La Legge sui giochi in denaro (LGD) vuole bloccare l’accesso ai siti esteri del gioco d’azzardo. Per i contrari si tratta di censura su internet e isolamento digitale
Il governo elvetico vuole fare fronte all’offerta di siti esteri dei giochi d’azzardo e bloccarne l’accesso, per far fronte all’aumento di queste offerte online. La ministra della giustizia Simonetta Sommaruga ha spiegato la nuova LGD: “Con i giochi della ruolette, del black jack o delle scommesse in Svizzera si raggiunge un volume di svariati miliardi”. Tanti soldi portano il rischio di indipedenza da gioco, corruzione e riciclaggio e per combatterli servono regole chiare. Con la legge varata lo scorso settembre il Consiglio federale è convinto di avere posto le basi normative giuste: ai casinò con concessione vuole offrire le condizioni per offrire i giochi anche online e allo stesso tempo combattere i casinò illegali sul Web. La LGD prevede anche obblighi e precise condizioni affinché le case da gioco e i cantoni rafforzino la protezione contro l’indipendenza e il riciclaggio. Le società autorizzate potranno inoltre offrire scommesse con bookmaker e quelle in tempo reale. Un’altra novità riguarda l’esenzione dalla tassazione delle vincite di lotterie e scommesse sportive fino a un milione di franchi, oggi solo fino a mille franchi. In Svizzera esistono 21 case da gioco di competenza del governo, mentre le lotterie e scommesse sportive sono di competenza dei cantoni. I casinò pagano le tasse sul prodotto lordo dei giochi che nel 2016 sono state di 323,3 milioni di franchi. All’AVS sono state versati 275.9 milioni mentre i restanti 47.3 milioni sono entrate nelle casse dei cantoni dove ha sede la casa di gioco.
La nuova normativa LGD è stata approvata dal parlamento a grande maggioranza, ma le sezioni giovanili dei partiti politici combattano la legge e tramite referendum sono riusciti a sottoporre la LGD al voto popolare che si terrà il 10 giugno. All’origine vi sono i Giovani di PLR, Verdi Liberali (GVL) e UDC, ai quali si sono aggiunti i Verdi e il PS. Dei grandi partiti, i delegati del PLR hanno deciso di combattere la legge, mentre l’UDC lascia libertà di voto. Il punto cruciale dei contrari è il blocco dell’accesso alle piattaforme estere senza autorizzazione. Per il comitato referendario con la LGD si avrebbe “una cesura statale di internet” che comporterebbe l’isolamento digitale e scoraggerebbe nuove imprese. Il blocco protegge gli interessi dei casinò svizzeri e di conseguenza di ridurrebbe la competitività. Il blocco potrebbe essere aggirato facilmente e costituirebbe un precedente che in futuro si potrebbe attuare su altri rami del mercato.
Sommaruga ha replicato alle argomentazioni dei contrari: “Il blocco è una prassi già in atto e in Europa è attuato da 17 paesi”. In gioco ci sono molti soldi e con la nuova legge le entrate per i settori della cultura, del sociale e dello sport dovrebbero aumentare, poiché le entrate in questo periodo sono diminuite per lo spostamento del gioco su Internet. Con le concessioni per le offerte sul web si potrebbero recuperare questi soldi. La battaglia tra i due fronti sarà ardua fino al 10 giugno: il fronte del “sì” dispone di un sostegno ampio con l’appoggio dei politici federali e delle organizzazioni culturali, sportive e sociali, ma il fronte del “no” ha come sostenitori i delegati del PLR, partiti cantonali dell’UDC, l’associazione dell’economia Economisuisse che si è espressa per il “no”, così come l’ICT Switzerland, l’organizzazione ombrello dell’economia digitale.
Gaetano Scopelliti