Di Pasquale ha voluto raccontare alcune atmosfere tipiche dell’Indocina che ha sempre immaginato. Nelle sue tele e’ protagonista la figura femminile accompagnata dalla presenza dell’elemento vegetale. Nella Project Room in mostra gli acquerelli di Grillet
Siamo felici di annunciare la mostra del pittore italiano Gianluca Di Pasquale, nato a Roma nel 1971. I suoi primi lavori su tela mostravano paesaggi fatti quasi solo di figure dipinte con pennellate precise all’interno di un ampio spazio bianco. Al di là delle persone, pochi alberi e qualche dettaglio architettonico, non si vedeva nulla – eppure il bianco diventava montagna, mare, piazza o strada. Gli scenari sono quelli del nostro tempo libero: le piste da sci, i sentieri, le grandi piazze, le spiagge. Luoghi d’incontro e meditazione tra natura e civiltà, dove la gente si raggruppa creando ritmi e costellazioni dettate dalle forme del paesaggio. In alcuni lavori recenti la figura femminile è protagonista della tela. Queste donne misteriose vengono spesso rappresentate di schiena, impedendo allo spettatore di indovinare l’identità del soggetto. Ci troviamo così a contemplare una serie di spalle femminili che indossano indumenti con motivi floreali o astratti, più ci addentriamo con lo sguardo in queste intricate textures e più ci troviamo immersi in uno sconosciuto ed astratto paesaggio pittorico. Il bianco immacolato torna ad essere elemento caratterizzante delle sue composizioni pittoriche, pronto a raccogliere i corpi femminili ed elementi floreali in uno spazio assoluto e delicato. Le sue tele sono spesso caratterizzate dalla presenza dell’elemento vegetale: rami, foglie, arbusti che con il loro infittirsi creano una leggera trama che si sovrappone o fa da sfondo alla scena. La tela bianca si trasforma nello scenario dove orbitano i personaggi che, colti nella banalità dei loro gesti quotidiani, sembrano intenti in una sorta di soliloquio cosmico e allo stesso tempo sono le persone che creano lo spazio.
Nei nuovi lavori, dopo un viaggio in Vietnam, l’artista ha voluto raccontare alcune atmosfere tipiche dell’Indocina che ha sempre immaginato; in queste tele ne rimane un eco lontano sovrastato dai nuovi ricordi che riemergono e che ne cancellano altri. Partendo quasi sempre da un’immagine fotografica che utilizza come appunti giornalieri, anche in questa occasione Di Pasquale ha cercato, più che descrivere la realtà, di ricreare in pittura questi paesaggi vicini a quello che era già il suo immaginario. Project Room: Michel Grillet Nella Project Room mostriamo gli acquerelli dell’artista svizzero Michel Grillet, nato a Ginevra nel 1956. La sua ricerca si focalizza sul territorio naturale del Lago Lemano, raffigurandone gli elementi essenziali quali l’acqua, le montagne, il cielo e utilizzando unicamente la tecnica dell’acquerello. Un’esplorazione, quella della percezione del paesaggio, che Grillet alimenta fin dalla metà degli anni Settanta e che si traduce in una rappresentazione minuziosa del rapporto che lega la natura nel suo insieme e che si esprime, come evidenziano le opere in mostra, in un cielo che si trasforma in montagna e viceversa. Michel Grillet dipinge le montagne a memoria. Il ricordo motiva ed interiorizza la sua arte e si associa alla rappresentazione del flusso ininterrotto dal tempo, il quale è preziosamente espresso dalla successione, anni dopo anni, di motivi simili. La lenta creazione e la contemplazione diventano un esercizio spirituale, una meditazione per la quale Grillet elimina dal nostro campo visivo tutti gli elementi superflui. Da nove anni Grillet, in Montagnes – Ciel, si concentra sugli stessi piccoli formati panoramici per creare suoi paesaggi vasti e luminosi: sono esse delle catene montuose o semplicemente delle sovrapposizioni di colori? L’equilibrio è sottilmente mantenuto tra astrazione pittorica ed evocazione del contenuto. L’artista rivela il suo personale viaggio interiore attraverso un lavoro, paradossalmente definito dall’artista stesso, di natura “concettuale-emozionale”. I paesaggi di Grillet sono reali, esistono, ma al tempo stesso vivono in un’altra dimensione, sono parte di una sfera meditativa. Lo stato d’animo introspettivo scaturisce da un singolare impiego dell’acquerello; una moltitudine di strati di colore vengono accuratamente sfumati per modificare l’intensità degli elementi rappresentati, per allestire una scenografia che, nei lavori esposti, avvicini all’atmosfera nordica, poetica e silenziosa.