzza l’ingegno” da sempre è patrimonio culturale nazionale, salvo rimpiangerne il significato nel momento in cui lo si dimentica.
Insomma, ed a Miami se ne è avuta conferma: Verstappen ha recuperato posizioni affidandosi alla sua voglia di riscatto, mentre le Ferrari piu’ che da handicap tecnici sembrano penalizzate dalla condizione mentale dei due piloti, forse pressato dalle aspettative di tifosi e team.
Il podio riflette questi equilibri: primo Verstappen; secondi i ferraristi Leclerc e Sainz, entrambi sorridenti come da copione ma solo ad uso dei media; quarto Perez di Toro Rosso; quinto Russel, arrivato quest’anno in Mercedes come gregario ma anche a Miami impostosi sul compagno di squadra Lewis Hamilton, confinato al sesto rango, accompagnato dalle scuse di Toto Wolff, suo team manager in Mercedes che non sa piu’ come giustificarsi per non riuscire a dare al baronetto inglese una vettura capace di un buon piazzamento.
Doverosa citazione anche per le numerosissime celebrità presenti ai box.
Citiamone alcune; la leggenda del basket Michael Jordan;
la tennista Serena Williams accompagnata dalla ex-Spice Girl Geri Halliwell
oggi consorte di Christian Horner, manager della Toro Rosso, l’ex campione calcistico David Beckham e la star cinematografica Michael Douglas, a Miami irriconoscibile al pubblico ma non all’obiettivo dei fotografi.
La Formula Uno ora si prepara alla trasferta spagnola, sul circuito di Barcellona, il 22 e 23 Maggio, con una classifica piloti che nelle prime posizioni allinea Leclerc, con 104 lunghezze; Verstappen con 85; Perez 66; Russell 59; Sainz 53 ed infine Hamilton con un inglorioso piazzamento a soli 36 punti.
A confermare il riscatto di Toro Rosso su Ferrari ci pensa la graduatoria squadre: prima Ferrari con 157 punti, incalzata dalla Toro Rosso con 151 punti; terza, sino a prova contraria, Mercedes, con soli 95 punti.
A fine mese la Formula Uno arriverà a Montecarlo, preceduta dall’interrogativo: il giovane Charles Leclerc, riuscirà a trascinare alla vittoria le rosse di Maranello almeno sul circuito di casa?
di Andreas Grandi
Immagini: Formula Uno, FIA, teams media