“Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo”.
Primo Levi
In occasione della Giornata della Memoria nei corsi di Lingua e Cultura Italiana, i docenti ECAP hanno guidato le alunne e gli alunni in percorsi di narrazione storica e riflessione pedagogica sui crimini del nazifascismo. Spiegare a giovani e giovanissimi lo sterminio sistematico di un intero popolo, come quello praticato dal nazifascismo nei confronti degli ebrei – così come degli oppositori politici, dei rom, dei disabili, degli omosessuali, dei testimoni di Geova – non è compito scevro da difficoltà, ma per quanto complesso, urgente e necessario.
I docenti ECAP hanno assunto con consapevolezza l’arduo compito, attraversando la storia dell’Olocausto, insieme agli alunni, facendo proprio l’avvertimento di Primo Levi, ebreo torinese, partigiano, deportato ad Auschwitz, “se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” perché ciò che è stato, nuovamente “può accadere, e dappertutto”.
Con un linguaggio chiaro e con ferma sensibilità, i docenti ECAP, hanno celebrato nei nostri corsi la Giornata della Memoria, guidando le alunne e gli alunni alla conoscenza del processo storico che portò alla formazione di una politica razzista e alla sua attuazione attraverso la violenza cieca, le persecuzioni, la deportazione nei lager e infine l’uccisione di massa di un popolo. Non il singolo evento, dunque, ma il contesto, l’origine, i consensi fino al culmine dell’orrore “la soluzione finale” che in nome di una infondata e folle superiorità di razza ha comportato l’eliminazione fisica di oltre 6 milioni di persone.
Come scelta didattica e consapevole, nei corsi ECAP, è stato posto l’accento sulla storia e sulle vittime italiane dell’Olocausto, una storia spesso taciuta e rimossa che purtroppo non parla solo il linguaggio della complicità della dittatura fascista al piano di sterminio hitleriano, ma di vera e propria attuazione su terreno italiano e nei territori occupati. Solo una comunità che non ha rispetto di sé e della propria dignità dimentica: e nella coscienza di noi italiane e italiani, la Shoah è legata in modo indissolubile alla infamia delle leggi razziali attuate anche in Italia nel 1938, alla vergogna delle delazioni, al crimine delle deportazioni culminato nel rastrellamento nazista avvenuto nel Ghetto romano del 16 ottobre 1943. E accanto ai soldati nazisti vi erano i fascisti italiani. Anche per questo in Italia, più che altrove e oggi più che mai, non è ammessa retorica, dinanzi all’orribile pagina di Storia dell’Olocausto nazifascista.
Di seguito e al solo scopo esemplificativo alcune delle attività e progetti realizzati nei corsi LICIT organizzati dalla FONDAZIONE ECAP.
Nei corsi di livello primario di Laufenburg, l’insegnante Maria Ferreri, ha guidato le allieve e gli allievi in un percorso di conoscenza delle persecuzioni e deportazioni degli ebrei italiani di Roma, costretti prima dalle leggi razziali ad una vita “nascosta” e “privata di tutto ciò che rende umana l’esistenza”, chiusi tra le mura del ghetto ebraico, e in seguito deportati, in più di mille, nel campo di sterminio di Auschwitz.
I bimbi sono stati così avvicinati alla storia dell’Olocausto attraverso il testo di Lia Levi “La portinaia di Apollonia”, magistralmente illustrato da Emanuela Orciari. Lia Levi scrittrice e giornalista ebrea italiana e essa stessa superstite dell’Olocausto con linguaggio semplice e deciso parla ai più giovani dell’importanza di non ignorare la paura, la Storia e le storie che possono generarla, perché soltanto affrontandola si comprende, la si supera e si è salvi dal suo rigenerarsi.
Facendo leva sul concetto di memoria quale arnese vivo e attivo nel presente, le allieve e gli allievi hanno potuto leggere e seminare, in attività di gruppo e individuali, i propri semi di memoria comprendendo, in un’epoca che ha la pericolosa tendenza a relegare la memoria in “riserve”, piuttosto che farne un elemento fondante del vivere quotidiano, l’importanza di non dimenticare quanto accaduto in quel tempo oscuro.
Nei corsi di livello primario di Spreitenbach, le alunne e gli alunni, sotto la guida dell’insegnante Alessandra Petretti, hanno percorso e riprodotto le tappe “resistenti” del ciclista ed eroe della Resistenza partigiana, Gino Bartali.
Bartali vinse il Tour de France nel 1938 e nel 1948 e le sue leggendarie scalate sulle Alpi e i Pirenei gli valsero il soprannome di Gigante delle Montagne. Oltre al ciclismo, Bartali durante la Seconda Guerra Mondiale, prese parte alla Resistenza e rischiò la propria vita e quella della sua famiglia per salvare centinaia di Ebrei.
Usando gli allenamenti alle gare come copertura, Bartali percorse migliaia di chilometri tra Firenze, Lucca, Assisi, Genova e Roma trasportando, nascosti nel telaio della sua bici, carte d’identità contraffatte e altri documenti che dovevano rimanere segreti.
I suoi sforzi contribuirono a salvare oltre 800 Ebrei in fuga da altre nazioni Europee.
Le alunne e gli alunni, in piccoli gruppi, ripercorrendo e riproducendo le tappe eroiche di Bartali, hanno assegnato ad ogni tappa una vita umana salvata, dando al concetto di pace e fratellanza un valore concreto che si coltiva in primis in processi collettivi.
