Con il franco forte comprare nei Paesi dell’Unione europea è diventato decisamente più conveniente
Sono sempre più numerosi i consumatori elvetici che si recano a far la spesa nei supermercati francesi, italiani, austriaci o tedeschi, nei pressi della frontiera.Con il franco svizzero ai massimi storici infatti (dall’inizio dell’anno si è rivalutato del 13% rispetto all’euro), comprare nei Paesi dell’Unione europea comporta un notevole vantaggio economico. Ma i vantaggi non finiscono solo nei carrelli dei supermercati ubicati appena oltre i confini elvetici, che in questo periodo sono stati letteralmente presi d’assalto: notevoli risparmi si realizzano anche acquistando in dollari su Internet, permettendosi vacanze a prezzi stracciati e, magari, approfittandone con shopping mirato negli Usa. E anche nel settore automobilistico gli elvetici stanno ottenendo veri e propri risparmi con le importazioni dirette.
Ma veniamo alle cifre: secondo i primi dati i consumatori elvetici che vanno a fare la spesa in Francia sono aumentati del 20%, con un incremento degli acquisti oltreconfine pari a circa 310 milioni di franchi rispetto all’anno precedente. Elettrodomestici, carne, sigarette, medicine: gli acquisti al di là del confine riguardano ogni tipo di bene, arrivando a coinvolgere persino la groviera, il formaggio nazionale che viene adesso pagato in euro fuori dai confini elvetici. Infatti se fino all’anno passato gli elvetici più accorti si recavano oltreconfine soltanto per acquistare i prodotti più economici, come la carne o la frutta, ora i Paesi dell’Unione europea, Germania inclusa, sono diventati come un grande discount, dove ogni articolo, dall’abbigliamento ai viaggi all’estero, costa meno che in Svizzera. Il franco forte ha portato un aumento della clientela svizzera in quasi tutti i tipi di negozi, soprattutto nelle catene internazionali, dove è di maggiore evidenza la convenienza dei prezzi. “L’altro giorno ho comprato una casetta da giardino, pagandola soltanto 700 euro, compreso il trasporto, mentre in Svizzera avrei speso almeno 1.500 franchi (circa 1.300 euro) – ha dichiarato un consumatore elvetico intervistato fuori da un negozio italiano.
“Facendo i conti, con il cambio di questi mesi, il risparmio su ogni carrello è del 20-25%. Quindi, se prima andavo fuori per comprare soltanto carne o vino, adesso faccio il rifornimento pieno”, ha dichiarato invece un altro dei consumatori oltreconfine. Le conseguenze del “turismo degli acquisti” sono particolarmente forti ai bordi del lago Lemano, come anche alla frontiera con la Germania e il Vorarlberg austriaco, dove alcune filiali devono far fronte a una riduzione del fatturato tra il 6 e l’8%, ha rilevato il presidente della direzione generale della Migros, Herbert Bolliger: “Nel nostro settore centrale di attività, ossia i supermercati, offriremo meno posti di lavoro. Un responsabile di filiale il cui fatturato si è ridotto dell’8% non cercherà di rioccupare l’uno o l’altro dei posti vacanti”, ha precisato il manager, che per ora comunque non ha parlato di licenziamenti. Stando alle valutazioni del patron di Coop Hansueli Loosli, il turismo degli acquisti fa perdere circa 2 miliardi di franchi al commercio al dettaglio elvetico. Lo stesso Loosli analizza come questo turismo non si limiti più, ormai, solo ai prodotti che si ritrovano nei supermercati. Anche le località turistiche francesi, ad esempio, hanno registrato un record di presenze di cittadini svizzeri, come nell’Alta Savoia e in Alsazia, dove è stato registrato un incremento del 5% nel solo mese di luglio.
Inoltre, “la percentuale di importazioni dirette di automobili nuove è salita quest’anno al 6%, contro il 3,5% nel 2010”, ha dichiarato Andreas Burgener, direttore dell’associazione degli importatori Auto-Schweiz. La generale tendenza degli acquisti oltre frontiera preoccupa le autorità monetarie della Confederazione e penalizza le imprese, soprattutto quelle esportatrici che hanno ben ragione di lamentarsi considerato che le esportazioni sono diminuite circa dell’8%. E mentre, per contrastare l’esodo, si moltiplicano gli appelli al consumo patriottico, la Banca centrale è stata costretta ad aumentare la liquidità per cercare di frenare la corsa della moneta nazionale.