Nell’estate 2019 circa 74’000 giovani d’età tra i 14 e i 16 anni hanno portato a termine la scuola dell’obbligo, dopodiché circa il 90 per cento ha iniziato la formazione auspicata: il 49 per cento ha scelto una formazione professionale, il 37 per cento un percorso di cultura generale e il 14 per cento una soluzione transitoria. È quanto emerge dall’ultimo «Barometro della transizione: scelte formative dopo la scuola dell’obbligo», rilevamento effettuato dall’istituto di sondaggi gfs.bern su incarico dalla Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI.
Secondo il «Barometro della transizione» di agosto 2019, la maggior parte dei giovani interpellati ha iniziato la formazione auspicata senza interruzioni e si dichiara soddisfatta della propria scelta. L’80 per cento ha infatti affermato di aver trovato la formazione ideale o auspicata. Il 92 per cento si dice contento del percorso formativo intrapreso. Per uno scarso 30 per cento, invece, il percorso appena iniziato rappresenta invece una soluzione transitoria.
Al primo bivio importante per il futuro professionale quasi la metà dei giovani opta per una formazione professionale, percorso che rimane quindi il più frequentato, in particolare dai ragazzi. Le tre professioni più gettonate sono quelle dell’impiegato di commercio, dell’informatico e dell’installatore elettricista. Le giovani donne scelgono invece più frequentemente la strada dell’impiegata di commercio, dell’operatrice sociosanitaria o dell’impiegata del commercio al dettaglio. Al momento del sondaggio la maggior parte dei giovani interpellati aveva iniziato una formazione di tre (65%) o quattro anni (33%) che porta al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC). Le formazioni professionali di base su due anni rimangono l’eccezione (2%). Un buon 20 per cento degli apprendisti intende frequentare la maturità professionale parallelamente al tirocinio.
Ad agosto 2019 le aziende hanno messo a disposizione circa 90’000 posti di tirocinio, 80’000 dei quali sono stati occupati. Nei settori della ristorazione, dell’educazione, dell’insegnamento e dell’edilizia è rimasto vacante circa un posto su cinque. Molti posti sono rimasti vacanti per l’inadeguatezza delle candidature presentate: le ragioni dietro questa tendenza lasciano comunque intravedere un calo generale delle candidature.
Per la maggior parte degli iscritti ai licei l’offerta scolastica corrispondeva in ampia misura alla scelta auspicata. La stragrande maggioranza di loro frequenta una scuola pubblica. Tra le opzioni specifiche più scelte figurano la biologia, la chimica, l’economia, il diritto e le lingue moderne. Nelle scuole specializzate gli allievi si sono orientati prevalentemente verso sanità, pedagogia e lavoro sociale.
SEFRI