“Abbiamo raggiunto l’accordo per un comunicato che esprime la necessità di rivitalizzare il commercio e il WTO e esprime la
preoccupazione per i cambiamenti climatici”. Il presidente argentino Mauricio Macri al termine del G20 illustra così il documen
to finale, nel quale spiccano concessioni e paletti riferibili agli Stati Uniti. Per il premier italiano Giuseppe Conte, il testo rappresenta “un buon compromesso, una sintesi finale apprezzabile, condivisibile, di fatto condivisa”.
Se il 20° dei 31 punti evidenzia che “l’accordo di Parigi” sul clima “è irreversibile”, il punto numero 21 esplicita che “gli Stati Uniti ribadiscono la propria decisione di ritirarsi dall’accordo di Parigi e affermano il proprio forte impegno per la crescita economica e l’accesso all’energia e la sicurezza, utilizzando tutte le fonti energetiche e le tecnologia proteggendo, nello stesso tempo, l’ambiente”.
I paesi presenti hanno concordato “di rinnovare il nostro impegno per lavorare insieme al miglioramento di un ordine internazionale basato sulle regole”. Se questa può essere interpretata come una concessione dell’amministrazione Trump, gli Stati Uniti ottengono il risultato di evitare l’inserimento del termine ‘equo’ nell’articolo 27, relativo al commercio, che non contiene nessuna presa di posizione critica nei confronti del protezionismo.
“Il commercio e gli investimenti internazionali sono motori importanti di crescita, produttività, innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo. Riconosciamo il contributo che il sistema commerciale multilaterale ha apportato a tal fine. Il sistema non è al momento all’altezza dei suoi obiettivi e c’è spazio per miglioramenti. Sosteniamo pertanto la necessaria riforma del WTO per migliorarne il funzionamento. Esamineremo i progressi nel nostro prossimo summit”.
In materia di fenomeni migratori, l’articolo 17 evidenzia che “i massicci movimenti di rifugiati costituiscono una preoccupazione globale con conseguenze umanitarie, politiche, sociali ed economiche. Sottolineiamo l’importanza di azioni condivise per affrontare le cause profonde dei movimenti e per rispondere alle crescenti necessità umanitarie”.
Adnkronos
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