Macron non si dimette, punta il dito su tutti e avvia le consultazioni per formare il nuovo governo
Occhi puntati sulla Francia che sta vivendo delle ore di caos politico dopo le dimissioni di Barnier dopo soli tre mesi dal suo insediamento. A spingere Barnier alle dimissioni è stata una mozione di sfiduciadepositata dalla sinistra del Nouveau Front Populaire e appoggiata dall’estrema destra del Rassemblement National. La mozione di sfiducia è passata all’Assemblea Nazionale con 331 voti a favore (la maggioranza era fissata a 288).
Incassato il duro colpo, Emmanuel Macron ha parlato alla Nazione attraverso un discorso duro e conciso dove ha subito messo in chiaro che lui non si dimetterà nonostante le forti richieste dell’opposizione, prima fra tutti Marin Le Pen, che sin dalle prime dichiarazioni ha sostenuto che Macron “deve dimettersi” ma ha anche affermato che lascerà lavorare il nuovo premier ad una manovra finanziaria. Ma c’è chi è più diretta: ”Macron se ne vada – ha affermato Mathilde Panot, capogruppo dei deputati de La France Insoumise – noi siamo pronti ad andare al potere con un programma di rottura con il passato”.
Macron alla Nazione: “Non possiamo permetterci l’immobilismo”
Non perde tempo il presidente Macron, che dopo aver preso atto delle dimissioni dell’ormai ex primo ministro Michel Barnier e la caduta del Governo francese, ha deciso di ribadire la sua posizione attraverso un discorso televisivo. “Il mandato che mi avete democraticamente affidato – ha scandito – è di cinque anni e lo eserciterò fino in fondo. La mia responsabilità è quella di assicurare la continuità dello Stato, il buon funzionamento delle nostre istituzioni, l’indipendenza del nostro Paese e la protezione di tutti voi”. Dunque Macron sarà il Presidente francese fino al 2027, ha specificato, “abbiamo 30 mesi davanti: siano d’azione”. Così si premura a formare un nuovo Governo più in fretta possibile “nei prossimi giorni”, specificando che il nuovo governo deve essere “di interesse generale, che rappresenti tutte le forze politiche che possano parteciparvi o che quantomeno si impegni a non censurarlo”. Il nuovo primo ministro dovrà “formare un governo ristretto al vostro servizio” e la sua “priorità sarà il bilancio”, tasto dolente visto la dura bocciatura della legge di bilancio per la previdenza sociale e la censura del governo di Michel Barnier. Il primo termine da rispettare che promette Macron è imminente, a proposito di bilancio parla di “una legge speciale” da depositare in Parlamento addirittura “prima della metà di dicembre”, quindi nei prossimi giorni, sarà una legge “temporanea” che “permetterà, come previsto dalla Costituzione, la continuità dei servizi pubblici e della vita nel Paese. Applicherà le scelte fatte nel 2024 al 2025”.
J’e accuse del presidente
Ma Macron nel breve discorso di circa 10 minuti, ha voluto anche rivolgere le sue accuse a quelle forze politiche che sono generatrici del caos su cui versa la Francia. “L’estrema destra e l’estrema sinistra si sono unite in un fronte anti-repubblicano… I deputati del Rassemblement National e del Front Populaire hanno scelto il disordine. Non per fare, ma per disfare”.
“So bene che alcuni sono tentati di ritenermi responsabile di questa situazione. È molto più comodo, ma non mi assumo l’irresponsabilità di altri” ha infine accusato il capo dell’Eliseo, rivolgendosi in maniera specifica al Rassemblement National di Marine Le Pen che “ha votato una mozione di sfiducia che diceva il contrario del suo programma” e questo solo perché “pensano soltanto alle presidenziali. Le vogliono preparare, le vogliono provocare e anticipare”. Infine, se da un lato ha delle buone parole per l’ex Premier sfiduciato che ha voluto ringraziare “per il lavoro compiuto per il nostro Paese, per la sua dedizione e la sua combattività”; dall’altro ha ammesso delle colpe facendo una chiara autocritica: “Lo sciogliemento del Parlamento non è stato capito – ha ammesso -, e questa è una mia responsabilità”.
Nuove proteste e la necessità di un governo lampo
Nel frattempo, proprio mentre la Francia si trova ad affrontare una dura crisi politica, viene colpita da nuove proteste, un’ondata di manifestazioni e scioperi. Da giovedì scorso i manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro la proposta di legge sul bilancio che ha provocato la mozione, portando alla caduta del governo e alle dimissioni del primo ministro. ”La Francia e le sue aziende hanno bisogno di ritrovare molto rapidamente della stabilità e della visibilità con un governo che dovrà ristabilire la fiducia e tracciare una traiettoria economica credibile” ha spiegato Patrick Martin, a capo del Medef, equivalente della nostra Confindustria. Adesso però, visto i nuovi risvolti politici, i tempi potrebbero allungarsi inesorabilmente, anche se Macron ha mostrato la chiara volontà di nominare il nuovo governo il prima possibile. Tra i nomi più accreditati ci sarebbe quello del centrista, ex ministro dell’Istruzione e attualmente sindaco di Pau, Francois Bayrou, che sembra mettere d’accordo un po’ tutte le forze in atto. Pare inoltre che Bayrou sia stato avvistato nelle scorse ore a pranzo con Macron all’Eliseo, tanto da far sospettare che possa proprio essere lui il prossimo premier. L’intero Paese resta quindi in attesa di vedere cosa succederà con il prossimo governo e – nomi a parte – alcuni non escludono che una soluzione possa essere anche un governo tecnico lampo, in modo da guidare la Francia almeno fino al 2027.
Redazione La Pagina