Clamoroso bilancio in rosso per la Banca Nazionale Svizzera che conclude il 2010 con una perdita di 21 miliardi. La causa è la forza della valuta svizzera nei confronti di quelle europea e americana. Per le preoccupazioni degli esportatori svizzeri i ministri di Economia e Finanza non prevedono piani urgenti.
La banca Nazionale Svizzera (BNS) ha tirato le somme e i bilanci del 2010 non sono per niente positivi. Le prime stime del bilancio sono state annunciate lo scorso venerdì 14 gennaio e denunciano una pesante perdita di 21 miliardi dovuta soprattutto alla forza della valuta svizzera nei confronti delle maggiori valute internazionali, in maniera particolare Dollaro ed Euro per effetto delle precarie condizioni economiche in cui America ed Europa si sono trovate negli ultimi anni.
Gravi perdite erano state annunciate dalla BNS già a novembre, quando si contava una perdita di 8,5 miliardi. Con lo sbilanciamento dei costi, causato in larga parte da massicci acquisti all’inizio dello scorso anno, si è giunti ad una situazione in cui il franco ha guadagnato il 15% sull’euro e il 5% sul dollaro. E sarebbe stato ancora peggio se non fosse intervenuto l’aumento del valore dell’oro che ha consentito di non far aumentare il bilancio rosso.
Nonostante ciò la BNS garantisce la distribuzione di 2,5 miliardi alla Confederazione e ai cantoni prevista per quest’anno riducendo a 700 milioni, anziché 4 miliardi, l’importo destinato agli accantonamenti per riserve monetarie. Tali versamenti a Confederazione e cantoni, non saranno però garantiti per gli anni futuri e potrebbero essere sospesi o successivamente parzializzati. Ciò costituirebbe una perdita grave che si aggirerebbe a circa il 2-3% degli introiti totali dei Cantoni che, per risolvere la situazione, si vedrebbero costretti a diminuire le prestazioni e ad aumentare le tasse. Per la BNS, Confederazione e Cantoni hanno abbastanza tempo per adeguarsi a tale situazione.
Se da un lato il valore così forte del Franco permette di fare ottimi affari per quanto riguarda l’import, dall’altro non favorisce l’esport che rappresenta una delle forze dell’economia svizzera. Il dato ha allarmato tutti gli esportatori elvetici, soprattutto quelli che hanno a che fare con l’euro, per i quali i prodotti sono diventati troppo costosi. Infatti, anche se gli ordini dei prodotti svizzeri risultano essere soddisfacenti, i margini di guadagno risultano essere minimi a causa del cambio sfavorevole.
Nonostante tutte queste preoccupazioni, i ministri dell’economia e della finanza elvetica, Johann Schneider-Ammann ed Eveline Widmer-Schlumpf, non ritengono che la situazione sia talmente grave da dover agire e attuare un piano per correre ai ripari. Se però le cose dovessero peggiorare, il governo potrebbe intervenire con una serie di misure, come quelle prese durante la crisi finanziaria, attraverso programmi congiunturali. Mercoledì 19 gennaio è previsto un incontro della delegazione economica del governo per discutere della situazione.
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