L’ultima trovata in campagna elettorale è la censura che alcuni politici vorrebbero esercitare su uno dei cartoni animati più amati dai piccoli di casa: Peppa Pig. La cosa è molto divertente, a tratti paradossale e grottesca nello stesso tempo: a pochi giorni dalle elezioni non c’è di meglio a cui pensare se non andare ad oscurare la messa in onda di un episodio della maialina Peppa perché i contenuti sarebbero scandalosi!
La pietra dello scandalo è la coppia di due orse bianche, mamme di una nuova amica di Peppa, Penny Polar Bear (il doppio cognome è proprio il massimo).
Se ne vedranno di porcate di tutti i generi in tv, ma l’Italia si scandalizza per due orse mamme presentate in un clima di serena quotidianità familiare. È un’immagine terrificante, non possiamo mica sconvolgere i nostri bimbi con una cosa simile!
Così, quando ci sembrava che la campagna elettorale italiana avesse già preso pieghe più assurde e posizioni più incredibili; dopo aver visto la maggior parte dei leader di partito mettersi in ridicolo in piattaforme social per lo più destinate allo svago e agli interessi dei giovanissimi come TikTok; e infine quando ci sentivamo pronti a valutare e prendere in pace la nostra decisione, pensando di non veder di peggio, arriva la trovata di prendersela pure con la cara e buona Peppa Pig! Quanto si può scendere in basso? Dopo #guancialetuttalavita pensavamo di aver toccato il fondo e invece riusciamo a sprofondare sempre di più con addirittura una raccolta di firme online, lanciata dall’associazione Pro Vita, in cui si intima alla Rai di non trasmettere “cartoni gay per bambini”, definendo “intollerabile usare cartoni animati in salsa LBTQIA+ per influenzare la mente” dei piccoli “e normalizzare situazioni che si fondano sull’ideologia gender”.
“Peppa Pig è un cartone che guardano mediamente bambini di tre anni. Sono materie che dovrebbero maneggiare le famiglie. Questo ho sempre pensato e questo continuo a pensare. Altrimenti si rischia di voler per forza imporre concetti che è un po’ presto per metabolizzare. Non ci sono le famose fobie che qualcuno ritiene” questo è quanto dichiara sulla questione la leader di FdI, Giorgia Meloni spostando l’interesse degli elettori al nuovo grande problema che affligge e minaccia la nazione. Non più l’aumento delle spese, il rincaro delle bollette, l’inizio della scuola con tutte le insidie, la guerra, le sanzioni, l’Europa, la crisi economica mondiale, le famiglie e le aziende italiane sull’orlo del fallimento o il decreto aiuti, in questo momento FdI ha pensato di dover lasciar perdere tutto il resto per affrontare il grave problema di Peppa Pig che insidia i nostri bambini.
Per la cronaca, la Rai ha comunque risposto che l’episodio non sarebbe andato in onda per una questione di diritti, non si capisce, dunque, a cosa serva tanto allarmismo e lanciare addirittura una petizione per evitarne la messa in onda quando già non era in programma. Giorgia Meloni è una politica sicuramente tosta, una avversaria temibile, una donna forte e caparbia che può sicuramente farcela contro tutti gli altri leader (uomini!) di partito – come suggeriscono i sondaggi – ma Peppa Pig no, non può vincere contro la maialina più amata del mondo. È meglio che si torni a considerare i reali temi, sociali ed economici per esempio, e si lasci stare Peppa Pig e la sua amica Penny Polar Bear, perché non è mettendo i filtri ai cartoni animati per i bambini che i politici (tutti, non solo chi lancia la polemica, ma anche chi si attacca alla questione per aver qualcosa su cui argomentare) risulteranno più credibili. La politica italiana sta perdendo una buona occasione per farsi valere e farsi prendere sul serio. Inoltre, se proprio la vogliamo dire tutta, Giorgia contro Peppa, ci dispiace, ma non c’è lotta.
Redazione La Pagina