La cancelliera resta in testa nei sondaggi
Martin Schulz ha perso la sua ultima chance per ribaltare l’esito del voto del 24 settembre in Germania. Domenica sera nel primo e ultimo confronto televisivo con Angela Merkel, lo sfidante socialdemocratico ha svolto al meglio la sua parte – attaccando, ma senza esagerare, come gli suggerivano tutti gli analisti – ma non è riuscito a scalfire neppure minimamente il solido e rassicurante sorriso della Cancelliera, che per tutta l’ora e mezza in diretta tv ha difeso fieramente il suo operato e guardato con fiducia all’avvenire.
Al potere da 12 anni, la leader cristianodemocratica è stata giudicata più convincente del suo rivale: 55% contro 35% secondo l’inchiesta ARD e 32% contro 29% secondo quella della ZDF. Molto difficile a questo punto poter credere a un sorpasso della Spd, che registra un ritardo di circa 15 punti percentuali sulla Cdu/Csu, quando mancano appena tre settimane al voto.
I socialdemocrati, alleati dal 2013 nella coalizione di governo con i cristianodemocratici, non riescono a proporre una ricetta politica convincente che si distingua chiaramente da quella di Merkel, offrendo un’alternativa valida di governo ai tedeschi.
Con il suo bilancio economico che fa invidia all’Europa intera, Angela Merkel offre agli avversari pochi punti vulnerabili. Schulz l’ha attaccata sulla politica migratoria, su quella sociale ed economica, sapendo di aver poco da rimproverarle. Anche sulla carta “Turchia”, Merkel ha giocato d’anticipo sul suo avversario: se Martin Schulz ha evocato la massima fermezza nei confronti di un regime dai tratti sempre più autoritari, Merkel ha annunciato di essere favorevole a uno stop ai negoziati di adesione all’Ue.
E alla fine del dibattito è stata Merkel a mettere in difficoltà il suo avversario: la cancelliera uscente infatti è stata chiarissima nel suo rifiuto di allearsi con la destra nazionalista dell’AfD (Alternative fuer Deutschland), non altrettanto ha fatto Schulz che si è rifiutato di escludere un’eventuale alleanza a sinistra con la Linke.
Askanews
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