Nei corsi di livello primario di Füllinsdorf e Breitenbach, l’insegnante Teresa Panighetti, ha condotto le alunne e gli alunni alla conoscenza della storia dell’Olocausto attraverso i concetti di Speranza, Amicizia, Condivisione, introdotti tramite la lettura di alcuni passi tratti dal “Diario di Anna Frank”. Le alunne e gli alunni hanno potuto così riflettere sull’attualità della memoria per la costruzione fattiva di un mondo “più giusto e più lieto”; Guidati anche dalle parole di pace di Gianni Rodari, gli studenti hanno affidato alla scrittura e al disegno il profilo del loro presente sognato fatto di collaborazione e di pace!
Nei corsi di livello primario di Döttingen e Schönenwerd, le insegnanti Claudia Di Placido e Aurora Pontone, hanno introdotto alle alunne e agli alunni la storia dell’Olocausto attraverso la lettura e l’esplorazione in classe del racconto “Otto, autobiografia di un orsacchiotto” di Tomi Ungerer.
Un racconto lieve che ha concesso alle docenti di scoprire insieme agli studenti una vicenda storica complessa e atroce, ma con il linguaggio delicato della lingua dei bimbi.
L’orsetto Otto, proprio come i bambini, non riesce a capire alcune dinamiche dei fatti che accadono intorno a sé e ai suoi piccoli amici David e Oskar. Li racconta, ad un tempo, da spettatore e protagonista e aiuta il piccolo lettore a ripercorrere tutti gli avvenimenti che si sono succeduti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le insegnanti, dopo la lettura collettiva del racconto, hanno proposto alle classi una sintesi dello stesso attraverso la discussione di alcune parole-chiave (“ebreo”, “neri cappotti”, “stella gialla”, “campi di concentramento”) che hanno aiutato i piccoli alunni a comprendere meglio la realtà storica della Germania nazista e le vite spezzate di milioni di bambini. In ultimo, gli alunni hanno decorato un piccolo orsetto “Otto” che resterà ad ognuno di loro in segno di una memoria da tenere viva dentro il loro quotidiano, per non dimenticare una tra le pagine più atroci della storia del nostro Novecento.
Nei corsi di livello secondario di Baden, Wohlen e Würenlos, l’insegnante Francesca Casada ha proposto alle alunne e agli alunni un percorso che partendo dalla lettura di alcuni passi de “Il diario di Anna Frank” e de “La verità rende liberi” di Liliana Segre ha portato la classe a riflettere sul concetto di libertà e violazione dei diritti umani e a individuare e isolare, in maniera empatica, i sentimenti di privazione, dolore, rabbia delle vittime.
Dopo un confronto collettivo guidato dalla docente, gli allievi hanno affidato alla scrittura le loro personali percezioni ed emozioni sulla storia dell’Olocausto e di quanto sia stato un crudele laboratorio di crimini contro l’umanità.
Nei corsi di livello secondario di Laufen, Münchenstein e Reinach le alunne e gli alunni, guidati dall’insegnante Marianna Sica, sono stati introdotti alla storia dell’Olocausto, con particolare riferimento alle deportazioni di ebrei e oppositori politici italiani, attraverso la lettura guidata di alcuni documenti storiografici tratti dall’archivio online del Museo della Shoah di Roma e della biografia di Primo Levi, insieme a passi selezionati tratti dalla sua opera “Se questo è un uomo”. Gli alunni e le alunne hanno così potuto approfondire la storia delle vittime italiane dell’Olocausto, una storia non solo di complicità della dittatura fascista al piano di sterminio hitleriano, ma di vera e propria attuazione su terreno italiano della politica razzista e anti-ebrea. Hanno posto l’attenzione sulla scelta di Levi di unirsi alla lotta partigiana italiana, sulla sua conseguente cattura, avvenuta nel 1943 ad opera dei fascisti, quindi sulla deportazione prima nel Campo di concentramento emiliano di Fossoli e infine ad Auschwitz.
Dopo una riflessione collettiva, le alunne e gli alunni, divisi in gruppi omogenei di lavoro, hanno affidato le loro impressioni sulla Shoah a dei cartelloni e scritti in cui non manca il riferimento al suicidio di Primo Levi, avvenuto nel 1987 a causa del peso dell’orrore e della colpa che ha “sommerso” i pochi ebrei “salvati”.
Nei corsi di livello secondario di Basilea, le allieve e gli allievi, guidati dall’insegnane Valentina Valenti, si sono avvicinati alla storia dell’Olocausto attraverso la visione di scene selezionate tratte dal film “La vita è bella” di Roberto Benigni.
Attraverso l’orribile quotidianità del campo, resa in chiave ironica da Guido, padre del piccolo Giosuè, gli alunni hanno potuto conoscere l’orrore dello sterminio nazista e dopo aver riflettuto su quanto conosciuto e analizzato, si sono cimentati sia nella stesura di alcune pagine di diario, alle quali hanno affidato le loro impressioni ed emozioni sull’argomento, che nella realizzazione di alcuni cartelloni in cui aiutati dal disegno hanno provato a riprodurre la violenza delle dure regole del campo di concentramento.
I corsi di lingua e cultura italiana ECAP sono inseriti nel progetto «Corsi di lingua e cultura italiana nella Svizzera Nordoccidentale» approvato e finanziato per l’anno scolastico 2022/2023 dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
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