Archiviato l’unilateralismo, inaugurato il multilateralismo, il presidente americano è venuto in Europa “non per imporre soluzioni, ma per ascoltare” e per confrontarsi con le opinioni di tutti. Alla fine, però, la sua politica e la sua capacità intellettuale hanno prevalso. Con Bush era l’America ad imporsi, con Obama… è lui ad imporsi. Il suo battesimo internazionale non poteva essere migliore. Il G20, dato per un passaggio più che altro diplomatico o “fotografico”, è stato invece un “nuovo inizio” nella politica internazionale e nella lotta contro la crisi economica. I risultati del G20 sono stati: stimoli alla domanda, poteri di vigilanza e di allerta ad un organismo centrale – il Financial Stability Board guidato da Mario Draghi – bonus ai manager proporzionali ai risultati di lungo periodo e guerra ai paradisi fiscali e al segreto bancario. Un miliardo e cento milioni di dollari sono i soldi destinati soprattutto al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e alla Banca mondiale per aiutare i Paesi in difficoltà e sostenere gli scambi commerciali e 5 miliardi di dollari da stanziare entro il 2010 dai singoli Paesi del G20 per politiche pubbliche nazionali finalizzate a contrastare gli effetti della crisi. Sotto forme diverse sono stati accontentati gli Usa, l’Inghilterra e la Cina, che proponevano più che regole nuove grandi risorse per rimettere in moto l’economia, e anche l’Europa, che chiedeva più regole. Il G20 sarà riconvocato entro l’anno, nel frattempo ci sarà il G8 a luglio, in Sardegna, con la pretesa dell’Italia e dell’Europa di stabilire nuove regole della finanza internazionale; intanto all’interno del G20 è nato il G2, ossia un’alleanza tra gli Usa e la Cina, che sul piano delle relazioni economiche hanno bisogno gli uni dell’altra, con possibilità di un clone tra gli Usa e la Russia, le cui relazioni, sotto la regia italiana, sono riprese all’insegna del dialogo e su un piano di parità. Obama congela lo scudo spaziale sacrificandolo al dialogo e, di comune accordo con la Russia, mette sul tappeto quattro temi d’interesse comune: il negoziato per ridurre
ulteriormente le armi strategiche Al Qaeda in Afghanistan e in Pakistan nemico comune, l’apertura al nucleare civile iraniano e sviluppo delle tecnologie ecocompatibili. Se durante la campagna elettorale c’era chi temeva l’inesperienza e la poco dimestichezza del presidente con i temi internazionali, ora deve ricredersi. La nuova èra è iniziata ed è tutta sotto il segno del suo carisma. Obama ha già rilanciato l’America nel mondo, recuperando il suo primato con la forza delle sue idee, la sua vera arma segreta. La nuova fase si gioca sull’economia e sulla politica e partner sono la Cina e la Russia. I diritti civili sono messi da parte, contano l’economia e gl’interessi nazionali e mondiali. L’Europa deve sbrigarsi, affrettare la sua unione politica e militare e rafforzare le sue istituzioni se non vuole subire le iniziative dei nuovi grandi e trascinarsi al loro rimorchio.