Per i suoi candidati il Partito socialista (PS) rivolge l’attenzione alla Svizzera romanda
Le dimissioni di Micheline Calmy-Rey danno visibilità e un concreto aiuto ai socialisti in vista delle elezioni federali. Sta ora al PS agire abilmente per trasformare quest’attenzione in campagna elettorale in risultati positivi il 23 ottobre. Parallelamente i socialisti hanno avviato il carosello dei candidati per le elezioni del Consiglio federale del 14 dicembre. La capogruppo parlamentare socialista Ursula Wyss spiega che per la nomina dei candidati si è orientati a prendere in considerazione politici della Svizzera latina, rispettando la regola interna che prevede un seggio alla Svizzera tedesca e l’altro alla Svizzera latina.La scelta cadrà quindi su candidati romandi o ticinesi, che presentino un profilo di lunga esperienza politica e di notorietà nazionale. I nomi più accreditati delle prime ore sono quelli del Consigliere agli Stati, Alain Berset (FR) (foto in alto a destra), e del Consigliere di Stato Pierre-Yves Maillard (a sinistra). Sembra invece improbabile la candidatura di Jean Studer (NE), poiché il direttore delle finanze neocastellano è l’uomo forte nell’esecutivo cantonale e Didier Burkhalter rappresenta già in Consiglio federale il Canton Neuchâtel. Il favorito numero uno al momento sembra il giovane friburghese Alain Berset, consigliere agli Stati in carica, di cui ha ricoperto la presidenza. Negli ultimi anni si è profilato in ambito economico, riscuotendo simpatie nel fronte borghese. Per il vodese Pierre-Yves Maillard il momento sembra inopportuno. In marzo si terranno le elezioni cantonali e la coalizione rosso-verde sembra intenzionata a contare sulle capacità di Maillard per sconfiggere la maggioranza del governo borghese. Come outsider si è fatto il nome della Consigliera cantonale Mariana Carobbio Guscetti (TI), che valuterà se scendere in campo o meno, dando una risposta entro metà ottobre, ma difficilmente rientrerà nei piani del partito. Il ritiro di Micheline Calmy-Rey
potrebbe significare la fine della maggioranza delle donne nel governo. Poiché Simonetta Sommaruga siede nell’esecutivo, il PS tenderà a presentare candidature di uomini, tanto più che il partito ha ottimi candidati.
La gara si annuncia incerta e aperta a molti scenari, che nascondo però insidie al PS poiché l’elezione del successore di Micheline Calmy-Rey sarà l’ultima in ordine cronologico. Il PS dovrà mostrare precauzione e cercare di preparare bene il terreno per assicurarsi la pretesa del seggio. A cambiare le carte in tavola potrebbe essere l’Unione democratica di centro (UDC) che ha avanzato, come primo partito, la richiesta di un secondo seggio, così da riportare nell’esecutivo la giusta concordanza. Il PS non avrà opposizione se riconoscerà le esigenze dell’UDC ed eviterà una rielezione di Eveline Widmer-Schlumpf (PBD). I vertici del PBD hanno però ripetuto di volere difendere con determinazione il seggio della sua rappresentante. Altri scenari si potrebbero aprire, visto che anche il seggio di Johann Schneider-Ammann (PLR) non sembra sicuro. Gli ultimi sondaggi attribuiscono al PLR perdite di seggi alle elezioni federali, che potrebbero favorire inaspettate coalizioni più forti del PLR. Inoltre il partito dei Verdi esige per l’ennesima volta un seggio nel governo, cercando di formare una colazione che va dal centro alla sinistra per eleggere il proprio candidato. Per tracciare meglio le tattiche, i partiti devono attendere i risultati delle elezioni federali, che influenzeranno senz’altro lo scrutinio del 14 dicembre, senza escludere sorprese.
Gaetano Scopelliti