Il cessate il fuoco dovrebbe iniziare ufficialmente domenica alle 12:15. L’accordo prevede una prima liberazione di 33 prigionieri
Non è stato certo un accordo semplice e in queste ore, mentre sembra delinearsi in maniera sempre più concreta la possibilità di pace, le difficoltà non mancano e giungono da quelle parti che non vogliono questa pace mettendo a dura prova il primo ministro Netanyahu. Infatti, mentre è in corso la riunione del gabinetto israeliano per l’approvazione dell’accordo sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, arrivano notizie che non lasciano ben sperare sul buon esito finale. In modo particolare un impedimento importante arriva dal ministro della Sicurezza nazionale di estrema destra Itamar Ben, che ha annunciato le dimissioni dal governo perché fortemente contrario all’accordo. “Questo accordo libera centinaia di terroristi con le mani sporche di sangue, che, una volta rilasciati, cercheranno di assassinare il prossimo ebreo; consente il ritorno di migliaia di terroristi nella Striscia di Gaza settentrionale con le armi, quando il loro obiettivo è assassinare gli ebrei; danneggia la capacità di Israele di difendersi sull’asse Filadelfia e in altri punti importanti; e annulla tutti i successi di guerra che ci sono costati così tanto sangue”, afferma Ben Gvir in una lunga dichiarazione. Secondo quanto trapela infatti, in base all’accorso saranno liberati oltre 1.700 detenuti palestinesi in cambio di 33 ostaggi israeliani nella prima fase dell’accordo: 700 terroristi, di cui 250-300 stanno scontando l’ergastolo; 1.000 cittadini di Gaza catturati dall’8 ottobre durante i combattimenti nella Striscia. I dati, anche se non ufficialmente confermati, sono riferiti dai media israeliani.
Nel frattempo però l’intesa è già stata firmata tra i negoziatori di Israele, Hamas, Stati Uniti e Qatar a Doha, e vari media riportano la notizia che il primo rilascio degli ostaggi, in cui si prevede che tre donne rapite da Hamas il 7 ottobre 2023 saranno liberate dalla prigionia a Gaza, avverrà domenica alle ore 16:00.
Questa è la prima buona notizia dopo 469 giorni di guerra, morte e dolore che viene accolta da tutti con la speranza che questa tregua possa trasformarsi in pace definitiva.
Secondo l’accordo si tratta di un’intesa in tre fasi, le prime due da 42 giorni ciascuna, con il cessate il fuoco e il rilascio dei primi ostaggi già dal primo giorno: nella prima fase sono 33 gli ostaggi che saranno liberati gradualmente. Altri 4 dovrebbero poter tornare a casa una settimana dopo, altri tre in quella successiva e altrettanti al 21° giorno. Nell’ultima settimana della prima fase è prevista poi la liberazione di 14 prigionieri. I parenti degli ostaggi di Hamas sono già stati informati dal Primo ministro Netanyahu della liberazione dei loro cari, la lista delle 33 persone è costituita da 12 donne e bambini, il resto sono uomini malati e anziani.
Nelle strade di Gaza migliaia di palestinesi si sono dati ai festeggiamenti per celebrare l’accordo del cessate il fuoco raggiunto fra Israele e Hamas accolto con una vera propria esplosione di gioia dalla popolazione. Per loro, l’impegno umanitario della Difesa continua, dall’Italia è partita una nave diretta a Cipro con a bordo oltre 50 tonnellate di beni di prima necessità raccolti dalla “Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia”. Questo materiale sarà poi trasportato a Gaza: “L’Italia anche in questa occasione dimostra di essere al fianco di chi soffre e continuerà a fare tutto il possibile per dare speranza a chi, come a Gaza, vive momenti difficilissimi” ha dichiarato il Ministro della Difesa Crosetto.
Mentre il presidente americano uscente Joe Biden ha detto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “deve trovare un modo per soddisfare le legittime preoccupazioni di un vasto gruppo di persone chiamate palestinesi, che non hanno un posto dove vivere in modo indipendente”, ha spiegato il presidente Usa.
Soddisfazione per l’accordo raggiunto è stato espresso anche dai leader del G7, che hanno definito l’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza “uno sviluppo significativo” e hanno esortato Israele e Hamas a lavorare per la sua “piena attuazione”. “Si tratta di uno sviluppo significativo”, ha affermato il G7 in una dichiarazione esortando “tutte le parti a impegnarsi in modo costruttivo” nelle prossime fasi dei colloqui “per contribuire a garantire la sua piena attuazione e la fine permanente delle ostilità”.
Redazione La Pagina