Hanno confessato dopo poche ore: sono stati il figlio 16enne e l’amico 17enne ad uccidere la coppia di ristoratori. Il movente: le liti per i brutti voti a scuola
Massacrati a colpi di ascia: è questa la terribile fine di Salvatore Vincelli, 59 anni, e la moglie Nunzia Di Gianni di 45, due ristoratori uccisi dal figlio e da un amico. Un omicidio efferato consumato nella notte tra il 9 e il 10 gennaio a Pontelangorino, in provincia di Ferrara.
La svolta del caso è arrivata poche ore dopo la scoperta del duplice omicidio perché i due giovani, il figlio della coppia uccisa di 16 anni e il suo amico di 17 anni, hanno cominciato a mostrare dei segni di cedimento durante gli interrogatori lasciando trapelare qualche incongruenza nei racconti. Alla fine hanno confessato gli omicidi facendo ritrovare l’arma del delitto e gli abiti sporchi di sangue, avevano gettato tutto in un corso d’acqua a Caprile, frazione adiacente a Pontelangorino, dove fino a qualche mese fa la famiglia Vincelli abitava e dove vive l’amico complice.
Era stato proprio il figlio 16enne a chiamare i carabinieri, nel primo pomeriggio del 10 gennaio: “Sono rientrato a casa e ho trovato i miei genitori morti”, aveva raccontato ai militari, che però durante il primo sopralluogo avevano subito notato qualcosa di sospetto: non c’erano forzature o segni di scasso e nella casa non mancava nulla in oggetti e denaro per poter credere ad una rapina finita in tragedia.
La mente di tutto era il figlio della coppia che non sopportava più la situazione di liti con i genitori a causa dello scarso rendimento scolastico. L’esecutore materiale è però l’amico 17enne: è stato lui ad impugnare l’arma ed uccidere prima Salvatore Vincelli e poi Nunzia Di Gianni per la somma di 1000 euro.
Il procuratore capo Bruno Cherchi ha spiegato che il figlio 16enne dei coniugi uccisi pianificava da tempo il delitto, ma non riuscendo a compiere materialmente il gesto “ingaggia” l’amico a cui promette 1000 euro di compenso, 80 euro come anticipo e il resto dopo gli omicidi.
All’inizio pare che il 17enne avrebbe esitato, poi invece è passato all’azione. Dopo aver tentato di disfarsi dei corpi per inscenare la scomparsa dei due ristoratori, hanno deciso di riporre il corpo dell’uomo in garage e quello della donna in cucina provando a far credere che quello era il risultato di una rapina.
L’avvocato Gloria Bacca, nominata difensore d’ufficio che assiste il 16enne, non attribuisce le colpe al rendimento scolastico come si dice, non è stato “per un brutto voto. Il motivo è molto più complesso” ha detto, facendo riferimento a “problemi adolescenziali non trattati con i dovuti modi, da parte di entrambi. Sia dai genitori, che da lui stesso e anche da parte della società”.
Intanto è stato convalidato il fermo e misura della custodia nel carcere minorile dal Gip del Tribunale dei minori di Bologna per il 16enne e il 17enne.
Sabato scorso si è svolta una fiaccolata-corteo che ha attraversato Pontelangorino, nel Ferrarese, voluta dal parroco don Marco Polmonari ed alla quale hanno partecipato centinaia di persone oltre a molti sindaci della provincia, i compagni di scuola dei due ragazzi e gli insegnanti, commercianti, clienti del ristorante che le vittime gestivano a San Giuseppe di Comacchio e i genitori del 17enne distrutti per l’insano gesto del figlio, ma che non abbandoneranno mai: “è mio figlio, non lo abbandonerò mai, gli voglio bene e deve sapere che gli starò sempre vicino” dice la madre dell’omicida 17enne.
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foto: Ansa