La giornata del 4 novembre è per tutti nota come la festa italiana con la quale si celebra l’Unità Nazionale e le Forze Armate. Giornata in cui ricorre l’anniversario della fine del Primo conflitto Mondiale del 1915/1918. Una festività istituita nel 1919 e che nell’anno del 1977, a Ginevra, prese il via l’iniziativa di festeggiarla nella prima domenica di ogni mese di Novembre dall’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, presieduta dal compianto Comm. Nunzio Crusi.
A Ginevra, infatti, la celebrazione della stessa ricorrenza si è tenuta lo scorso 6 novembre organizzata dal Gruppo Alpini locale, con il Patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Ginevra e con la collaborazione del “Gruppo Genitori Ginevra”, la quale, nel tentativo di rendere omaggio onoratamente a tutti i caduti in guerra, si è avvalso della Fanfara della Sezione Alpini della vicina Valle d’Aosta.
Le celebrazioni del 4 novembre, quindi, sono ormai entrate nel calendario delle maggiori ricorrenze ginevrine e interessano non solo la comunità italiana e i suoi rappresentanti, istituzionali e del mondo associativo, ma anche le autorità locali ed i semplici cittadini italiani. Ciò dimostra la volontà e il desiderio nel celebrare l’evento e con esso il sacrificio dei nostri padri, allora consapevolmente proteso alla definitiva unità dell’Italia e degli Italiani, accomunando ad essi quanti dovettero sopportare nuovi e ulteriori sacrifici nei conflitti che si sono succeduti nella prima metà del XX secolo.
L’incontro delle 10h30, alla Cappella del Cimitero di St George, ha dato inizio alla messa, officiata da Mons. Massimo De Gregori, in presenza di un folto pubblico e rappresentanti istituzionali tra i cui il Console Generale d’Italia a Ginevra, Tomaso P. Marchegiani, l’On. Toni Ricciardi, il Presidente del Consiglio di Stato, Mauro Poggia, il Consigliere di Stato, Serge Dal Busco, il Procuratore Generale, Olivier Jornot, la Consigliera della Città di Carouge, Stéphanie Lammar, il Deputato al Grand Consiglio, Daniel Sormanni, per il Consolato di Francia, Bernard Revol, i presidenti dei Com.It.Es. di Ginevra e VD/VS, Ilaria Di Resta e Michele Scala ed altre autorità militari locali e diversi presidenti di associazioni italiane a Ginevra con le loro bandiere.
La coinvolgente omelia di Mons. Massimo De Gregori, ha preceduto la commovente interpretazione de “Il Signore delle cime”, di Bepi De Marzi, da parte della Corale Liederkranz Concordia, presieduta da Anna Sempiana. La poesia dell’Alpino, interpretata dal Capogruppo Alpini, Antonio Strappazzon a poi chiuso la parte religiosa dell’evento.
Al termine della messa, e dopo la foto di rito, tutti i partecipanti si sono mossi in corteo per recarsi verso il Monumento dei caduti italiano. In testa la Fanfara degli alpini Valdostani che, intonando il celebre “ 33, l’Inno degli Alpini”, si è offerta di accompagnare i momenti salienti della manifestazione con marce, inni e segnali di tromba. A seguire la Corona d’alloro, portata dagli alpini Beniamino Michelutti e Giacomo Schiagno e i gonfaloni, labari e gagliardetti delle Associazioni italiane, svizzere e francesi presenti che hanno preceduto le Autorità e tutti gli altri partecipanti.
Il consueto cerimoniale curato dal Capogruppo, Antonio Strappazzon, ha previsto l’esecuzione degli inni nazionali svizzero e italiano e della Canzone del Piave. Le note del Silenzio fuori ordinanza hanno infine contribuito a rinvigorire nell’animo dei presenti il grato ricordo dei caduti della Grande Guerra. Si sono poi susseguiti agli interventi del Capogruppo locale, gli interventi poetici dei ragazzi del Gruppo Genitori Ginevra e, a conclusione, del Console Generale Marchegiani, nelle quali ha ricordato che senza determinazione nel dialogo non si aprono facilmente le porte della pace.
La presenza di una gremita rappresentanza di connazionali e ginevrini, tutti accomunati dallo stesso spirito patriottico, ha dimostrato, oltre alla gratitudine e al rispetto per i caduti di tutte le guerre, attaccamento alla Madrepatria, fierezza di appartenenza e radicata coesione. Questi sentimenti non si sono certo esauriti con le celebrazioni del 4 novembre ma permarranno saldi nel cuore e nelle menti delle varie componenti e dei singoli individui.
Ancora una volta la Comunità italiana di Ginevra ha dimostrato che nel suo interno esiste un comune denominatore capace di travalicare le specificità delle sue varie componenti e l’individualismo che emerge inevitabilmente in molte espressioni associative.
Questo comune sentire e la coesione dimostrata nelle celebrazioni del 4 novembre costituiscono il migliore degli auspici per una maggiore intesa anche in occasione di futuri eventi italiani nel Cantone.
di Carmelo Vaccaro