Secondo il primo sondaggio SSR gsf.Berna l’iniziativa raccoglie il 65% dei consensi
Il 3 marzo il popolo potrà finalmente esprimersi sull’iniziativa “Contro le retribuzioni abusive” lanciata dal consigliere agli Stati indipendente Thomas Minder cinque anni fa. Il testo chiede di introdurre un articolo costituzionale con una serie di disposizioni volte a rafforzare i diritti degli azionisti delle società svizzere quotate in borsa. L’obiettivo è di porre un freno alle retribuzioni versate agli alti dirigenti delle società, ritenute eccessive dai suoi promotori e di dare maggiore influenza agli azionisti sulla politica di retribuzione. Dopo anni di discussioni, dibattiti accesi e l’ancora diffusa indignazione contro boni e salari cospicui, Minder sembra riuscito a raccogliere molti consensi, come rivela il primo sondaggio SSR chiaramente favorevole al “sì” con il 65%. Contrario il 25% delle 1.217 persone interrogate, mentre gli indecisi sono il 10%. L’iniziativa è sostenuta dall’elettorato di tutti i partiti con in testa il partito socialista (PS) che la approva con l’80%. Evidente anche il sostegno di Verdi (75%), UDC (67%) e PPD (57%). La tendenza positiva è però provvisoria e potrebbe cambiare nel corso della campagna appena entrata nel vivo, poiché l’opinione pubblica si chiederà se sia meglio l’iniziativa o il controprogetto indiretto del Parlamento, che riprende parte delle misure previste dall’iniziativa, ma attenuate, creando buoni presupposti per l’equilibrio di forze tra azionisti, consiglio d’amministrazione e direzione aziendale.
Il fronte borghese è diviso. Da una parte il Partito liberale radicale è tiepido (47%) mentre all’interno dell’UDC si riscontra una frattura tra la base e la direzione del partito, favorevole al “no”. Due importanti sezioni UDC (Argovia e Zurigo) hanno raccomandato il “sì” all’iniziativa sconfessando la leadership. All’assemblea dei delegati la linea del “no” ha avuto però il sopravvento dopo una discussione molto accesa e controversa. L’iniziativa Minder è stata respinta con 295 voti contro 60. Contraria anche Economiesuisse, la Federazione delle imprese svizzere. Uno studio universitario comparativo tra l’iniziativa e il controprogetto, commissionato da Economiesuisse, rivela che le rigide norme nuocciono alle imprese e che in ambito internazionale esse non hanno regolamentazioni paragonabili. Inoltre regole troppo rigide potrebbero tenere cospicui investimenti lontani dalla Svizzera.
Il controprogetto indiretto è appoggiato dal Consiglio federale, che reputa eccessive o addirittura controproducenti alcune delle misure proposte dall’iniziativa. Ad esempio il controprogetto si astiene dal fissare norme troppo rigide che delimitano il margine operativo delle imprese, come il previsto mandato annuale del consiglio d’amministrazione in contrasto con una gestione aziendale sostenibile. Il controprogetto, già formulato a livello legislativo, entrerebbe in vigore automaticamente dopo un “no” all’iniziativa Minder, purché superi a sua volta lo scoglio referendario.