La città di Ginevra ha accolto la proposta della SAIG per porre un monumento commemorativo in riconoscenza all’immigrazione italiana. Guillaume Barazzone, Consigliere amministrativo in carica al Dipartimento per lo Sviluppo Urbano e della Sicurezza ha guidato il progetto a nome del Consiglio Amministrativo della Città di Ginevra per questa importante testimonianza della presenza italiana. La cerimonia è stata fissata per il 22 novembre alle 15:00. Il luogo scelto per l’inaugurazione del monumento è la Place des Alpes di fronte alla Gare Routiere, vicino alla Stazione Centrale dove negli anni sono arrivati migliaia di connazionali pieni di speranze in cerca di fortuna. Questa inaugurazione è una delle quattro previste entro la fine di quest’anno e l’inizio del 2015. Di fatti, oltre alla Città di Ginevra, anche la Città di Vernier, la Città di Carouge e il Comune di Chêne-Bourg, hanno accolto la domanda della SAIG (Società delle Associazioni Italiane di Ginevra).
Gli italiani che lasciarono le loro famiglie e le loro case per ricominciare una vita nuova al di là delle Alpi e che hanno a ragione partecipato attivamente allo sviluppo della città saranno finalmente ricordati in un monumento a loro dedicato che porterà l’inscrizione nelle due lingue: “En reconnaissance aux immigrantes et immigrants italiens et à leurs descendants pour leurs rôle dans la construction de la Ville de Genève – In riconoscenza agli emigrati italiani e ai loro discendenti per il ruolo svolto nella costruzione della Città di Ginevra” La targa verrà posata su di un masso di prezioso marmo bianco di Carrara che nel monumento rappresenta la presenza italiana al cui interno è finemente scolpita una vecchia valigia simbolo della passata immigrazione. La SAIG ringrazia vivamente la città di Ginevra per l’opera dedicata ai nostri connazionali e per aver permesso un gesto di rilevanza sentimentale per la nostra comunità.
Questa è storia!
“Moltissimi italiani scelsero la Svizzera quale meta d’emigrazione. Il sistema produttivo della Confederazione, uscito praticamente indenne dalla guerra, era soggetto a una forte domanda, anche internazionale, e di conseguenza a un aumento del bisogno di manodopera. Gli imprenditori svizzeri decisero così di rivolgersi ai lavoratori stranieri a basso costo, provenienti soprattutto dalla vicina Italia. Dalla fine della guerra agli anni ’60 a emigrare in Svizzera furono soprattutto abitanti del Nord Italia, perché geograficamente più vicini e poiché gli imprenditori li preferivano ai lavoratori del Sud, poi invece, dal 1963 agli anni Settanta a spostarsi furono soprattutto i meridionali. Gli anni Sessanta sono per l’Italia il momento del cosiddetto boom, o miracolo economico. Si tratta di un periodo di grandi mutamenti e di grande sviluppo che investe dapprima il settore economico, per poi diffondersi agli altri ambiti della vita degli italiani. Le trasformazioni economiche in atto in quegli anni avevano provocato un notevole aumento degli impieghi, della produzione di beni privati e, di conseguenza, del benessere. L’aumento del tenore di vita degli italiani ebbe come conseguenza la nascita di bisogni nuovi e diede alla luce quella che viene comunemente chiamata società dei consumi di massa.”