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22 November 2024
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Svizzera

Gli animali sono tutti uguali

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Fattoria 2…..ma alcuni sono più uguali degli altri: questa la morale della piece portata in scena a Dietikon dai ragazzi del Liceo Vermigli. L’ardua impresa del Preside Passannante di adattare  il testo di Orwell ha ottenuto un bel successo! Con “La fattoria degli animali” i ragazzi, anzi gli attori, hanno dimostrato impegno, hanno fatto divertire con le loro maschere.

Si apre il sipario: primo atto, prima scena. Luci rosse soffuse danno inizio alla rappresentazione: capre, cavalli, mucche e soprattutto maiali, stesi a terra. Gli attori mascherati creano un’atmosfera particolare, si avverte nell’aria il loro affiatamento, la loro voglia di dare il meglio. All’improvviso la musica: forte, impetuosa, come lo stordimento di questi animali che non comprendono chi sia veramente il nemico: l’uomo che li sfama e li sfrutta e al quale, spinti da furbi “compari”, si ribelleranno, o, infine, proprio coloro che li muovono alla rivolta? E’ un’amara ed attualissima realtà quella che i ragazzi portano sulla scena: si “sente” la tristezza dietro al riso. Non è facile scrivere un articolo che metta in evidenza solo il lato comico della rappresentazione: quella società degli animali rispecchia, si sa, la nostra: una società che spesso ha sfruttato l’ignoranza per poter creare un potere forte, ma dai piedi d’argilla. Gli animali sono tutti uguali?

La musica è forte, gli attori si lasciano travolgere dal ritmo, cantano inni, cantano alla ribellione. Forse, ad una prima impressione, potrebbe essere esagerato, ma no…………..il suono esprime il contenuto: dobbiamo essere uniti, ma contro chi? Riusciremo a vincere la battaglia? Sulla scena la rivolta: tutti corrono, ma uno, solo uno, un maiale, si rifugia in un angolo, la stalla, lontano dal pericolo: lui sarà il nuovo capo, lui renderà più ignoranti gli animali e si alleerà con gli uomini. Lui, un maiale, è più “uguale” degli altri, ma uguale a chi? La compagnia del Vermigli continuerà a portare in scena il suo spettacolo con l’intento, quindi, di divertire e, perché no?, di far riflettere.

 

Alessandra Trubbiani

 

 

 

 

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